Turismi

Turismo Etico: le migliori mete secondo l’ONG Ethical Traveler

La scelta della meta adatta per la prossima vacanza, muoversi da casa in un nuovo posto, alloggiare altrove, visitare e consumare significa finanziare l’economia di un Paese. Il comparto dei viaggi è la più grande industria del mondo, una torta da un miliardo di arrivi all’anno in grado di creare posti di lavoro in tutto il mondo, come confermano anche gli ultimi dati del World Tourism Barometer dell’Organizzazione Mondiale del Turismo, secondo i quali l’anno 2013 risulta essere stato un anno eccellente e il turismo si situa ancora, fortunatamente, tra quei i pochi settori in grado di generare una notizia positiva per molte economie.

Ecco spiegato perché, essendo quella del turismo, in tempi di crisi, una delle rare voci in attivo, l’approccio ecosolidale è fondamentale. Vi sono tutta una serie di destinazioni, anche un po’ fuori dai soliti itinerari, che prestano grande attenzione ai diritti umani, all’ambiente e al welfare sociale, senza rinunciare ad offrire ricchezze naturali e storiche, ospitalità e strutture in cui soggiornare. Sono mete in grado di costruire un sistema turistico sostenibile e la loro scelta da parte dei visitatori è positiva perché finisce per finanziare buone pratiche e politiche accorte.

Ed è proprio a questi luoghi che l’Organizzazione non Governativa Ethical Traveler, un progetto indipendente dell’Earth Island Institute, dedica ogni anno un puntiglioso rapporto. Un documento nel quale sono analizzati una serie di parametri e praticamente ogni Paese del mondo. Dall’Afghanistan allo Zimbabwe, l’ong indaga su alcuni fattori ben specifici.

Rispetto dell’ambiente, attenzione al benessere collettivo e alla tutela dei diritti umani

Da quest’anno, fra l’altro, è stata posta attenzione anche sull’accoglienza e il trattamento riservato agli animali. L’obiettivo è di stilare una classifica annuale per premiare le 10 migliori destinazioni di turismo etico del mondo.

I vincitori, nel 2014, in ordine alfabetico (non in ordine di merito), sono risultati: Bahamas, Barbados, Capo Verde, Cile, Dominica, Lettonia, Lituania, Mauritius, Palau ed Uruguay.

Inserire nel gruppo dei migliori questi Paesi significa premiare scelte coraggiose e attente ad ambiente, società, fauna e libertà individuali e sociali. Commentando la classifica, possiamo osservare come essa combini un po’ di tutto.

È premiato l’Uruguay, di recente al centro delle cronache per la liberalizzazione della marijuana, il paradiso delle Bahamas, le Barbados e lo stupendo arcipelago atlantico di Capo Verde. Fra i dieci premiati vi è anche l’isola caraibica di Dominica, la nazione micronesiana di Palau – una delle più giovani del mondo, indipendente dal 1994 – l’arcipelago delle Mauritius, altro sogno dei turisti di mezzo mondo – e il Cile. L’Europa, a differenza di altre classifiche, ha avuto solo una modesta rappresentanza. Lettonia e Lituania, infatti, presenti come molte altre destinazioni anche nella shortlist dello scorso anno, sono le uniche nazioni europee che mantengono alta la bandiera del Vecchio Continente.

L’analisi delle migliori mete ecosolidali viene condotta dall’ong in base a questi criteri: anzitutto, la Ethical Traveler conduce un’indagine delle Nazioni in via di sviluppo – dall’Afghanistan allo Zimbabwe – per identificare le migliori destinazioni del comparto viaggi e turismo. La ricerca è concentrata su tre categorie generali: protezione dell’ambiente, benessere sociale e diritti umani. Per ognuna di queste categorie si guarda ad informazioni passate e presenti per capire non solo lo stato attuale di un paese, ma come questo sia cambiato nel tempo. Questo aiuta a selezionare le nazioni che attivamente stanno migliorando lo stato del loro popolo, la loro forma di governo e il livello di attenzione e rispetto per l’ambiente.

Volendo fare una breve riflessione sulle migliori destinazioni del turismo ecosolidale per il 2014, è possibile notare come vi sia ampia rappresentanza di nazioni insulari, una presenza ormai da anni costante nelle classifiche di Ethical Traveler con l’aggiunta per il 2014 di Dominica e delle Bahamas. Il motivo è presto spiegato: le conseguenze del cambiamento climatico si fanno sentire in modo particolare proprio su arcipelaghi e nazioni alle prese in maniera drammatica con l’innalzamento del livello dei mari. Ed è proprio in questi posti che, nonostante le scarse risorse, vengono attuati alcuni provvedimenti d’avanguardia per tutelare l’ambiente.

C’è ancora da considerare che tutti i Paesi presi in considerazione del rapporto – inclusa quindi la top 10 – soffrono di pressioni e tendenze sempre più preoccupanti: conflitti interni, spesso legati al difficile rapporto con le minoranze locali, la poca attenzione riservata alle donne, ed ancora, problemi sui diritti degli omosessuali, vittime di discriminazione, la corruzione dilagante e il welfare animale.

Mentre l’Europa si salva, davvero per poco, con le sole due presenze di Lettonia e Lituania, non viene fatto alcun accenno al continente asiatico così come del continente africano nella classifica di quest’anno: la ong californiana, spiega a chiare lettere i motivi: “i diritti umani e i dati ambientali di questi Paesi lasciano ancora tanto a desiderare. La Cina, ad esempio, è troppo intenta a produrre profitto e ad aspirare al modello di capitalismo occidentale, senza avere in nessun modo a cuore il rispetto dell’ambiente. Il Ghana, lo stesso è stato rimosso a causa del declino dei dati sul rispetto dei diritti umani registrato proprio quest’anno”.

Nonostante ciò il rapporto di Ethical Traveler ha scelto per l’anno in corso anche altre cinque destinazioni d’interesse (Cuba, Egitto, Iran, Filippine e  Namibia, quest’ultima nota per il triste dato della pratica di massacro delle foche, circa 80 mila cuccioli l’anno), le quali, a detta dell’organizzazione non vanno isolate ed abbandonate e per le quali, i viaggiatori dovrebbero provare a superare la “breccia mediatica”.