Tutti vogliono i turisti cinesi: le strategie messe in campo nazione per nazione
Un numero record di un miliardo di turisti ha attraversato i confini internazionali nell’anno 2012 e tra questi i viaggiatori cinesi stanno diventando anche quest’anno una porzione sempre più ampia.
I turisti in partenza dalla Cina sono cresciuti dai 16.6 milioni nel 2002 ai 70.3 milioni nel 2011, e si prevede che possano aumentare ancora fino a 82 milioni quest’anno, più del 17%.
Queste cifre dovrebbero ulteriormente salire all’enorme cifra di 200 milioni di viaggiatori cinesi in partenza, ed il mondo ha bisogno di prepararsi a contenere tutto questo aumento.
Un altro dato interessante, proveniente dall’UNWTO, mostra che anno dopo anno, i turisti cinesi hanno speso il 30% in più quando hanno viaggiato all’estero nel 2012 rispetto all’anno precedente.
Questo trend di spesa è in costante crescita anche negli ultimi anni.
Dagli hotel, aeroporti, poste e rivenditori, viene assunto sempre più personale parlante il cinese mandarino, si snelliscono le norme per ottenere i visti e si stringono sempre più accordi di marketing congiunti con la Cina, perché tutti desiderano le orde di viaggiatori cinesi che spendono molto e bene durante le loro visite, in particolare lo desiderano i paesi europei e nordamericani immessi da alcuni anni in una spirale di recessione e crisi per l’alto debito pubblico: gli Stati uniti, il Regno Unito e l’Australia stanno letteralmente sbancando con gli arrivi di visitatori cinesi, una speranza in più di mettere a posto le loro singhiozzanti economie.
Destinazioni vicine come Hong Kong, Macao, Taiwan, Corea, Giappone, Singapore, già molto popolari tra i cinesi, stanno ristrutturando le loro politiche di turismo, per così dire, all’ingrosso, per prepararsi ad accogliere al meglio questi grandi numeri. Anche paesi come Gambia, Kazakhstan e Pakistan, stanno notevolmente intensificando i loro sforzi di marketing per attirare i viaggiatori del continente asiatico.
Se si è in viaggio dovunque nel mondo e non si è dotati di una strategia evoluta e mirata alla Cina, si è tagliati fuori dai giochi: quella che vi proponiamo qui a seguire, è una lista di 32 paesi che stanno mettendo a punto in maniera attiva strategie ed impiegando metodi per incrementare l’arrivo di visitatori cinesi, a partire dall’anno precedente, hanno intrapreso questa strada per costruire un market turistico più redditizio.
Vediamo insieme come si sono organizzate più di 30 nazioni nei vari continenti.
Ecco come si organizzano i Paesi asiatici
Filippine: La Cina è il quarto tra i più larghi mercati turistici per le Filippine con più di 150,000 visitatori approdati già nei primi sei mesi del 2012. Alcuni di essi si sono diretti all’isola di Boracay, la destinazione più popolare delle Filippine per i turisti cinesi.
Il Dipartimento del Turismo ha cercato di attrarre ancora più turisti a partire dall’estate 2013, con tariffe più accessibili e con l’offerta di “tour di familiarizzazione”, ossia delle escursioni per familiarizzare con i luoghi, rivolte sia agli agenti di viaggio che ai media.
Nell’anno corrente dette strategie di afflusso saranno ulteriormente incrementate.
Malesia: La Malesia ha aumentato il numero di voli da Guangzhou e Shanghai alla popolare destinazione di Kota Kinabalu, che affaccia sul mare del sud della Cina, per poter gestire l’enorme afflusso di turisti cinesi.
Se il ministro del turismo malese già da fine 2012 prevedeva l’arrivo di 1.5 milioni di visitatori cinesi e l’arrivo di turisti in sovrannumero da tutto il mondo, per l’anno 2014 questi dati continuano a salire.
