Hospitality Management

L’ABC della gavetta

La gavetta esiste. E probabilmente non morirà mai. Esiste come oggetto vero e proprio, come recipiente di acciaio o d’alluminio usato per contenere il cibo nei casi in cui cucinare agevolmente sarebbe impossibile. Ed esiste anche e soprattutto in senso metaforico: “fare la gavetta” è una di quelle espressioni che tutti conoscono e che sta a indicare quel periodo iniziale di lavoro in cui ci si fa le ossa iniziando dal gradino più basso della scala professionale. Si pensi a un classico, ossia l’esperienza in un hotel: come in un film, in tanti sono partiti dalla mansione di fattorino, fino ad arrivare a ricoprire ruoli di responsabilità.

Fare la gavetta vuol dire quindi cominciare dalle basi. Chi opera nel settore turistico sa bene cosa significhi intraprendere una carriera lavorativa. Equivale ad avviarsi alla scalata al successo entrando non dal piano terra ma da una posizione ancora più bassa.Chi sta facendo la gavetta deve infatti essere pronto a cimentarsi anche in compiti umili. Deve cioè essere capace di adattarsi proprio come i soldati, costretti a mangiare nel recipiente di latta. Chi fa la gavetta, quindi, inizia a familiarizzare con il nuovo lavoro partendo proprio dall’ABC.

In effetti quando si pensa a una lavoro nel settore turistico, è facile evocare l’immagine dell’agente di viaggi di successo, sempre in giro per il mondo a visitare di persona le mete turistiche da proporre ai clienti. Ma dietro il pur invidiabile risultato raggiunto probabilmente c’è tanto olio di gomito: magari nel primo villaggio turistico che ha “visitato” ha servito le colazioni, oppure lavato i pavimenti a fine serata.

A come Autocritica e Attenzione

Quando si è i nuovi arrivati è estremamente importante essere pronti a riconoscere gli sbagli che ci si potrà ritrovare a fare a causa dell’inesperienza. Come ci si deve comportare di fronte al rischio di fare un errore? Sicuramente prestando la massima attenzione per cercare di evitarlo. Prevenire è meglio che curare, sempre! Ma è anche vero che sbagliando si impara: l’importante è non dimenticare di dare agli errori un senso nella propria formazione, facendo sempre della sana autocritica e traendo insegnamento da ciò che è andato storto.

B come Benvenuto e Banconota

La gavetta è spesso e volentieri una fase inevitabile, un momento cruciale della formazione professionale. E molte volte può anche essere fonte di molte gatte da pelare. Non sempre chi è in azienda da più tempo ci tiene particolarmente a far sentire il proprio benvenuto a chi è appena stato assunto. L’ambiente di lavoro, all’inizio, potrà quindi apparire ostile a chi sta facendo la gavetta. Ma, come in tutte le relazioni, anche nel rapporto con i colleghi basta avere pazienza e mettersi d’impegno per trovare un punto d’equilibrio.

Altra nota spesso dolente per i neoassunti riguarda il “fronte” della retribuzione. Un vecchio adagio recita che “chi prima arriva meglio alloggia”. In effetti, in un contesto lavorativo, chi è arrivato prima è anche chi ha più esperienza: di conseguenza il suo stipendio sarà giocoforza più cospicuo rispetto a quello del nuovo arrivato. Non per nulla sta ancora facendo la gavetta!

C come Cammino e come Cannocchiale

Quando si è entrati da poco a far parte dell’organico della prima azienda che ci ha assunti significa che c’è ancora tantissima strada da fare. Se il percorso professionale di un individuo può essere paragonato a un cammino, il momento della gavetta può apparire come una salita particolarmente ripida e quindi molto faticosa.

Ma è anche indispensabile per chi desidera arrivare in alto. Perché anche se, quando sei agli inizi, il successo ti sembra di poterlo vedere soltanto armato di cannocchiale, fare la gavetta vuol dire anche prepararti le lenti giuste per allenarsi ad aguzzare la vista: dopo il periodo di apprendistato, infatti, si può mirare con più sicurezza all’obiettivo, a quella posizione per cui si è diventati ancor più qualificati.

L’esperienza accumulata giorno dopo giorno, i sacrifici, gli errori e – in alcuni casi – qualche vessazione daranno i sospirati frutti. A patto di metterci sempre la giusta determinazione. Anche e soprattutto nei momenti più duri.