Turismo Italia tra lobby, caste, sprechi e fallimenti
Quando la valorizzazione e lo sviluppo turistico è riservata agli iscritti agli albi di ingegneri e architetti
Se qualcuno avesse ancora qualche dubbio se sia giusto o meno che il turismo italiano coli a picco, da questa parte, chi scrive, ha maturato un’idea ben precisa già da diversi anni convinto che questo Paese o meglio gran parte delle aree di questo Paese se lo meritino e alla grande. E questi sono, secondo noi, soltanto i primi segnali di un declino, irreversibile o forse no, dal quale si salveranno soltanto alcune tipologie di offerta del turismo italiano.
E non nutriamo speranze che le cose si risollevino, che i proclami e i buoni propositi, di quel politico o quel presidente, di quell’esperto o imprenditore, di quella università o centro studi, che quei fiumi di finanziamenti da destra a sinistra su progettoni o progettini, iniziative e osservatori, consulenze e piani di sviluppo, cambino davvero le cose.
Il mercato è selettivo, è veloce e competitivo. E noi siamo vecchi, rigidi, disintegrati, dequalificati, in attesa. Lo sa il mercato, lo sanno tutti.
Potremmo prendere spunto dall’ultimo rimbalzo di responsabilità e di inefficienze che circonda l’oramai affossato portalone Italia.it, e che qualcun altro vorrebbe riesumare per continuare nello spreco di tempo e denaro, o dalle forze lobbistiche che da sempre hanno imbavagliato questo settore impedendogli una crescita degna di una grande paese a vocazione turistica. Ma invece guardiamo molto più in basso, ad un semplice bando di concorso di idee per la valorizzazione e lo sviluppo turistico, uno dei tanti sui nostri territori.
E’ un bando tutt’ora aperto, ma non è importante sapere dove e da chi emesso….ciò che stona del tutto è il vincolo di accesso riservato ai soli ingeneri ed architetti iscritti agli albi. Come se le idee di valorizzazione turistica siano un qualcosa che solo queste due categorie professionali sono in grado di produrre. E’ semplicemente assurdo.
A detta del primo cittadino il concorso servirà per valutare le diverse ipotesi di valorizzazione del territorio, tutte di elevata qualità sotto il profilo paesaggistico e naturale. L’obiettivo – aggiunge – è la realizzazione di un programma integrato di recupero e valorizzazione turistica che ne garantisca la massima tutela e conservazione, nell’ambito del quale vengano individuati gli obiettivi, le priorità, stabilite le progettualità, pubbliche e private, da predisporre, individuati gli strumenti di finanziamento delle iniziative da attivare e la dotazione di strutture ricettive necessarie alla sostenibilità dell’investimento nonché le partnership pubblico-private da realizzare.
Se su qualcosa può essere legittima la competenza di un ingegnere o architetto, su altro no. Ci chiediamo allora cosa fanno tutti quei professionisti che hanno una esperienza consolidata nello sviluppo turistico, cosa sono quell’esercito di giovani che sono formati e si formano alle problematiche di sviluppo turistico, sostenibile e non, nelle università italiane. Solo perché non hanno un albo professionale, ciò significa che debbano interessarsi a tali tematiche solo se al servizio di ingegneri e architetti?
Se così fosse è il caso che qualcuno glielo vada a spiegare nelle aule delle università che progettare un sistema turistico integrato, un sistema di sviluppo turistico territoriale sostenibile, riserverà loro un futuro alle dipendenze di consolidate lobby che accedono con maggior facilità a certe opportunità.
E poi quanti sono i casi di tentato sviluppo turistico o valorizzazione turistica in questo Paese che hanno generato disastri, ecomostri, sprechi di denaro, perdita di identità dei territori? Chi li ha curati quei piani?
E qui si continua a privilegiare, e in questo caso anche a premiare con € 30.000, certe categorie senza neppure considerare o essere consapevoli dell’evoluzione in conoscenza, riscontrabile in figure e risorse professionali specifiche e specializzate del turismo. Magari ambiziose di poter far qualcosa per il proprio territorio ma che si vedono escluse solo perché non appartenenti ad albi.
Quando poi si legge che il punto di contatto, quindi il riferimento del bando, è un ingegnere e che il punto di contatto dell’amministrazione comunale beneficiaria della valorizzazione turistica è sempre un ingegnere, si comprende come turismo, opportunità e sviluppo siano imbrigliati in meccanismi da casta.
Siamo alle solite, come i tanti piani di marketing turistico predisposti dai dottori commercialisti, inutili, impolverati e accumulati nelle nostre amministrazioni pubbliche. Si i commercialisti, l’altra grande categoria di professionisti che tra conti, fisco e libri contabili, pare abbiano ampiamente sviluppato in Italia le competenze sul marketing turistico territoriale…e i casi di successo sono sotto gli occhi di tutti.
Che finiscano queste logiche. L’Italia è un Paese che non può più permettersi caste e giochetti ad accaparrarsi le risorse pubbliche, dal più piccolo al più grande ente, ma si inizi a premiare e dar spazio alle competenze del settore e che tutt’al più siano loro ad avvalersi, se opportuno, del supporto specialistico di professionisti come ingegneri, architetti o commercialisti.