Il Giappone è l’unico dei paesi che è andato in controtendenza, sperimentando un calo delle visite da parte di turisti cinesi negli ultimi tempi, che sono scese, infatti, del 33% ogni anno fino a giungere a 71,000 visitatori, tuttavia per l’anno 2014 vi sono segnali di ripresa.
La Thailandia ha ricevuto, invece, un incremento extra, già dall’anno 2012 a causa di una disputa territoriale tra Giappone e Cina che ha arrestato quasi tutto il turismo tra questi due paesi. Il numero corrente di visitatori suggerisce che i turisti cinesi oltrepasseranno il numero di visitatori provenienti da tutti gli altri paesi entro i prossimi cinque anni; Tuttavia, alcuni critici sostengono che vi potrebbero essere problemi di sicurezza e barriere linguistiche a contrastare la crescita del turismo in una delle sue più popolari destinazioni, Chiang Mai.
Nepal: Il turismo cinese verso questo paese è costantemente aumentato fin dal 2001, e i due paesi hanno inoltre recentemente firmato un protocollo d’intesa per incrementare ulteriormente il turismo in maniera collaborativa.
Come parte dell’accordo, entrambe le parti hanno aperto le porte e ripreso il trasporto diretto di passeggeri tra Kathmandu, la capitale del Nepal e Lhasa, la capitale della regione autonoma del Tibet.
Indonesia: Un aumento di visitatori cinesi a Bali è stato provocato quest’anno a causa di un calo di turisti europei in Indonesia e in Cina la seconda più grande fonte di turismo dopo l’Australia. L’Indonesia mirava ad accogliere una cifra di 600.000 turisti cinesi già dal 2013, circa 150.000 oltre il 2012.
Sri Lanka: Gli operatori turistici dello Sri Lanka spingono il governo a prestare attenzione all’importanza di attrarre turisti cinesi, suggerendo di migliorare le infrastrutture del paese per migliorarle e renderle più adatte al turismo aumentato.
A tal fine, l’ufficio di promozione del turismo dello Sri Lanka e la compagnia aerea SriLankan Airlines hanno partecipato a spettacoli di viaggio cinesi e organizzato il proprio turismo “road show” in tutta la Cina fin dal 2012. Gli spettacoli hanno dato agli operatori del turismo l’opportunità di stabilire relazioni dirette con i tour operators e i media cinesi.
Vietnam: Più di 1,4 milioni di turisti cinesi hanno visitato il Vietnam nel 2012, e il paese sta cercando di aumentare questo numero introducendo degli “shopping tour”, introducendo, inoltre, promozioni scontate delle tariffe aeree ed incrementando gli accordi con grandi agenzie di viaggio cinesi.
Oltre ad aumentare il numero di visitatori, il Vietnam ha anche messo in atto una strategia per estendere i soggiorni ai visitatori cinesi e per aumentare la loro spesa. Il Vietnam sta lavorando, inoltre, su uno schema per agevolare il rilascio di passaporti con il Laos, Thailandia, Cambogia e Myanmar al fine di aumentare le presenze di cinesi in tutti i paesi.
Cambogia: La Cina è la terza più grande fonte di turismo per la Cambogia con 234.440 visitatori nei primi nove mesi del 2012, il 32 per cento in più rispetto allo stesso periodo dell’anno 2011. Le visite verso le mete cambogiane continuano a salire negli ultimi anni.
Taiwan: Il Taiwan è l’unico paese che, invece, desidera l’arrivo di un minor afflusso di turisti cinesi. L’ufficio del turismo del paese, ha, infatti, recentemente limitato l’arrivo giornaliero dei viaggiatori cinesi a 4.000, anche se la media per gli arrivi giornalieri è costantemente di oltre 5.000.
Il boom è iniziato nel 2008 quando Taiwan ha aperto le sue frontiere ai turisti cinesi, ma le lamentele che ne sono seguite per la moltitudine di viaggiatori cinesi che ha letteralmente travolto le visite da parte di turisti di altre nazioni, ha costretto il governo a prendere misure per mettere un freno al flusso in ingresso di nuovi turisti cinesi.
