Crisi economica e interventi per il turismo
In preparazione della Conferenza Regionale del Turismo del Lazio che si terrà il prossimo aprile, è stato organizzato un briefing tra alcuni esperti del settore e docenti universitari di varie discipline per riflettere sulla nuova situazione che si è aperta con l’aggravarsi della crisi economica e per indicare le azioni anticongiunturali più idonee.
Dal dibattito sono emerse alcune considerazioni che – sebbene calibrate sulle esigenze specifiche della Regione Lazio – possono interessare anche altre destinazioni italiane e migliorare complessivamente la competitività turistica del nostro paese rispetto ai concorrenti tradizionali (Spagna e Francia) e ai nuovi (Cina).
Al termine del dibattito, la dottoressa Eleonora Morza, che opera nel campo del turismo culturale, ha redatto una sintesi delle valutazioni emerse, della quale riteniamo utile pubblicare alcuni stralci.
Francesco Mongiello
CRISI ECONOMICA E INTERVENTI PER IL TURISMO
I dati recenti sull’andamento del turismo in Italia mostrano una situazione poco rassicurante e impongono alcune riflessioni sia agli operatori che alla complessa catena dei decisori. Un’attenta lettura della crisi evidenzia infatti come nell’ultimo anno si sia sovrapposta una fase recessiva ad un rallentamento già in atto dei flussi in arrivo.
L’attuale congiuntura riflette i problemi della crisi finanziaria mondiale, della recessione economica e della riduzione nelle disponibilità familiari per spese voluttuarie, ed è stata irrobustita dal contenimento degli arrivi e delle presenze turistiche da alcuni paesi nostri partner tradizionali (Usa, Germania, Regno Unito). Fra le cause di quest’ultima contrazione vanno ricordate la tendenza a spostarsi meno dal proprio paese da parte dei tedeschi e degli statunitensi e un generale cambiamento delle mode e delle aspettative: basti pensare ad esempio al fenomeno della “seconda casa”, per il quale è del tutto plausibile ipotizzare una battuta d’arresto perché il valore immobiliare non verrà accettato, quanto meno nel medio periodo, come sostituto della ricchezza finanziaria.
Questo tipo di crisi richiede interventi urgenti, e di durata limitata, di carattere straordinario per quanto riguarda gli aspetti congiunturali, mentre la crisi strutturale, che è crisi di competitività dell’offerta turistica italiana, richiede interventi di più lunga durata e impone una programmazione strategica.
Anche a livello mondiale, il turismo è stato connotato da vari cambiamenti di scenario: si pensi al ruolo dei vettori low cost, o all’utilizzo di internet e alle dinamiche motivazionali della domanda, oltre alla nascita o al consolidamento di altre destinazioni antagoniste. Se per un certo verso la segmentazione e l’attenzione per i prodotti di nicchia ha contraddistinto l’offerta di una destinazione, per un altro, la ricerca di autenticità e d’identità ha decretato il successo di una scelta.
Una seria riflessione a livello nazionale e locale su come promuovere nuove forme di turismo, anche collegate con i c.d. interessi speciali, e su come organizzarsi in modo coordinato, puntando sulla qualità ed evitando sovrapposizioni, è divenuta inevitabile. È necessario agire sull’offerta, dalla classificazione delle strutture al contenimento dei prezzi e all’ “accessibilità”, e riflettere su pacchetti/prodotti idonei ad intercettare le nuove esigenze anche in contesti di crisi, là dove il turismo stesso, potrebbe rappresentare il volano di una politica sociale ed offrire nuove opportunità di lavoro.
L’obiettivo è quello di individuare interventi mirati, che consentano un riequilibrio socioeconomico del territorio. Occorrono idee e progetti che vadano in questa direzione e che attirino il turismo internazionale così come quello nazionale e regionale, perché la sfida globale si vince se si attirano gli stranieri, ma anche se si fa crescere il turismo domestico e di prossimità. A tal proposito è necessario mettere in campo progetti per la creazione di reti e per facilitare lo scambio delle risorse territoriali, che consenta una fruizione coscienziosa dei luoghi e degli attrattori locali delle diverse provincie.
Gli obiettivi su cui si rende ormai necessaria una consultazione con i soggetti interessati – categorie, imprese, istituzioni – possono essere così riassunti:
- identificazione delle tipologie di “turismo” auspicabili (turismo congressuale, turismo scolastico, turismi di nicchia, turismo per anziani, turismo sociale, naturalistico, giovanile, etc.);
- attenta valutazione delle politiche territoriali (e delle intersezioni con quelle turistiche) sia per quanto riguarda l’incremento e la diversificazione dell’offerta di risorse sia per quanto riguarda l’esigenza di migliorare le qualità insediativa e ambientale e, quindi, la gradevolezza del soggiorno dei turisti e l’appeal nella frequentazione dei luoghi della regione;
- maggior attenzione nei riguardi dell’offerta culturale e ambientale, come volano di innovazione del prodotto turistico in una logica di pratica responsabile;
- l’importanza della formazione professionale degli operatori turistici per migliorare i rapporto prezzo/qualità e delle nuove tecnologie informatiche per rendere visibile, accessibile e prenotabile l’offerta;
- l’individuazione di nuovi canali e strumenti promozionali che tengano conto delle nuove forme di comunicazione basate sulla socialità.
- vigile presenza attraverso la costante relazione dialettica con tutte le strutture e iniziative di promozione turistica nazionale
- sviluppare collaborazioni interaziendali e intersettoriali, puntando su una maggiore integrazione fra la domanda turistica e i prodotti turistici della tradizione (animazione, folklore, enogastronomia), sulla facilitazione dei processi a rete e sull’e-commerce per quanto riguarda la commercializzazione e i servizi, enfatizzando i fattori di “attrazione adiacente” tra le destinazioni laziali;
- sostenere nuovi prodotti, che possano intercettare le esigenze del turismo a motivazione intellettuale e i suoi fruitori privilegiati (giovani, ceti appartenenti alla c.d. “classe creativa”, etc.);
- puntare su un nuovo turismo sociale non più definito dal lato della domanda (organizzazioni sociali che operano attraverso interventi sul prezzo) quanto dal lato dei contenuti “valoriali” dell’offerta, da realizzare attraverso partnership collaborative pubblico/privato, anche nel campo delle disabilità e del turismo sanitario.
Queste linee di intervento devono essere poste in atto non solo mediante interventi diretti, ma anche mediante il governo dei mezzi fisici e delle situazioni che consentono o favoriscono le pratiche spaziali e turistiche: la infrastrutturazione del territorio e la dotazione di attrezzature civili e per l’intrattenimento, la valorizzazione dell’ambiente naturale e la tutela degli ecosistemi, da perseguire attraverso collaborazioni e sinergie interassessorili che diventano sempre più importanti anche ai fini della promozione implicita per un’attività che ha assunto diverse forme di rappresentazione. Particolare attenzione, infine deve essere posta al sostegno delle imprese turistiche e degli operatori non tanto in termini di interventi finanziari, quanto attraverso azioni tese alla diffusione della conoscenza: oltre alla formazione degli addetti (anche per avere una migliore qualità sociale del lavoro e del servizio offerto) sarà opportuno diffondere una maggiore consapevolezza dei benefici sociali ed economici derivanti dal turismo e, al fine di un più maturo sviluppo del settore, la messa a punto di strumenti di analisi e valutazione degli scenari evolutivi del mercato turistico al di là della mera elaborazione dei dati su arrivi, presenze e spesa turistica.