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Cosa ha detto di così sbagliato Renzi sul Molise?

“Se sei la Toscana ti promuovi in Cina, se sei una regione piccola come il Molise, forse all’estero non ci vai a promuoverti”. Sono queste le parole che Renzi ha pronunciato durante un intervento sul piano del Turismo dell’Italia, sottolineando, tra le altre cose, che il sistema della promozione turistica italiano dovrebbe tornare al Governo centrale. Le sue dichiarazioni hanno scatenato non poche polemiche da parte dei molisani che dopo la sconcertante dichiarazione della soubrette Nina Moric (la quale sui social ha candidamente detto “non andate in Molise, è gente cattivissima”) non hanno proprio digerito le parole di Renzi.

Ora la domanda è questa: cosa ha detto di così sbagliato Renzi? Probabilmente nulla. Perché il Molise non è un Brand (turistico), la Toscana lo è. Firenze è sicuramente un brand che può puntare a promuoversi in ogni angolo del mondo, Pisa anche - forse - per via della sua caratteristica Torre, Siena no (figuriamoci Arezzo o Grosseto!). Ma neanche la Campania è un brand, mentre lo è la Costiera. Il Lazio non è un brand, Roma sì. Allo stesso modo, possiamo fare il paragone tra Campitello Matese (località sciistica molisana) e le Dolomiti, patrimonio dell’Unesco. Oppure Bari: il capoluogo pugliese non è un brand conosciuto all’estero, mentre lo è diventata la Puglia, trainata dal Salento. Come? Investendo tanto di quel denaro, ma solo dopo essere diventato le Maldive d’Italia….per gli italiani!
Cosa ha investito il Molise in termini economici per farsi conoscere prima in Italia e poi all’estero?. Davvero poco, o forse troppo, ma sbagliando tutto. Tanto è che per il resto d’Italia (figuriamoci del mondo) “Il Molise non esiste”.

Gli ultimi trent’anni di politica in Molise cosa hanno prodotto in termini di incoming turistico? Nulla. Perché? Perché i politici molisani hanno pensato bene di sperperare denaro pubblico in giro per il mondo portando a casa zero risultati. Perché in Bit i politici/amministratori molisani sono andati con le pecore, perché all’Expo hanno promosso i fagioli (invece del tartufo), perché il marketing territoriale in passato è stato fatto con pomposi cartelloni pubblicitari con su scritto “Isernia, provincia del tartufo” e la firma di un presidente della Provincia al posto di un numero verde dove potersi informare su dove comprare il tartufo; perché il pullman della stessa Provincia su cui erano stampate le bellezze del Molise (e ne ha così tante che davvero diventerebbe un post troppo lungo questo ad elencarvele tutte!) girava a Isernia e non fuori regione…Avete mai visto i pullman dell’Abruzzo alla stazione Tiburtina di Roma? Io sì e raccontano l’Abruzzo in tutto il suo splendore.

E questi sono solo alcuni esempi di come il Molise si è mosso in termini turistici in questi ultimi anni: se non ci fosse stata l’iniziativa dei singoli imprenditori che invece in giro per il mondo ci sono andati, diventando ambasciatori delle eccellenze del territorio, a quest’ora il Molise sarebbe ancora più sconosciuto! Ma gli imprenditori da soli non possono farcela! Può mai competere il vino molisano con un brand come il Chianti? O il Caciocavallo altomolisano con il Parmigiano Reggiano (sempre in termini di brand, badate)?

Non apriamo il capitolo infrastrutture e servizi, perché qui davvero viene il magone: come ci arrivi in Molise? Di quali servizi puoi usufruire tu, turista che in Molise hai scelto di andare, non ci sei passato per caso?
I molisani prima di arrabbiarsi con Renzi dovrebbero arrabbiarsi con i propri amministratori locali (ma arrabbiarsi tanto) perché è in queste condizioni la colpa è soprattutto la loro!

Oggi la Regione Molise non ha neanche un assessorato al Turismo (e di turismo avrebbe potuto vivere già da un pezzo), figuriamoci se potrebbe mai spendere ancora un euro per fare, che so, una campagna pubblicitaria sui media nazionali, sfruttando la viralità del già famoso “#ilmolisenonesiste", trasformando così un punto di debolezza in un punto di forza?
 
Il Molise non c'è [turisticamente] ma i molisani stentano ancora a crederci e si lamentano se oggi - dopo anni e anni che qualcun'altro l'ha sicuramente detto, scritto e fatto notare - Renzi lo dice apertamente.
Ma chi ha seguito un pò la storia turistica di questa regione - non io di certo che non appena messo piede circa 10 anni fa in questa bella regione ho capito subito l'antifona - sa benissimo che Renzi non ha aggiunto nulla di nuovo.
L'analisi di Maria Antonietta non fa una grinza. Fare Destination Marketing è qualcosa di serio, che necessità d visione strategica che in Molise - politicamente - non sanno manco cosa è, che necessita di competenze serie e no di quei 4 consulenti lottizzati che negli anni hanno bruciato risorse senza cambiare una virgola sulla capacità attrattiva o di miglioramento della comunicazione turistica, che necessita di progettualità vera per lo sviluppo e non di piani di sviluppo turistico su carta straccia [negli archivi in regione ce ne sono un bel po', e anche nelle due province].
E poi servono risorse economiche. E se ve ne sono poche - come in Molise - non certo si possono disperdere nel promuoversi su mercati tanto distanti e costosi sui quali si compete molto per rilevanza [conoscenza del brand], infrastrutture e servizi. E di tutto ciò mi sembra che il Molise ha poco, quindi molto meglio concentrarsi prima sui mercati di prossimità e sul mercato italiano, e pian piano compatibilmente alle disponibilità di mezzi dirigersi verso mercati esteri con idee chiare e proposte concrete.
Ma se a fare tutto ciò si ritorna a farlo livello centrale, come Paese, sostenendo le specificità territoriali, penso sia ancora molto meglio.

Un saluto dal Brand Puglia!

<strong><em>da wikipedia</em></strong> - <strong>il termine lottizzazione è utilizzato nel gergo politico per riferirsi con accezione polemica alla spartizione concordata di cariche dirigenziali o di commesse pubbliche in aziende ed enti pubblici o direttamente controllati dagli enti pubblici tra le diverse fazioni di un partito politico o tra i partiti di una coalizione, ai fini di distribuire tali risorse agli appartenenti e ai sostenitori dei partiti stessi. È conseguenza diretta delle forme più clientelari di patronato politico.</strong>
 
Cara Maria Antonietta, la tua analisi è perfetta. Ed è incredibile la persistente cecità della classe "dirigente" molisana, o incredibile non lo è poi tanto visto che forse più che porre le basi per uno sviluppo che consenta la nascita di veri posti di lavoro, a quelli conviene speculare sull'assistenzialismo e il clientelismo. Infine hai proprio ragione quando dici che il tormentone #ilmolisenonesiste dovrebbe essere utilizzato, e credo sarebbe davvero efficace, a vantaggio del lancio dell'immagine della regione.
 

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