Tra guerra dei prezzi e speculazioni la necessità di una nuova “Formazione Alberghiera”
Ciclicamente ed un po’ in tutte le città importanti d’Italia si legge di piccole e grandi schermaglie tra gli organizzatori di eventi fieristici e gli albergatori.
I primi vengono spesso accusati di offrire gli spazi fieristici a prezzi esorbitanti, ciò indurrebbe gli espositori a disertare gli eventi, i secondi di speculare sui prezzi delle stanze aumentandoli sensibilmente soprattutto in vista di manifestazioni importanti.
Il mio pensiero è che questa diatriba sia ormai priva di ogni senso.
Al di là dei discorsi populistici che consigliano di osservare il proprio giardino senza curarsi di quello del vicino, vi è un sostanziale “senza senso” che dovrebbe spingere gli abili manager dei due settori a farla per sempre finita.
Per quello che riguarda il mondo delle fiere, è evidente che una crisi incombente maturata nel tempo e solo recentemente esplosa, la capacità del web di carpire i visitatori comodamente dall’azienda e con sforzi economici molto inferiori, la concorrenza di nuovi siti fieristici “low cost” nati e cresciuti in località stagionali (un considerevole vantaggio) hanno contribuito e continuano a contribuire a rendere obsoleti i classici appuntamenti fieristici annuali.
D’altro canto in tali condizioni, la consueta speculazione degli albergatori nel breve periodo, si ridurrà ulteriormente cessando di dare i propri frutti “compensativi”.
Tali speculazioni sono infatti diventate per gli albergatori, da tempo, il sintomo preoccupante che vi è un profondo “dissesto” (cronico) dell’occupazione media annuale e ciò è diretta conseguenza anche dell’indiscriminata costruzione di Alberghi in luoghi dove la necessità di un numero elevato di stanze era ed è (molto meno) funzionale proprio agli eventi fieristici.
La “sovra-concorrenza” tra l’altro è il risultato del proliferare di nuove autorizzazioni a costruire alberghi rilasciate dai comuni sulla spinta (politica) oltre che degli immobiliaristi anche degli enti fieristici che hanno sempre visto, sbagliando, nell’aumento di disponibilità di camere un incentivo a partecipare, per gli espositori.
Non è mio interesse pensare ad una soluzione per le Fiere e per il loro adattamento ad un mondo in rapido cambiamento che le rende sempre più elitarie, ciò che mi interesserebbe di certo risolvere è il problema occupazionale degli alberghi.
Ora che in economia va tutto male o quasi, è indispensabile crescere unendo al vocabolario alberghiero oltre che la parola speculazione anche la parola concorrenza.
Il proporzionato equilibrio tra tariffe e qualità è da sempre la chiave per il successo di un albergo, un successo nel medio lungo termine, ma certamente un successo più duraturo di quello speculativo.
A questo scopo ancora di più del passato la formazione del personale addetto alle vendite ed all’accoglienza ed alla corretta gestione del soggiorno del cliente rimane al vertice delle azioni importanti da compiere per raggiungere lo scopo.
Questo investimento nella formazione va però supportato dal governo che dovrebbe aiutare il settore ad investire nella formazione, proponendo corsi formativi a partire dai licei, attinenti al mondo del lavoro e specialistici, e non completamente dissociati dalla realtà come è avvenuto negli ultimi anni.
Roberto Vuilleumier
Consulente
Autore del Libro “Professione Receptionist” ed. Hoepli; Autori: Roberto Vuilleumier, avv Rebecca Chiarini
http://www.tamerix.com/pubblicazioni.htm