Genova: a turisti e crocieristi il braccialetto elettronico
Notizia ripresa ieri dal notiziario travelnostop.com che, a mio modesto parere, ha dell’incredibile. A Genova, a fine marzo, partirà una sperimentazione decisa dal Comune, in collaborazione con Telecom, che porterà i turisti, in particolar modo i crocieristi, ad indossare un braccialetto elettronico salvavita. Verrebbe così estesa l’adozione del braccialetto come per le donne che lavorano di notte, gli alunni delle scuole, elementari e medie, e gli anziani.
Non conosco il mercato turistico di Genova né tantomeno gli eventuali problemi di sicurezza e le necessità di prevenzione, mi chiedo però se, a monte del lancio di tale iniziativa, ci si è posti il problema di valutare gli effetti sull’immagine turistica della città. E se è stato chiesto un parere agli operatori del settore.
Indiscutibile è l’impatto per coloro che vivono nella città e che sicuramente ne trarranno vantaggi e protezione. Ma credo che l’associazione immediata che il turista possa fare di un luogo in cui è fornito un “braccialetto elettronico” sia quello di “estrema pericolosità”. Nessun turista italiano, salvo l’eccezionalità ed unicità del luogo, sceglierebbe una destinazione – che sia in Italia o all’estero – in cui è dato in dotazione al suo arrivo, facoltativo o meno, un welcome di tal genere. E ciò dovrebbe valere anche per un turista straniero. L’iniziativa, se vogliamo, sembrerebbe poi del tutto svincolata e fuori luogo in relazione al momento di crisi che il turismo vive in questo momento e che certamente non ha bisogno di iniziative che potrebbero ulteriormente scoraggiarlo.
La nota stampa dice: “La sperimentazione, partirà a fine marzo, per tre mesi, con una dotazione di 35 bracciali (8 per i turisti che faranno scalo con le navi da crociera, e 9 per le altre categorie) collegati ad un call center che funzionerà da interfaccia individuando gli operatori di polizia più vicini al punto di richiesta di soccorso. Il bracciale è dotato di un tasto centrale rosso che serve ad attivare la domanda di aiuto, tre che chiamano numeri preregistrati a scelta ed uno di accensione ed uno di spegnimento. Inoltre, grazie al rilevatore gli operatori del call center saranno in grado di localizzare anche chi ha difficoltà a parlare.”
Gli apparecchi messi a punto da Telecom sarebbero derivati dalla tecnologia militare israeliana. Per fortuna, sarebbe il caso di aggiungere, la sperimentazione durerà solo tre mesi. Non possiamo immaginare gli esiti, ma mi auguro che gli eventuali problemi di sicurezza per il turista vengano risolti, a Genova come in qualunque altra destinazione italiana, con una progettualità e “creatività” differente.
Francesco Mongiello