North Korea: Anche la Corea del Nord è voluta scendere in campo. La Corea del Nord sta migliorando molto le sue infrastrutture nella speranza di aumentare il numero di turisti cinesi in ingresso, che, tra l’altro, è aumentato da qualche anno, poiché la Cina ha già incluso nel 2010 la Corea del Nord nell’elenco dei paesi di destinazione turistica.
La destinazione di recente considerazione è una meta attraente per i viaggiatori soprattutto per il gran numero di località incontaminate e anche perché è relativamente a buon mercato rispetto ad altre destinazioni internazionali.
La Corea del Nord ha, inoltre, semplificato la procedura dei visti per i turisti cinesi al fine di attrarre ancora più turisti.
India: l’India inizialmente ha ritenuto che le sarebbe derivato un piccolo beneficio dall’aumento dei turisti cinesi in viaggio da così lontano, ma poi già nel 2013 ha compreso l’importanza di questo flusso sempre crescente di visitatori e spera di cambiare le cose quest’anno.
Tra le strategie adottate, una di esse consiste nell’utilizzare il successo del film campione d’incassi ‘La vita di Pi’ in Cina per offrire pacchetti turistici ‘Vita di Pi’ in Cina, così come pure rendere disponibili guide in lingua cinese e siti Web tradotti in cinese mandarino.
Russia: Le agenzie di turismo nazionale di Cina e Russia hanno firmato un protocollo d’intesa sulla cooperazione nel settore del turismo e degli investimenti.
Come parte dell’accordo, la Cina ha ospitato “l’anno del turismo russo” nel 2012 e la Russia ha ospitato “l’anno del turismo cinese” nel 2013 per promuovere lo scambio di turismo, cultura ed educazione.
La collaborazione turistica tra i paesi continuerà anche quest’anno.
Ma l’Oceania non resta a guardare
Nuova Zelanda: La Cina è la seconda più grande fonte di visitatori per la nuova Zelanda e rappresentava l’8 per cento di visitatori già nel novembre 2012.
Il cinese sorpassava in numero i turisti provenienti dal Regno Unito per la prima volta quel mese, ma sono in numero ancora inferiore al 45 per cento dei visitatori complessivamente provenienti dalla vicina Australia.
La Nuova Zelanda, a scopo promozionale, ha impiegato diverso tempo per produrre un video turistico ambientato in quei posti, avente come protagonisti dei giovani viaggiatori cinesi che noleggiavano un camper per esplorare i parchi statali.
Australia: il numero di turisti cinesi ha superato anche quello dei britannici, tanto da diventare, per dimensione, il secondo tra i mercati del turismo per l’Australia.
Nei 12 mesi precedenti il mese di settembre del 2012, gli arrivi cinesi sono cresciuti del 17 per cento.
La prova di questo aumento è stato fornite da un’azienda australiana che ha suggerito, anche, che dal momento in cui si accettano le carte di credito Chinese UnionPay e sono stati incrementate le assunzioni del personale che parla la lingua cinese, questo riuscirà ad aumentare il business nelle città dove sono presenti anche le compagnie aeree di bandiera cinese.
Questa strategia è stata ripresa anche nell’anno 2013 e in quello corrente.
Per quanto riguarda, infine, l’Australia occidentale, questa sta impiegando un grande budget per cercare di attrarre viaggiatori cinesi.
Tra queste spese vi sono 4 milioni di dollari australiani di investimenti in campagne marketing di promozione turistica, finanziate dalle compagnie Tourism Western Australia, China Southern Airlines e Tourism Australia che mirano a quadruplicare i visitatori cinesi in arrivo entro il 2020.
Anche il Medio Oriente è interessato ai nuovi turisti
Kazakhstan: Gli sforzi del Kazakistan per aumentare il turismo cinese sono focalizzati sui tre mesi del World Expo che si terrà nel 2017, ma comprendono anche delle iniziative volte a sviluppare le infrastrutture di trasporto, ad aprire i voli diretti da e verso città cinesi e a comunicare sviluppi e progetti turistici con i tour operator cinesi.
