Con smartphone, obiettivo e occhiali: ecco il turista culturale
Il numero fortunato del turismo made in Italy? Tra i tanti numeri che l’Italia ha da giocare, tra i tanti numeri che può mettere in campo o tirar fuori, all’occorrenza, come assi nella manica di un’ideale partita al Paese che da maggiore impulso alla propria economia, si annovera anche il 49: 49 sono infatti i siti che l’Unesco ha dichiarato patrimonio mondiale dell’umanità [fonte: Unesco]. Siamo ricchi quindi. Ricchissimi.
Di una ricchezza che però non sempre sappiamo sfruttare appieno. Siamo un po’ come pirati imbranati alle prese con forzieri dalle serrature difficili: la chiave di volta, però, potrebbe essere il turismo culturale.
Conosciamo meglio il turista culturale: le sue scelte in fatto di mete, infatti, potrebbero rappresentare un’importante fetta dell’economia che ruota intorno ai viaggi in tutti i loro aspetti.
Culturale e curioso: il turista culturale è un viaggiatore sempre desideroso di esplorare
Il turista culturale parte alla volta delle città d’arte, dei siti di interesse storico, delle destinazioni più affascinanti per via della presenza di certi monumenti, certe opere d’arte, non solo nei grandi ma anche nei piccoli musei, con il preciso desiderio di ammirare l’arte con i propri occhi: in un’era in cui tutto può essere guardato da casa propria, in un momento storico in cui anche l’arte sembra essere a portata di mouse, il turista culturale non ci sta a essere solo un topolino negli ingranaggi del turismo.
Lui la cultura vuole viverla appieno, sfiorarla con lo sguardo e poi, armato di curiosità, mirare dritto al suo obiettivo: godere appieno delle meraviglie di cui ha tanto sentito parlare e impegnarsi a scoprirne di nuove.
La ricerca della cultura come carburante
Il turista culturale non sembra poi tanto spaventato dalle distanze geografiche: lui, del resto, ha dalla sua un ottimo carburante. È un viaggiatore che crede davvero nelle vacanze studio, tanto che quando parte la prima cosa che mette in valigia è la voglia di imparare, ed è anche un viaggiatore che non ha paura di macinare km per partecipare a un evento musicale o a una mostra d’arte.
Sarà pur vero che i monumenti stanno lì da anni e anni eppure il turista culturale doc approfitta delle ferie per visitare il prima possibile quel sito di interesse artistico su cui si è tanto documentato per appagare la sua voglia di sapere.
L’arte si restaura, il turista si reinventa: il turista intellettuale schiaccia l’occhio alla tecnologia
Il passato ha visto tanti nomi nella lista dei “turisti culturali” ma se è vero che negli anni tante cose sono cambiate e il volto del turismo non è di certo lo stesso dei tempi che furono è anche vero che i turisti culturali non si sono estinti: sono infatti stato in grado di evolversi e di abbandonare i taccuini su cui annotare le impressioni di viaggio a favore di oggetti tecnologici usati con intelligenza.
Il turista culturale ama quindi la tecnologia quando questa lo aiuta a godere al meglio delle sue passioni: sì quindi a sfoderare la fotocamera di ultima generazione per immortalare meglio un monumento e sì anche a usare lo smartphone per condividere la bellezza dell’arte con gli amici e non solo [se gli è consentito, viste certe limitazioni].
Non solo l’occhio vuole la sua parte: anche la pancia reclama un ruolo
L’arte non è solo fatta di quadri e sculture, di musica e di architettura: anche la cucina e un’arte e in una nazione come l’Italia non si può fare a meno di considerare anche il cibo cultura.
Un turista culturale può quindi anche essere una buona forchetta: se deciderà di intraprendere un tour enogastronomico non mancherà di certo di esplorare la storia di ogni vigneto che visiterà e di imparare i racconti legati a doppio filo alle ricette più tradizionali.
Destinazione Italia: ma il punto di partenza qual è?
C’è ancora un importante elemento che, studiando quest’interessante specie nota come “turista culturale” non abbiamo ancora approfondito: la sua provenienza.
Il nostro vecchio continente è di certo un ottimo serbatoio di viaggiatori interessati a questo tipo di turismo ma ciò che è interessante notare è come il nostro BelPaese sia molto apprezzato dai turisti provenienti dall’estero che scelgono di visitare lo Stivale proprio perché attratti dal suo patrimonio artistico.
Per la ricchezza culturale il turista è disposto a spendere
E continuando a parlare di patrimonio sarebbe bene non dimenticare il lato economico dell’investire su questa fetta di turismo: il turista culturale si sente arricchito dalle bellezze artistiche e dalle risorse culturali di cui il nostro Paese è ricco e per goderne appieno non si fa problemi a mettere mano al portafogli.