Arte & Food, binomio vincente per il turismo
La vacanza enogastronomica offre “quel qualcosa in più” che stuzzica l’interesse del turista. Se a questo si aggiunge la componente rappresentata da design, moda, arte, musica il risultato è di una forza attrattiva importante.
L’enogastronomia e le arti si configurano come importanti strumenti informativi, capaci di trasmettere e narrare il senso e il valore di secoli, se non millenni, di tradizioni culturali e immergere il turista in esperienze autentiche, coinvolgenti e attraverso le quali entrare in contatto e conoscere un luogo e le persone che vi vivono.
Abbinare questi elementi, sviluppando nuove idee e trovando al contempo un equilibrio tra la componente di autenticità che esprime l’identità del territorio e quella di novità, permette alle destinazioni e alle imprese del turismo di innovare il proprio prodotto e posizionarsi in modo più competitivo sul mercato.
Ma quali sono queste esperienze?
Musei del cibo e del vino
I musei tematici del cibo e del vino, spesso chiamati anche musei del gusto, nascono negli anni Novanta con l’intento di conservare e valorizzare il patrimonio enogastronomico di un territorio. Si tratta di luoghi della “memoria” in cui si racconta la storia dei prodotti e le tradizioni che lo hanno accompagnato nel tempo.
Appare ben chiaro nei musei tematici del cibo e del vino come l’istituzione museale si sia trasformata, passando da un luogo per conservare ed esporre il patrimonio culturale tangibile a momenti di conoscenza e incontro con l’insieme di ricordi, di saper fare, di esperienze.
Questo messaggio viene interpretato in una pluralità di modi: ad esempio, vi sono musei che presentano la storia del territorio dando risalto all’aspetto culturale; altri che mostrano come l’alimentazione sia cambiata nel tempo; vi sono poi musei che mostrano la storia del prodotto e dell’azienda, oltre che l’evoluzione del processo di produzione; altri che hanno un taglio più etnografico e sono occasione di valorizzazione della cultura contadina locale.
Mostre e rassegna di arte contemporanea nelle aziende
Arte e gusto spesso si uniscono in esperienze uniche e immersive attraverso mostre e rassegne di arte moderna e contemporanea, installazioni all’aperto o all’interno di spazi aziendali. Queste esperienze spesso nascono su iniziativa d’imprenditori privati mossi dal desiderio di trasformare la propria passione personale per l’arte in realtà culturali attive, associandola spesso all’immagine e alla reputazione di grandi artisti internazionali.
Anche in Italia alcune delle più note e antiche famiglie dell’enologia hanno intrapreso percorsi simili: la famiglia Antinori, ad esempio, dedica il proprio Art Project ad artisti giovani ma già affermati, a complemento di mostre temporanee dove entra in scena l’antico patrimonio artistico di famiglia; la famiglia Ceretto ha realizzato splendidi esempi di arte e architettura contemporanea all’interno della propria tenuta, fra cui spicca il recupero della cappella della Santissima Maria delle Grazie ad opera degli artisti David Tremlett e Sol LeWitt.
In entrambi i casi l’obiettivo è anche la condivisione con il pubblico di wine&art lovers, cui sono dedicate visite guidate con degustazione che ogni anno attraggono migliaia di visitatori.
Ma vi sono altri esempi in tutta la penisola: dalla Toscana con l’importante collezione del Castello di Ama, al Piemonte con il Parco Artistico la Court realizzato dall’azienda Michele Chiarlo, fino alla Lombardia con le collezioni d’arte contemporanea dell’azienda Ca’ del Bosco. Nate dal mecenatismo, la maggior parte delle proposte sono oggi aperte al pubblico e sono divenute parte integrante dell’esperienza di visita.
Luoghi del food, architettura e design
In altri casi il cibo e il vino si sposano con il design: le cantine, i luoghi di produzione, i mercati diventano “d’autore” poiché progettate da architetti di fama nazionale e internazionale. Pensiamo, ad esempio, al Markthal di Rotterdam in Olanda, alla cantina dell’azienda Rocca di Frassinello realizzata da Renzo Piano e alla cantina Petra del gruppo Terra Moretti progettata da Mario Botta.
Si tratta di edifici di alta qualità architettonica che esprimono un rinnovato rapporto estetico fra lo spazio di vendita o produzione e il prodotto. L’utilizzo di tecnologie innovative – quali, ad esempio, sistemi di riduzioni dei consumi energetici, utilizzo di materiali locali, controlli tecnologici attraverso centrali informatizzate intelligenti, sistemi di verde – sono spesso un costante e consentono di rendere più funzionale il processo.
Nel caso delle cantine vitivinicole, particolare attenzione è data alla riduzione dell’impatto visivo: gli edifici s’integrano perfettamente con il paesaggio circostante e diventano un moderno “biglietto da visita” sia per le aziende sia per tutto il territorio.
Queste realtà suscitano sempre più la curiosità dei turisti, tanto da essere diventate delle vere e proprie attrazioni: basti pensare al progetto “Toscana Wine Architecture”, un percorso d’autore e design contemporaneo che include le più rinomate cantine “d’autore” della regione.
Arti performative ed eventi multidisciplinary
Qui il desiderio di valorizzare e promuovere la tradizione, la passione e la cultura dei vini e dei sapori locali avviene attraverso eventi e performance di varia natura, quali mostre, laboratori didattici, spettacoli, rassegne musicali, quindi momenti creativi e partecipativi.
L’arte si declina e si mostra nelle sue più svariate sfaccettature: si va dall’arte contemporanea, come le iniziative “Arte con Gusto” e “Aperitivo con Artista” organizzate dall’azienda Friultrota dove l’evento è una mostra abbinata a degustazioni, alla letteratura, come nell’evento “Sotto i Platani della Parrina libri e cultura” promosso dall’azienda agricola La Parrina.
Il cibo si sposa anche con la musica: l’azienda agricola Moroder, ad esempio, organizza la rassegna musicale “Calici di notte” in cui la piacevolezza del buon bere e della buona tavola si abbina alle performance live di musica jazz; Josè Rallo di Donnafugata è personalmente interprete di esperienze multisensoriali che associano ad ogni vino la propria musica jazz.
In altri casi il progetto è multidisciplinare: il Consorzio Prosciutto San Daniele, ad esempio, ha colto l’occasione di Expo 2015 per realizzare “L’elogio del Prosciutto”, un convivio di musiche, letture, canzoni e invenzioni dedicato alla celebrazione del prosciutto e del buon vivere friulano. Oppure il cibo diventa didattica: pensiamo, ad esempio, al laboratorio artistico e creativo per bambini “Un soffio d’arte” organizzato dalla formaggeria Toma e Tomi.
Questi esempi ben evidenziano come spesso si tratti di eventi culturali nati per iniziativa di realtà aziendali di piccole e piccolissime dimensioni. Ciò non toglie che spesso siano iniziative di successo in grado di attrarre un pubblico notevole e composito, formato non solo dai residenti ma anche da turisti, che vedono in questi momenti un’occasione d’incontro e dialogo con la cultura e la popolazione del luogo.
I dati sono contenuti nel libro “In viaggio per cibo e vino. Opportunità per un nuovo turismo integrato. Volume I”.