Il Governo sulla formazione nel turismo
Lo scorso 4 dicembre si è svolto all’Università La Sapienza di Roma un convegno dal titolo “Formazione e politiche per la competitività del turismo, università, istituzioni, imprese” con l’intervento del sottosegretario al Turismo, Michela Vittoria Brambilla che, oltre ad affermare l’intenzione del Governo di sostenere la formazione in materia turistica come strumento per potenziare lo sviluppo del settore, ha annunciato l’istituzione di un comitato di studio teso a razionalizzare l’offerta formativa delle università e renderla corrispondente al mondo del lavoro.
Il convegno è stato uno dei tanti che da qualche tempo si svolgono in Italia e all’interno dei quali ci si interroga ancora – dopo il proliferare dei corsi di laurea in turismo e mentre gli anni accademici vengono inaugurati e i corsi procedono più o meno come sempre – su come conciliare l’offerta formativa universitaria con le reali esigenze delle imprese turistiche e del mercato del lavoro. Confronto sull’attuale offerta universitaria con la concreta richiesta del mercato turistico di figure professionali con competenze effettive, analisi delle possibili pratiche per favorire l’inserimento dei neolaureati nel mondo del lavoro e le possibili politiche istituzionali a favore di una nuova competitività del turismo. Le circa 70 facoltà di scienze del turismo operano tra loro in modo sregolato, con piani di studio molto differenziati e con finalità che solo raramente sono a vantaggio dello studente. Per non parlare poi dei loro master sul turismo.
Il progetto annunciato dalla Brambilla, intende ovviare alle “decine di facoltà di scienze del turismo che mettono in atto programmi disarticolati tra loro e che in realtà non identificano figure professionali che trovino corrispondenza nel mondo del lavoro”. E invece, ha sottolineato, “il nostro paese ha una realtà di strutture ricettive ed imprese che sono alla costante ricerca di figure professionali competenti ai vari livelli”. Al momento, ha concluso, “molto lavoro nel campo della formazione turistica viene svolto dalle strutture private, ma occorre che esse siano a sistema con un programma generale che veda l’offerta di formazione garantita ai vari livelli e su tutto il territorio nazionale”.
Il comitato di studio, istituito presso il Dipartimento del Turismo, avrà quindi il compito di comprendere come unificare l’offerta formativa delle università, pubbliche e private, e su quali percorsi.
Lodevole l’interessamento del Governo, e quanto mai raro. Unica perplessità è la composizione di questo comitato del quale fanno parte docenti ed esperti del settore…probabilmente gli stessi fautori di questa situazione della formazione turistica universitaria in Italia. E chiedere al malato di trovare la cura…lascia di per sé immaginare a cosa, a chi e a quanti potrà servire.