Emirati Arabi Uniti: gli Emirati hanno visto l’ingresso di visitatori cinesi aumentare del 50 per cento tra il 2010 e 2011, un numero che è destinato ad aumentare dopo che il paese è stato insignito come “Stato meta preferita” di Beijing.
La Reputazione degli EAU con hotel di lusso ed i negozi duty free lo rendono negli ultimi anni una destinazione popolare per molti turisti cinesi.
Negozi e tour operator necessitano solo di incrementare nel breve futuro l’assunzione di interpreti e parlanti il cinese mandarino, mentre già accettano senza problemi carte di credito cinesi per godere appieno dei benefici della loro posizione.
Pakistan: La maggior parte dei visitatori cinesi tradizionalmente visita il Pakistan per scopi commerciali, ma il paese spera anche quest’anno di spingere maggiormente la sua immagine di turismo di svago.
Attualmente fornisce servizi di passaporti all’arrivo per gruppi di turisti cinesi e sta lavorando per promuovere i suoi prodotti locali partecipando agli spettacoli più importanti in Europa e in Asia.
L’ente del turismo pakistano ha lavorato anche con un’emittente televisiva cinese predominante per creare un documentario sul Pakistan e sulla via della seta.
In Africa assumono personale che sappia parlare il cinese
Kenya: Un boom del turismo cinese in Africa orientale sta oltrepassando il numero di abitanti della locale società keniota.
A causa della loro mancanza di conoscenze su come attrarre e coinvolgere l’arrivo dei viaggiatori cinesi, secondo un imprenditore keniota, il modo migliore per iniziare il gemellaggio con turisti cinesi è quello di assumere personale degli hotel che parlano la lingua cinese.
Altri suggerimenti per soddisfare gli ospiti cinesi includono l’evitare di dar loro le camere al quarto piano e di offrire del tè verde al posto del caffè.
Egitto: Mohamed Morsi Presidente egiziano, quando fu eletto per il governo di transizione dopo Mubarak, nel 2012, incontrò operatori del turismo a Pechino nell’estate dello stesso anno per impostare strategie al fine di aumentare il turismo in partenza verso l’Egitto.
I Turisti cinesi attualmente contano circa il 20 per cento di visitatori in arrivo in tutto l’Egitto ed il paese sta cercando di aumentare il numero di voli diretti attualmente presente tra il continente africano ed asiatico, concedendo anche più facilmente il visto per i gruppi di turisti cinesi al loro arrivo in Egitto.
Zimbabwe: lo Zimbabwe ha accolto circa 30.000 turisti cinesi nel 2011, più del triplo del numero di visitatori cinesi rispetto ai cinque anni precedenti. Il paese oggi si propone di raggiungere la cifra di 50.000 arrivi di cinesi entro il 2015.
Ha anche inviato una delegazione per il turismo al fine di partecipare al più grande mercato professionale del viaggio in Asia, il China International Travel Mart (CITM) e di mettere a punto un nuovo sistema di domanda di visti che permetterà ai turisti di farne richiesta online piuttosto che recandosi in ambasciata a Pechino.
Sud Africa: Un numero record di turisti cinesi (60.000) ha visitato il Sud Africa nella prima metà del 2012, soprattutto in coincidenza con l’appuntamento degli scorsi mondiali di calcio.
Una crescita del 68 per cento dell’afflusso di cinesi, vi è stato in realtà, già nel corso dei primi sei mesi del 2011, grazie all’introduzione dei voli diretti della compagnia South African Airways tra Johannesburg e Pechino.
I numeri dei visitatori cinesi sono iniziati sempre più ad aumentare in maniera costante dal 2009 quando al Sudafrica è stato garantito lo status di destinazione approvata dalla Cina e, detti numeri, sono stati ulteriormente sostenuti dall’apertura di due nuovi centri concessioni di visti in Cina nel 2011 insieme ad una campagna di promozione di viaggi in Sudafrica specificamente orientata ai visitatori cinesi.
