Ciao Carmine, benvenuto e grazie per la domanda. I tuoi dubbi in realtà riguardano tante altre persone.
Cominciamo con il dire che la cosa più utile da fare è quella di seguire un corso di formazione. Per una serie di ragioni: perché ti spiegano per filo e per segno in che modo operare, ti spiegano che occorre avere una partita IVA e quali sono i passaggi per iscriversi a un albo.
E poi – punto direi fondamentale – spesso e volentieri questi corsi (specie quelli proposti da associazioni riconosciute a livello istituzionale) consentono di ottenere l’abilitazione. Se poi il corso lo organizza direttamente la Provincia o la Regione, allora sei a cavallo. Pardon, in bici ;-)
In ogni caso la formazione è utile per superare l’esame per ottenere il patentino (o brevetto, come lo chiami tu: la sostanza non cambia).
Alcune Regioni, in effetti, hanno un albo specifico (e ognuno ha le sue regole per accedervi). Ma non tutte ne sono dotate.
Sì, purtroppo, hai capito bene: diverse Regioni albi specifici non ne prevedono affatto (bici, guida alpina, ecc.). Mancano riferimenti normativi chiari e puntuali. Perché?
Facile e populistico dire che certe carenze sono dovute dal menefreghismo e dall’incompetenza della classe politica. E in parte è vero.
Ma il motivo principale è un altro: il mercato è ristretto (c.d. mercato di nicchia) e dunque vige una sorta di protezionismo.
Hai presente Trump che vuole mettere i dazi per proteggere i prodotti americani? Accade qualcosa di analogo anche in questo segmento turistico.
Di lavoro per le varie figure professionali che operano nel turismo ce n’è poco, ragion per cui si fa in modo di evitare che si crei ulteriore concorrenza. E quindi malumori tra chi già opera a fatica in questo settore.
Ma tu preferisci la libera concorrenza e il libero mercato, vero Carmine? Allora vediamo come si comportano dove qualcosa è stato previsto. Ad esempio in provincia di Torino.
Ecco come si regolano: facendo riferimento a una legge regionale del 2001 (la numero 33) e a una deliberazione della giunta regionale (22 giugno 2009, n. 27-11643), bisogna essere inseriti nell’elenco degli accompagnatori cicloturistici abilitati (tenuto dalla Provincia).
Per farlo occorre frequentare un corso di qualificazione. I requisiti li trovi proprio nella deliberazione della giunta regionale che ti ho indicato.
In breve: occorre il diploma, bisogna conoscere almeno una lingua, il territorio e avere competenze informatiche. Ma soprattutto bisogna sostenere un esame.
Ecco perché è importante formarsi. Se sei laureato in lettere - indirizzo storia dell’arte o in archeologia sei praticamente abilitato all’esercizio della professione di guida. Ma le conoscenze della lingua e del proprio territorio saranno comunque oggetto di valutazione.
Se invece dovrai frequentare il corso di qualificazione, sappi che ti toccano 300 ore di lezione e 50 di stage.
Riepilogando (provincia di Torino): l’attività di accompagnatore cicloturistico può essere svolta come attività libero professionale o nella forma imprenditoriale. In questo caso devi fare riferimento al codice civile (articolo 2082).
Quindi devi presentare la domanda di inizio attività al Registro delle imprese (REA).
Puoi agire sia come ditta individuale sia come società. Ma in questo caso (e in quello di cooperative, associazioni e fondazioni) tutti i soci devono avere l’abilitazione.
L’avvenuta iscrizione nell’elenco degli accompagnatori cicloturistici va dimostrata (copio tesserino o indicando gli estremi nella modulistica).
Dimenticavo: al direttore o ai dipendenti qualificati delle agenzie di viaggio che svolgono attività di accoglienza, assistenza ed accompagnamento dei clienti delle agenzie non è richiesta l’abilitazione professionale di accompagnatore cicloturistico.
Idem “a coloro che svolgono, a titolo gratuito, le attività disciplinate dalla Legge Regionale 26 novembre 2001, n. 33 a favore di soci ed assistiti di enti ed organismi, che operano senza fine di lucro per finalità ricreative, culturali, religiose e sociali ovvero operino, su incarico di un ente locale, in ragione di conoscenze specialistiche; alle attività didattiche o di educazione ambientale svolte da esperti, anche sui luoghi oggetto di studio, rivolte a scuole di ogni ordine e grado”.
Mi viene da dire: hai voluto la bicicletta? Pedala!
Scherzi a parte, spero di averti dato qualche chiarimento utile. Il problema di fondo è sempre quello: una legislazione complicata e tutt’altro che uniforme sul territorio nazionale.
La riforma delle Province – sostanzialmente abortita dopo il famoso Referendum – ha finito per complicare ulteriormente le cose.