Cosa penso dei Destination Manager e dei Consulenti Marketing Turistici
Premetto che ho grande rispetto per tutte le professionalità, tuttavia non si può tacere per quieto vivere, ma soprattutto per amore di questo lavoro e di questo settore che fin troppo vessato da cattivi consiglieri, per non dire incompetenti.
Veniamo ai Consulenti Marketing, il proliferare di costoro, è assolutamente fuori controllo. Nelle ultime settimane ho letto di tutto in varie lingue, si tratta di meravigliosi teorici, che applicano le stesse regole se parlando di scarpe, piuttosto che di turismo o di gelati o abbronzanti. Come dire che un dentista può anche sostituire il ginecologo o il pediatra, insomma un caos totale, accompagnato da una miriade di concetti teorici.
In moltissimi casi si legge dai vari “chi sono” o “chi siamo”, una totale mancanza di conoscenza del settore. Il turismo ha sempre più bisogno e necessità di avere esperti, e per esperti s’intende conoscitori non teorici ma pratici delle varie componenti: hotel, aereo, noleggio auto, OTA, offline, agenzie di viaggio, channel manager ecc. Tutti ingredienti di una grande torta che se miscelati in modo diverso producono solo grandi danni.
Inoltre bisogna aggiungere che – in linea generale – i consulenti sono stati la radice del male di questo Paese, e che ora davvero è arrivato il momento di non evitare di servircene se non davvero specializzati in materia. Potremmo senz’altro aver necessità di un parere, un consiglio e un’opinione altrui nel nostro settore ed è giusto, legittimo, importante e vitale farlo, ma prima di convocare soggetti esterni sarebbe il caso di coinvolgere i nostri colleghi e collaboratori, che spesso valgono molto più di tanti consulenti , bravissimi nello scrivere saggi e libri, e altrettanto bravi in dialettica, ma le parole non sono che “aria dispersa”, e oggi il turismo ha necessità di fatti concreti e tangibili.
Per ciò che concerne il Destination Manager, parola nuova o vecchia che sia, un nuova “invenzione” di questo Paese che davvero mi convince molto ma molto poco. Il caso emblematico è tutto il rumore suscitato dall’esperienza Basilicata, per redigere un power point e qualche altro effimero risultato, che nulla dice e nulla provoca.
Quando invece abbiamo da un lato un’esperienza concreta, quella di Promozione Turistica Vincente Obermutten, che con poche risorse ma con tanto coinvolgimento territoriale è riuscita a far conoscere nel mondo creando infatti non riviste patinate, ma emozioni, odore, rumore, con un filo diretto utente e territorio, quello che oggi fa la differenza, un dare “oltre le aspettative”.
Dovremmo basarci su esempi che devono tendere ad un coinvolgimento del tessuto sociale, offrire possibilità di lavoro ai giovani del posto, coinvolgere le realtà del territorio ed evitare divulgazioni economiche senza rendere nulla.
Ben fatto è meglio che ben detto! Non abbiamo davvero necessità di laboratori di parole, ma di esperti dai fatti e risultati concreti che sappiano creare empatia e emozione.