Il Turismo in Italia e la “compe-senza”
Il turismo in Italia: l’importanza strategica delle competenze di Marketing nel settore turistico e, allo stesso tempo, la grave insufficienza di tali competenze, sono per il nostro Paese un serio problema competitivo. Ma anche una grande opportunità
Vi è mai capitato di partecipare come candidati o come selezionatori alla ricerca di personale di marketing e comunicazione in un’azienda o in un’agenzia?
O, meno direttamente, di seguire, quale spettatore, in azienda strutturata, la ricerca di personale qualificato nell’ambito marketing ?
Ad esempio di un product manager o responsabile sviluppo brand, di un marketing manager oppure di un responsabile strategie di marketing.
Il percorso di ricerca e selezione è molto impegnativo perché questi ruoli sono strategici per lo sviluppo del brand e dei risultati.
Si mettono in moto head hunter, selezioni con almeno tre diversi step e gradi di colloquio, molti candidati che si contendono il posto, test, tempi di prova.
Nelle aziende private vince la meritocrazia
Quando ho dovuto affrontare (e in alcuni casi vincere) la selezione per product manager o responsabile marketing, l’iter è stato difficile.
La mia candidatura è stata giustamente in competizione con centinaia di candidati formati e competenti.
Quante giornate passate in ansia o notti spese a prepararmi e a non dormire! Quanti momenti di soddisfazione abbinati ad altri di delusione.
Spesso le aziende private con cui sono venuta in contatto erano meritocratiche e questo è sempre molto confortante sia in caso di successo che no.
Se vince qualcun altro, accetti di aver perso, perché sai che chi ha vinto è più bravo di te!
Idem nella libera professione. Le aziende e le organizzazioni ti scelgono per la tua professionalità e la tua capacità di portare risultati concreti in un mercato dove si compete con altri professionisti.
Dove quello che conta sono le Competenze di Oggi. Ma anche quelle di domani.
Mai smettere di formarsi
Mi spiego. Non si valuta solo Chi sei oggi ma, in prospettiva, Chi sarai domani. Cioè il tuo atteggiamento verso la formazione continua, la cultura, l’innovazione.
Se si parla di prodotto e di mercato, che sia un bene di consumo o un servizio, l’elenco di competenze richieste è lunghissimo.
Il diploma o la laurea sono da integrare preferibilmente con un master ad hoc e/o corsi di specializzazione. Perché le figure professionali sono tante, con skills specifiche.
L’approccio mentale richiesto è quello che coniuga competenze hard a competenze soft, la visione di insieme, la curiosità, la predisposizione ad ascoltare e a lavorare in gruppo.
Ma, soprattutto, la volontà e la consapevolezza che non si può mai smettere di formarsi.
Per svolgere le professioni di marketing e comunicazione, siamo tenuti a conoscere i mercati di oggi e, in modo previsionale, quelli di domani, la concorrenza nazionale e internazionale.
Le competenze trasversali
Cosa cerca e cosa cercherà il consumatore. Dove lo cercherà. Chi lo informa per valutare le scelte di acquisto. Quali tipologie e segmenti di consumatori possiamo individuare e contribuire a creare.
Dove vanno ad acquistare i consumatori e come. Dove andranno ad acquistare in futuro. In quanti e quali luoghi reali o virtuali acquistano.
Come passano il loro tempo libero, i loro modelli aspirazionali, i loro stili di vita.
Come dobbiamo comunicare con loro, quanto acquistano e a quale prezzo. E via discorrendo.
Sono dunque necessarie competenze statistiche, economiche, tecnologiche e digitali. Ma anche creative, comunicative, psicologiche ed etiche per un lavoro complesso, E, soprattutto, in continua evoluzione.
E fin qui ci siamo occupati di biscotti o formaggini.
Senza togliere nulla ai dolci deliziatori dell’inizio giornata o al formaggio morbido che ha “insaporito” la mia infanzia e quella di tanti altri, naturalmente.
La complessità del marketing dei luoghi
Era solo per dire che se la complessità del product management dei prodotti è notevole, quella dei Luoghi anche di più.
Le competenze di cui abbiamo parlato devono infatti tenere conto di ulteriori variabili che rendono ancora più articolato il contesto competitivo dei Luoghi rispetto al mercato dei beni.
Se citiamo anche solo alcuni degli elementi di complessità del Marketing dei Luoghi, avremo un’immediata comprensione del tema.
I Luoghi sono influenzati dalla situazione politica nazionale e internazionale. Che può cambiare e richiedere cambiamenti improvvisi e radicali anche a prescindere dai risultati.
Nel turismo, i prodotti e servizi sono il frutto dell’offerta di diversi operatori che combinando i loro prodotti complementari, devono soddisfare i visitatori.
Perché un visitatore non sceglie un operatore ma sceglie un luogo.
Nei luoghi vivono persone, i residenti, che hanno un ruolo determinante nel successo o nell’insuccesso della destinazione. Con tutto ciò che ne consegue.
