Alta o bassa stagione? Ai turisti interessa solo essere felici
Questo articolo deve dimostrare che tutte le stagioni hanno un fascino che attira turisti in cerca di esperienze da vivere in un luogo.
Lo spunto nasce da mio zio Pippone, di professione contadino. Qualunque fosse la stagione, non l’ho mai visto senza il suo cappello in testa, né seduto a oziare: “c’è sempre qualcosa da fare!”.
Cambiano le stagioni, cambiavano le attività di zio Pippone.
Credo che questo sia un approccio di marketing che tutti dovrebbero adottare.
L’esempio virtuoso degli agriturismi
I bellissimi agriturismi toscani sono ormai dotati di piscine molto lussuose dove leggere un libro e abbronzarsi. Ma quando il sole non scalda più come durante l’estate?
Si cambia stagione, si cambia l’attività da vendere!
Su Google la ricerca “vendemmia in Chianti” genera oltre 200.000 risultati, ma ai primi posti ci sono solo esperienze da vendere a turisti che desiderano partecipare ai lavori agricoli autunnali.
Le esperienze turistiche legate alle attività agricole svolte con modelli stagionali sono vendute in tutto il mondo, anche nelle zone più povere, prive quindi di monumenti che potrebbero attirare masse paganti desiderose di scattare un selfie.
Mi auguro che nessuno desideri scattare un selfie alle spalle di questa ossuta, elegante signora indiana che sta procurando acqua per i suoi campi nella stagione secca.
Al di là di queste considerazioni etiche, questa zona del Gujarat può sfruttare queste caratteristiche stagionali per vendere una esperienza turistica.
Stagionalità, un ruolo chiave anche a tavola
La stagionalità ha un ruolo chiave anche a tavola. Nel periodo natalizio, ogni casa bolognese è potenzialmente una destinazione turistica, anche se collocata fuori dal centro storico.
Ciò che conta, è che in casa ci sia una sfoglina, cioè qualcuno che sappia spiegare al turista come “tirare la sfoglia” e magari anche come fare i tortellini che, rigorosamente in brodo, saranno mangiati a Natale.
Se la sfoglina abita in una lontana periferia, non particolarmente gradevole dal punto di vista estetico/architettonico, non è un problema. Quel luogo, in una certa stagione, assume un valore acquistabile dal turista che può vivere una esperienza stagionale autentica.
Un’idea vincente scoperta a Bangkok
Ad agosto, a Bangkok, non riuscii a partecipare ad un corso di cucina Thai. Troppe adesioni, pochi posti disponibili.
La stagione estiva è climaticamente asfissiante per i turisti che visitano la megalopoli asiatica. Un’aria condizionata raggelante accompagna ogni esperienza turistica al chiuso.
La scuola che organizza il corso che avrei voluto frequentare ha sfruttato questa caratteristica stagionale. La sua cucina è infatti su una terrazza affacciata su uno dei tipici canali di Bangkok, su cui soffia sempre una lieve, ma piacevole brezza.
Come si può notare, il panorama è tutt’altro che gradevole, ma questa scuola ha sfruttato il place-value di cui dispone. La posizione sulla terrazza rende infatti il clima estivo sopportabile, permettendo al turista di evitare sia l’insopportabile calura appiccicosa sia l’altrettanto insopportabile gelo climatizzato.
La stagionalità nella natura
Stagionalità nelle attività agricole, a tavola, ma anche nella natura.
Infatti, le migrazioni degli animali e i cambiamenti della vegetazione sono tutti valori che possono trasformare un luogo in destinazione turistica.
“Voglio fare con te ciò che la primavera fa con i ciliegi”, scrisse Pablo Neruda.
I giapponesi hanno fatto di questo verso una campagna di marketing, e vendono ai turisti l’entusiasmante fioritura dei ciliegi, capace di trasformare luoghi banali in vedute da sogno.
Bird-watching, una proposta per il delta del Po
Zone economicamente depresse come il delta del Po, potrebbero trarre enormi vantaggi dalla vendita di esperienze turistiche legate alle spettacolari migrazioni degli uccelli. I bird-watchers sarebbero un target semplicissimo da coinvolgere.
Le immagini condivise sui principali social network fungerebbero da cassa di risonanza. (Leggi anche questo articolo se vuoi saperne di più su immagini e marketing territoriale).
L’approccio di zio Pippone ha ormai molti seguaci.
IKEA stagionalizza i propri spazi espositivi per renderli più emozionanti e aderenti alle esigenze del momento.
La riviera romagnola vende la spiaggia in estate e attività termali, culturali o sportive durante l’inverno.
Anton Čechov sosteneva che
“La gente non si accorge se è estate o inverno quando è felice”.
Se applicassimo questa frase al marketing turistico, potremmo concludere così:
“i turisti non si accorgono se è alta o bassa stagione quando sono felici”.
L’elenco delle cose da fare
TO DO LIST:
1 – Cambiare narrazioni seguendo le stagioni: ecco una strategia di storytelling vincente!
2 – Le stagioni rendono belli e vendibili spazi che altrimenti non lo sarebbero.
3 – Oggi c’è il sole; esco a cercare nuovi valori per raccontare il mio luogo. Oggi piove; esco a cercare nuovi valori per raccontare il mio luogo.