Turismi

Accoglienza e autenticità: Claudio Ricci apre le “Finestre sulla bellezza”

“Turismo” e “Italia” sono due termini che vanno, da sempre, insieme. Le innumerevoli bellezze storiche, artistiche e culturali del nostro Paese ne hanno fatto una meta privilegiata dei viaggiatori di tutto il mondo.

Eppure, ricorda Claudio RicciPresidente onorario dei Beni italiani Patrimonio Mondiale Unesco, già delegato nazionale Anci sul turismo e nel Comitato Gioielli d’Italia, nonché tra i massimi esperti italiani di valorizzazione turistica del territorio – finora la maggior parte delle presenze sono rimaste concentrate lungo l’asse che collega Roma, Firenze e Venezia.

L’Italia, però – sottolinea l’autore – è molto più di questo. E, nell’attuale momento storico, il turismo può entrare in una diversa dimensione, che preferisca alle mete omologate quelle che mantengono una propria unicità. Un’attitudine nuova di vivere il viaggio, che sia attento a una ricerca dei valori e alla tutela dell’identità dei luoghi.

Questa via alternativa l’ingegner Ricci, già sindaco di Assisi e membro del Comitato IOCOMOS Italia (Consiglio Internazionale dei Monumenti e dei siti), la indica in modo puntuale e allo stesso tempo suggestivo nel suo ultimo libro: “Finestre sulla bellezza – Viaggio e accoglienza turistica nel paesaggio italiano”. Il testo, già in distribuzione. è disponibile sulla piattaforma Amazon e sul sito www.morlacchilibri.com.

Un prezioso taccuino per appunti

Un volume, dato alle stampe per Morlacchi Editore, che ritrae le caratteristiche del territorio e delle risorse legate all’accoglienza sotto forma di un accattivante taccuino di appunti. Che annota i termini che meglio inquadrano le peculiarità e i punti di forza del Bel Paese. Ed al contempo è fonte d’ispirazione per percorsi ed indirizzi volti a valorizzare tali peculiarità e dar loro risalto nella giusta maniera.

Sono proprio queste le ‘finestre’ che Ricci invita il lettore ad aprire. In un desiderio di scoperta che, alla fine del percorso che conduce all’ultima pagina, fornisce risposte concrete agli interrogativi che oggi si pone chi si occupa di incoming ed hospitality. Suggerendo, allo stesso tempo, nuove direzioni da intraprendere. Ma l’itinerario di lettura si rivolge anche a chi il viaggio ama viverlo in prima persona e vuole farlo attraverso una prospettiva inedita.

Del resto, afferma l’autore, aprire una finestra “sembra un gesto scontato ma non lo è. Ogni volta che apriamo una finestra c’è la volontà di guardare oltre il paesaggio che ammiriamo”.

Aprendo quelle indicate da Ricci si arriva a comporre un mosaico che parla di un nuovo turismo che ha come capisaldi l’autenticità e l’armonia, per fruire della “bellezza dei paesaggi e dei beni culturali italiani” coniugando “sostenibilità ambientale e benessere interiore”.

Le parole per scoprire l’essenza del territorio

Ogni finestra è rappresentata da una parola che, in qualche modo, è intimamente legata a questa ricerca di una nuova sensibilità dell’accoglienza.

Come il “Paesaggio”, che non è mai accessorio o sfondo, perché in quello italiano “sono così diffusi i beni culturali (…) che i grandi monumenti, come le piazze importanti, li trovi replicati, in piccolo ma con pari valore, nei luoghi abitati più nascosti”.

Oppure i “Paesi”, ossatura dell’Italia, un tempo abbandonati in favore delle città e luoghi in cui oggi si desidera tornare, giacché “si cammina verso mete più silenziose e armoniche, dopo tanto rumore”.

O ancora il “Sorriso”, che “per chi accoglie un viaggiatore è un fatto essenziale”, dal momento che “il saper ospitare, quasi fosse una missione, con ampia cortesia e un sorriso sincero varrà, nel prossimo futuro, molto di più”.

E poi le “Potenzialità”: quelle italiane “si potrebbero elevare – si legge nel testo – con più investimenti nella formazione, a ogni livello”.