Il turismo in Italia paga la grave lacune di competenze
Ecco, il ragionamento è presto svolto. Nonostante la situazione sia complessa e richieda un’adeguata preparazione ed esperienza, il nostro Paese soffre di una grave lacuna di competenze nel settore turistico.
Sempre più la crescente competizione tra le destinazioni tradizionali e quelle emergenti – e i profondi cambiamenti nel comportamento del turista – hanno determinato la necessità di differenziare.
Disporre di un patrimonio culturale unico è sicuramente un’ottima base da cui partire. Ma se attorno a esso non si crea una proposta originale, si rischia di attrarre solamente un turismo di passaggio. Senza possibilità di fidelizzazione.
Per fidelizzare occorre proporre“ cose nuove”.
E per fare questo – e commercializzarlo, misurarlo ed eventualmente aggiustarlo – è necessaria: la Competenza!
L’Italia e i mercati internazionali
Quello del turismo in Italia è un settore dinamico che ha continuato a creare ricchezza anche nella fase di rallentamento economico. E, aspetto ancora più rilevante, è previsto in forte espansione anche per i prossimi decenni.
Si stima che le principali economie che cresceranno di più nel comparto “turismo e viaggi” saranno: la Cina, gli Stati Uniti, l’India, l’Indonesia, il Messico e il Sud Africa.
Appare evidente come il turismo possa offrire grandi opportunità di crescita a quei Paesi capaci di intercettare i flussi internazionali. (In questo articolo viene proposto un interessante confronto fra Cina e Brasile in rapporto alla destinazione Italia).
Opportunità, questa, che l’Italia sembra riuscire a cogliere solo parzialmente.
Il World Economic Forum si occupa, fra l’altro, di valutare la competitività di una destinazione attraverso un indice complessivo che è il risultato della combinazione di tre sotto indici.
“Quadro regolativo”, “ambiente imprenditoriale e infrastrutture” e risorse umane culturali e naturali.
Ecco cosa ci dice rispetto all’Italia.
Il World Economic Forum: Italia poco competitiva
Secondo il rapporto del World Economic Forum pubblicato a fine 2017 «Travel &Tourism Competitiveness Report», l’Italia deve accontentarsi di un non brillantissimo ottavo posto.
Al primo c’è la Spagna seguita da Francia, Germania, Giappone, Regno Unito, Stati Uniti e Australia. E solo dopo tutti questi veniamo noi. Completano la «top ten» il Canada e la Svizzera.
Questo è un indice sintetico. Scomponendolo, l’Italia si piazza meglio (al 5° posto) per il patrimonio culturale. E sempre in alto per le bellezze naturali (12° posto).
Ma le risorse umane sono un punto negativo e continuano a rimanere in una posizione non confortante: 68° posto.
Marketing inefficace: ecco perché il turismo in Italia arranca
Inoltre va rilevata l’inefficacia dell’attività di marketing nella presentazione e attrazione dei turisti: siamo al 104° posto su 136 paesi analizzati.
Anche altre classifiche e fonti internazionali confermano nella sostanza la medesima conclusione.
La percezione dei consumatori premia l’Italia per il patrimonio artistico-culturale, per lo stile di vita, per l’accoglienza dei suoi abitanti e per la qualità delle produzioni.
Ma a penalizzare il nostro Paese ancora una volta sono la scarsa attenzione alla formazione e il basso livello tecnologico.
Mentre ci domandiamo perché, non succede ciò che succede nelle aziende private e in altri Paesi del mondo in un settore in crescita. Sappiamo di avere almeno una grande opportunità.
Questo articolovuole essere il mio personalissimo augurio di un Buon 2019.
Più competenze per rilanciare il Brand Italia
Un buon anno, assolutamente convinto che ci sia tanto lavoro da fare sul Brand Italia e che, con le adeguate competenze, si potranno ottenere dei brillanti risultati.
Questa è una concreta strada verso la sostenibilità perché la competenza, anzi la compe-senza, ha dei margini di miglioramento molto ampi per definizione.
Ritorno con piacere alla parola già usata nel mio precedente articolo: studiare.
Studiare è un’arma concreta. E l’unica auspicabile e possibile per lavorare sullo sviluppo del brand Italia.
Studiare per lavorare nella propria terra
Mentre per i giovani può essere un’opportunità per lavorare senza dovere lasciare la loro terra. Anzi, prendendosene cura. E contribuendo al rilancio del turismo in Italia.
Studiare è una parola che di solito non piace ai ragazzi. E non solo a loro.
Personalmente penso invece che Studiare sia un termine che merita tanto!
Mi piacerebbe che cominciasse a evocare delle sensazioni belle. Studiare come stimolo per iniziare nuove avventure professionali.
E per intraprendere strade di crescita lavorativa e, soprattutto, etica e umana.
Auguri, buono studio e a presto!