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Il turismo organizzato incoming in Italia, questo sconosciuto

Un recente studio coordinato da Confturismo e Confcommercio con la collaborazione scientifica di CISET – Università Ca’ Foscari di Venezia, ha finalmente fatto più luce sul turismo organizzato incoming in Italia che, a differenza di altre componenti della filiera turistica nazionale, è in genere poco analizzato e monitorato. Talmente poco, che è difficile persino conteggiare con precisione tour operator e agenzie di viaggi. Impresa ancora più ardua, stabilire quante si occupino di inbound, descriverne le caratteristiche e tracciare le principali dinamiche di settore.

La pubblicazione di Confturismo e Ciset, dal titolo Il turismo organizzato incoming. Dalla spesa del turista all’analisi della filiera, l’individuazione delle aree critiche, non contiene solo i risultati di uno studio, ma presenta un modo nuovo di approcciare all’analisi della filiera turistica, che non si concentra tanto sui flussi, quanto sugli effetti e le ricadute della spesa turistica. Il lavoro è stato realizzato anche attraverso un’indagine campionaria presso alcuni tour operator specializzati, ed ha contemplato un approfondimento sul turismo culturale.

Gli operatori italiani che si occupano di Incoming

Pur sapendo che non vi è una certezza sul numero di operatori italiani che si occupano di incoming,  secondo Studi di Settore, nel 2011 i TO e le agenzie di viaggio con doppia licenza (codice Ateco 79.12.00 Attività dei tour operator) dedicati esclusivamente ad attività incoming, con un fatturato inferiore ai 5 milioni di euro, erano circa 305. A questi se ne aggiungevano altri 437 a prevalentemente attività incoming, per un totale di 742 imprese specializzate in incoming, solo una ventina quelle con un fatturato superiore a 5,169 milioni di euro.

Il ricavo medio derivante da organizzazione di pacchetti turistici, per gli operatori che si sono occupati esclusivamente di incoming, è stato pari a 1,11 milioni di euro. La maggior parte delle imprese con fatturato minore o uguale a 5,169 milioni di euro (88%) ha dichiarato di dedicarsi all’organizzazione nel segmento leisure, mentre solo il restante 12% si è concentrato su altre motivazioni, come ad esempio il turismo d’affari.

 

Il contributo all’economia del turismo incoming organizzato, 2012

Il-contributo-all’economia-del-turismo-incoming-organizzato-2012

 

Il Volume d’affari quantificato

La ricerca ha quantificato in 7,8 miliardi di euro il fatturato lordo totale generato dal turismo organizzato inbound nel corso del 2012. Di questi, circa 3 miliardi di euro sono confluiti all’estero per remunerare la filiera straniera, comprendente le spese del trasporto effettuato da vettori internazionali (incidenza del 39% sul costo finale del pacchetto), il mark up dei TO esteri e la remunerazione del canale distributivo ad esso collegato (12,2%) e le importazioni di beni e servizi fatti dai TO italiani per costruire il pacchetto (1,7%).

Il volume di fatturato rimasto entro i confini nazionali è stato pari a circa 4,8 miliardi di euro. Di questi, 2,7 derivano dalla vendita dei pacchetti turistici, ossia dal valore dei servizi di cui si compongono (es. alloggio, ristorazione, transfer, guide turistiche, ecc.) e dalla remunerazione dei tour operator italiani. I restanti 2,1 miliardi di euro, cifra piuttosto significativa, sono stati generati dal fatturato per spese extra, quindi non comprese nel prezzo d’acquisto del pacchetto che i turisti stranieri fanno una volta in Italia (es. shopping, trasporti locali, ecc.).

La spesa del turista straniero in Italia

Nel 2012, un turista straniero venuto in Italia con un pacchetto ha sostenuto una spesa media intorno ai 1.054 euro. A destinazione, ha effettuato acquisti extra per valore medio pari a circa 388 euro, di questi il 41,6%% circa è andato alla ristorazione, il 39,6% allo shopping, il 7,9% alle altre spese (visite alle attrazioni, guide, ecc.), il 7,1% ai trasporti locali e appena il 3,8% all’alloggio (es. pernottamento aggiuntivo appena prima o dopo il tour).

Ulteriori informazioni per conoscere le dinamiche di settore possono essere estratte dalla bancadati Infocamere che, sulla base della classificazione Ateco, restituisce il numero di imprese registrate, attive e cessate su base trimestrale e annua (consultazione gratuita solo per codici Ateco a 2 digit). Con il codice N79 Attività dei servizi delle agenzie di viaggio, dei tour operator e servizi di prenotazione e attività connesse, a dicembre 2013 risultavano registrate 17.460 imprese. Si tratta comunque di un’immagine sfocata, che consente solo analisi in serie storica, non sufficienti per approfondimenti più pertinenti e circostanziati.

Altre indagini sul turismo organizzato, ma condotte presso operatori stranieri che vendono l’Italia, sono realizzate da Enit, attraverso monitoraggi periodici, e da Isnart che pubblica annualmente un’Indagine sul turismo organizzato internazionale.

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