Oggi, nel 2014, il numero di visite è ancora in costante crescita.
Più affari per tutti: anche il continente americano si adegua
Stati Uniti d’America: l’arrivo di turisti cinesi è aumentato del 30 per cento nel 2012 grazie al processo accelerato del governo nella concessione di visti.
Le città più visitate sono i grandi centri tra cui Washington D.C., New York e Los Angeles dove la Universal Studios ha provveduto ad assumere impiegati che parlano il cinese mandarino.
Canada: i numeri del turismo in entrata del Canada sono stati relativamente piatti fin dal 2012 con un minor numero di visitatori provenienti da Europa e Stati Uniti. Il dato sorprendente è stato, invece, un aumento di turisti in arrivo dall’Asia, soprattutto dalla Cina continentale.
I turisti cinesi hanno fatto 115.200 viaggi in Canada nei primi cinque mesi del 2012, un aumento di 22,9% anno su anno fino a quest’anno, in cui il trend mostra dati ancora in crescita.
Gli arrivi di turismo cinese decollarono per la prima volta nel 2010 dopo che al Canada era stato riconosciuto lo status di “destinazione approvata” dal governo cinese e le olimpiadi invernali avevano posizionato Vancouver sulla mappa delle mete preferite.
La Commissione turismo canadese recentemente è in cerca di nuove strategie per spingere attraverso i canali di social media in Asia il suo recente annuncio virale sul turismo. Ha anche creato appositamente una versione del suo sito web turistico in lingua cinese.
Costa Rica: la Cina risulta essere il secondo più grande partner commerciale della Costa Rica, ma quest’ultima non ha ancora avuto modo di attingere appieno al suo mercato lucrativo turistico in uscita dal paese.
Il paese centroamericano sta cercando di approfittare dei suoi ottimi legami diplomatici stabiliti con la Cina fin dal 2007 e di posizionarsi come paese d’ingresso verso l’America Latina.
La Costa Rica è al lavoro anche per facilitare i regolamenti di rilascio dei visti per le imprese, per incoraggiare le imprese legate al turismo ad utilizzare gli idiomi cinesi e soprattutto per aprire i voli diretti tra i due paesi.
Perù: il Perù ha avuto un ingresso di un minor numero di turisti cinesi rispetto ai loro vicini sudamericani negli ultimi anni, ma sta cercando di cambiare rotta, anch’esso facilitando le procedure dei visti per visitatori dalla Cina, per promuovere il turismo salutare, e partecipando a spettacoli di viaggi internazionali ai fini promozionali per la nazione.
In Europa sbanca la Francia, ma anche negli altri Paesi c’è gran fermento
Francia: La Francia è la destinazione più popolare per i turisti cinesi in Europa. Ristoranti, negozi di lusso e la capitale di Parigi, con il PCF, legata in passato anche alle origini del partito comunista cinese costituisce un ulteriore punto a favore per la scelta asiatica di questa meta europea.
La Francia poi fa parte oltre che dell’UE anche dei patti Schengen che danno facile accesso ai viaggiatori cinesi a 25 paesi europei con un visto singolo. Inoltre, Francia e Germania hanno recentemente aperto un centro congiunto a Pechino per accelerare ulteriormente le pratiche per il rilascio dei passaporti verso l’Europa.
Grecia: La Grecia sta cercando di aumentare l’arrivo di turisti cinesi per sperare di aiutare la ripresa economica.
Al fine di attirare più visitatori dei circa 80.000 che vi hanno fatto ingresso nel 2011, il paese che ha accumulato il debito pubblico più alto d’Europa sta lavorando per snellire le procedure per il rilascio di passaporti per i viaggiatori cinesi, per aprire i voli diretti tra i due paesi e abbassare le sue aliquote IVA sul catering alimentare.
Repubblica Ceca: Gli alberghi e i negozi a Praga hanno cominciato già da alcuni anni ad assumere dipendenti che parlano il cinese mandarino o il Cantonese (uno dei principali gruppi di dialetti o lingue della lingua o famiglia di lingue cinese), o spesso si sono mossi a noleggiare interpreti per avere personale pronto a comunicare al telefono con i turisti cinesi. Molti rivenditori hanno, inoltre, iniziato ad accettare la carta bancomat cinese, la Chinese UnionPay.
