Turismo: Presidenza o Ministero?
di Antonio Sereno
La crisi finanziaria mondiale e le conseguenti difficoltà nell’andamento dell’economia non potevano non avere effetto anche sul settore turistico che già viveva un momento non particolarmente felice.
Si comprende, quindi, che torni a dibattersi il problema e che si invochino riforme per invertire la tendenza negativa e garantire una migliore gestione di questa risorsa tra le più importanti del paese.
Si ritiene necessario che il turismo sia gestito da un Ministero che possa occuparsene in modo specifico, apparendo forse inadeguato l’affidamento alla Presidenza del consiglio dei ministri.
Pur comprendendo gli operatori del settore e l’esigenza che il turismo sia seguito con attenzione, non si possono non esprimere forti perplessità sulla richiesta di cambiamento perché la storia politico istituzionale sembra confermare la bontà dell’attuale soluzione di governo.
Il problema della gestione del turismo italiano nasce negli anni 70, con l’attuazione dell’ordinamento regionale e col trasferimento agli organi locali poiché l’articolo 117 della Costituzione affidava alle Regioni il comparto; si accentua poi con il profilo federalista che ha accresciuto il potere degli organi locali: le Regioni hanno rivendicato sempre più la loro autonomia di gestione finché nel 1993, il Ministero del turismo e spettacolo fu soppresso insieme a quello dell’Agricoltura e foreste, poiché la sua azione appariva incompatibile con le competenze regionali.
Mentre il Ministero dell’agricoltura tornò in vita come Amministrazione delle politiche agricole, in quanto si volle mantenere un Ministero nella gestione di una materia rilevante anche per l’Unione Europea, il turismo passò alla Presidenza del consiglio dei ministri quale organo super partes, idoneo a gestire il settore anche di fronte agli organi locali i quali accettarono la funzione governativa sia pure con qualche riserva.
Nel frattempo mutava la concezione del turismo e si affacciava prepotentemente la connotazione industriale del fenomeno originariamente inquadrato nei “”servizi””; si ritenne pertanto opportuno che la gestione venisse trasferita al Ministero dell’industria poi divenuto Ministero delle attività produttive.
Nei primi anni del nuovo secolo, tuttavia, questa concezione venne meno di fronte alla realtà di una materia che aveva più connotati culturali che industriali e che non rispondeva alle leggi fondamentali che governano il prodotto industriale poiché, in certo modo, ha la tendenza a prescindere dal prezzo e dal rapporto con l’economia ed a crescere in funzione di un’esigenza culturale e spirituale delle genti.
Questa realtà insieme alla dimostrata trasversalità del turismo che abbraccia settori e sub settori sempre più ampi della vita economica, ma soprattutto sociale, nel permanere delle riserve da parte delle Regioni sulla competenza di un ministero, indussero il Governo ad un nuovo trasferimento alla Presidenza del consiglio dei ministri affidando le relative competenze ad un Sottosegretario, con specifica delega del Presidente del consiglio, affiancato dal Consiglio nazionale del turismo con funzioni di indirizzo e coordinamento della materia.
Si ottiene così una sinergia notevole a livello istituzionale, tra il momento governativo e l’autonomia degli enti locali che hanno compreso la necessità di un punto di riferimento centrale purché rispetti le loro prerogative, purché possano cioè partecipare all’iter decisionale, condizione che si realizza attraverso il Comitato nazionale ed il passaggio in Conferenza Stato regioni, strumento di raccordo amministrativo tra la politica del turismo e la sua attuazione sul territorio.
Se si considera che nel frattempo è intervenuta la riforma dell’ENIT, che sono state varate importanti intese operative con il Ministero degli esteri e l’ICE, quanto al made in Italy, nonchè con la Pubblica amministrazione -Innovazione tecnologica- quanto al portale telematico-promozionale, con le Regioni per la classifica alberghiera, che si organizzano iniziative di grande spessore culturale e notevole impatto sui flussi come l’Expo 2015, si comprende che il problema non è quello di un nuovo organo di governo del turismo ma quello di una politica di sinergia: continuare a programmare iniziative valide, favorire la collaborazione fra il settore pubblico e privati interessati allo sviluppo turistico, rendere il sistema Italia più conosciuto e più accessibile favorendo la trasparenza e la chiarezza del mercato.
Questi obiettivi ben si possono raggiungere attraverso il Sottosegretario alla Presidenza del consiglio la cui delega presenta tutti i margini di manovra e di iniziativa necessari per portare il turismo italiano di nuovo ai primissimi posti nella top ten mondiale come è evidente dalla lettura del provvedimento:
Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri
Visto…………………………… omissis
Ferme restando le competenze spettanti ai Ministri, al Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, On. Michela Vittoria Brambilla sono delegate le funzioni assegnate al Presidente del Consiglio dei Ministri in materia di turismo dal decreto-legge 18 maggio 2006, n. 181, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2006, n. 233, nonché quelle di impulso, indirizzo e coordinamento dei programmi e delle attività delle amministrazioni statali, anche in raccordo con le autonomie regionali e locali e con il coinvolgimento di ogni altro soggetto pubblico e privato interessato, al fine di accrescere, qualificare e valorizzare l’azione del Governo nei seguenti settori e per le seguenti finalità:
1) sviluppo delle capacità, delle potenzialità e dell’immagine del «Sistema Italia», a partire dalla promozione del patrimonio culturale « della crescita delle attività turistiche e dei settori produttivi ad essi collegati, rispetto al contesto internazionale, anche con appropriate iniziative di comunicazione istituzionale ed anche in vista dell’evento Expo Milano 2015;
2) tutela e rilancio del «marchio Italia» per la promozione degli interessi e delle competenze italiane all’estero, individuando strategie volte a realizzare ogni occorrente sinergia tra organi ed enti operanti nei settori interessati, anche esercitando le funzioni di cui all’art 12 de! decreto-legge 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 maggio 2005, n. 80;
3) coordinamento, per quanto concerne la promozione e lo sviluppo del turismo, dei «grandi eventi» in capo all’apposita struttura di missione di cui all’art. 1, comma 1, del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 15 giugno 2007; ciò anche attraverso iniziative volte alla presentazione al pubblico delle opere e dei servizi realizzati in occasione dei predetti grandi eventi, nonché alla promozione e realizzazione di manifestazioni, celebra-zioni e rappresentazioni mediatiche ad essi connesse;
4) sviluppo di politiche organiche, d’intesa con gli enti competenti, relative alle città storiche, ai piccoli comuni, alle reti, ai distretti, agli itinerari turistico-culturali. delle produzioni tipiche e delle tradizioni popolari del territorio italiano, anche attraverso l’indirizzo, la promozione e il monitoraggio di iniziative di «grandi eventi» e anniversari finalizzati alla definizione di strategie multifunzionali per il proficuo utilizzo delle risorse esistenti;
5) individuazione di forme e modalità dì raccordo, anche procedimentale, con le regioni, le autonomie locali, gli enti istituzionalmente preposti allo sviluppo locale, nelle materie oggetto della presente delega, al fine di fornire ogni possibile implementazione, sinergia e coordinamento;
6) partecipazione ad organi collegiali aventi competenze nelle materie oggetto della presente delega e predisposizione di testi normativi di riforma delle materie medesime, di concerto con i Ministri di settore.
Il presente decreto sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana, previa registrazione da parte della Corte dei conti. Roma, 2 luglio 2008