L’ultima finestra, che chiude il cammino di 100 tappe lungo il quale Claudio Ricci ha inteso guidarci, è la “Navicella”. Quella da cui osservare la strada fatta finora e individuare l’indirizzo futuro.

Una veduta privilegiata sul turismo del futuro

Finestra dopo finestra, al lettore appare con lucida chiarezza l’idea di turismo del futuro che l’autore auspica possa trovare concretezza.

A corollario di questo iter, per meglio esplicitare il senso di tale raffigurazione, Ricci si sofferma su otto approfondimenti.

Ciascuno di essi aggiunge un prezioso tassello al già ricco scenario che, una pagina dietro l’altra, si delinea all’interno del volume.

A cominciare da un interessante excursus sulla lista del Patrimonio mondiale Unesco, dalla nascita ai nostri giorni. Al di là dell’iter storico che ha portato alla sua costituzione, e a una panoramica sulle differenti sezioni di cui oggi è dotata, l’autore descrive esaustivamente la prassi che bisogna seguire per presentare la candidatura di un sito o di un bene immateriale.

E rimarca l’importanza che un simile riconoscimento riveste, non soltanto per l’attestazione del valore inestimabile che il bene inserito custodisce. Ma anche, o soprattutto – dipende dai punti di vista – per la funzione di stimolo a preservarne inalterata la bellezza. Anzi a lavorare per accrescerla.

“I siti Unesco – scrive, infatti, Ricci – sono come una farfalla da non chiudere in bacheca. Solo ‘il saggio uso li conserverà’ perché una buona tutela è quella che ben consente alle persone di viverla. A pensarci bene è quasi una filosofia. Uno stile di vita, per chi ‘traduce’ la bellezza nel senso di una vera Eredità, ricevuta e da ricreare, per andare oltre”.

La ricchezza del particolare come linea di indirizzo

Gli altri approfondimenti riprendono il filo di quell’ideale evoluzione che per l’autore deve essere la linea d’indirizzo del nuovo corso. Dell’idea di un’ospitalità più sincera e a dimensione d’uomo, che restituisca la centralità ai dettagli, meravigliosi, di cui la nostra nazione abbonda. E che rischiano di perdersi, schiacciati e rimpiccioliti nella grandezza degli itinerari di massa.

Non è un caso, difatti, che in questa seconda parte della trattazione un paragrafo sia dedicato al tema “La bellezza del particolare: in viaggio fra i rosoni”.

“Tendiamo a concentrare i viaggi – viene evidenziato nel libro – in poche mete principali, mentre dovremmo ampliare il nostro sguardo al ‘paesaggio culturale diffuso italiano’, dove il piccolo, il particolare, è cesellato in luoghi da scoprire”.

Gli altri concetti che trovano spazio in questa sezione sono quelli dell’albergo e dell’ospitalità diffusa, dei luoghi “invisibili” che diventano flessibili, dell’autenticità racchiusa nelle isole dei laghi italiani, del racconto delle bellezze dell’isola di Polvese, e della comunicazione turistica futura tra “fragilità” e “solidità”. Fino al passaggio dal “turismo estrattivo” ai luoghi “fertili” di energia.

L’Italia più vera: l’Iter verso una nuova consapevolezza

In appendice, come ultimo elemento che arricchisce il particolareggiato quadro d’insieme, si inserisce uno stimolante “itinerario per immagini” che propone una significativa galleria di foto simboliche. Studiate per scortare il viaggiatore nel tragitto di rivelazione dell’Italia più verace.

Dal libro sull’opera fotografica di Andrea De Giovanni al rosone della Basilica di San Francesco d’Assisi. Passando per il francobollo commemorativo del bicentenario della nascita di Pellegrino Artusi al sito archeologico sardo ‘Su Nuraxi’ di Barumini.

In questo volume, che procede per ‘illuminazioni’, Claudio Ricci ammalia con sapienza il lettore rendendo più che mai avvincente questo viaggio alla scoperta del turismo che verrà. Nel segno di una nuova consapevolezza delle potenzialità finora rimaste, in un certo qual modo, inespresse.

L’obiettivo dichiarato in apertura di questo affascinate lavoro, dunque, è egregiamente raggiunto: “comprendere e misurare i passi utili”, ricorrendo a una “leggerezza sottile, e anche ironica, per passare con i lettori momenti interessanti”.