Danimarca: Il governo danese prevede che il numero di visitatori cinesi in arrivo cresca ad un tasso annuo del 20-30 per cento per i prossimi anni.
Solamente il numero di notti di pernottamento da parte dei turisti cinesi in Danimarca è cresciuto il 18 per cento nell’ultimo anno, probabilmente grazie all’inaugurazione di una tratta aerea con volo diretto tra Shanghai e Copenaghen. Il piccolo Paese europeo è particolarmente popolare per le imprese cinesi costantemente alla ricerca di convegni e riunioni da ospitare.
Gran Bretagna: Una cifra record di ben 149.000 visitatori cinesi è andato alla Gran Bretagna nello scorso anno, ma si stima ancora che circa 1,5 miliardi di sterline all’anno vengono ancora perse a causa delle restrizioni che limitano gli arrivi.
Per aprire veramente i cancelli all’arrivo dei turisti cinesi, come d’altronde hanno già fatto la Francia e l’Italia, la Gran Bretagna avrebbe bisogno di rivedere i suoi regolamenti in tema di rilascio dei passaporti, che richiedono una procedura stranamente burocratica ai turisti cinesi che per ottenerli sono costretti a fare domanda e a pagare per un passaporto separato dal resto dell’Europa.
L’amministratore delegato di Harrods, che ha più di 70 membri del personale parla mandarino e più di 100 terminali China Union Pay, a questo proposito, ha esortato la Gran Bretagna ad addolcire maggiormente il sistema dei visti, dato che pochi come i visitatori cinesi spendono quasi il doppio della media di spesa di altri turisti stranieri in vacanza nel Regno Unito.
Germania: La Germania è ben posizionata per ricevere i turisti cinesi, siccome, oltre ad essere parte dell’UE, è anch’essa inclusa nel regime di visti Schengen.
Rivenditori e compagnie di viaggio ritengono che il parlare una lingua cinese è un enorme vantaggio per adescare i viaggiatori. E poi la Germania gode, come sappiamo, anche di una grossa stabilità economica che nell’area europea le permette di reperire facilmente i fondi da investire per il turismo.
Cipro: l’isola europea di Cipro si è messa all’opera per attirare ben 100.000 turisti cinesi già dal 2013. Il suo primo passo è stato quello di ospitare gli operatori turistici cinesi da Hong Kong per familiarizzare con l’isola.
L’isola è anche in trattative per ospitare il concorso di bellezza Miss Asia e l’episodio finale di una popolare serie TV cinese nella speranza di introdurre visivamente l’isola ai cinesi. Quest’anno mirerà a superare quel tetto.
E per quanto riguarda l’Italia? Per i turisti cinesi nel Bel Paese quali misure si prospettano? Il White paper sui viaggi di lusso dell’Hurun report realizzata con l’International luxury travel market Asia rivela che l’Italia è la sesta tra le mete favorite dopo Francia, Stati Uniti, Singapore, Svizzera e Regno Unito ma si piazza prima di Australia, Dubai, Germania e Maldive.
In occasione dell’Expo di Milano per l’anno 2015, si prevede che le cifre in ingresso saranno in progressivo aumento, tant’è vero potrebbero arrivare in Italia 750mila visitatori cinesi.
L’obiettivo prefissato è di portare all’Esposizione oltre 20 milioni di persone, di cui 6-8 milioni dall’estero. Per questo motivo i pacchetti turistici, in primis, rappresenteranno un contributo importante per il coinvolgimento del maggior numero di visitatori possibile.
Per consocere le esigenze dei cinesi quando scelgono un hotel e i servizi che preferiscono, potete leggere Il Turista cinese: identikit e preferenze o il più recente Chinese International Travel Monitor di Hotels.com [clicca sull’infografica per ingrandirla].
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