Hotel Crisis Management, la risposta di Fondazione Campus al coronavirus
Proprio vero: nei momenti di crisi si possono cogliere tante opportunità.
Lo stesso vale nel mondo della formazione. La conferma arriva da Fondazione Campus.
Si appresta infatti a lanciare un Master di primo livello in Hotel Crisis Management. L’obiettivo non è solo quello di trasmettere ai partecipanti tecniche di gestione alberghiera.
Ma anche quello di far sì che i manager del futuro siano in grado di gestire cambiamenti repentini, come quelli imposti dal coronavirus.
Il tutto mettendo in campo capacità di problem solving e tanta creatività.
Il turismo che verrà: intervista a Enrica Lemmi
È proprio questo uno dei passaggi più significativi dell’intervista a Enrica Lemmi, Coordinatrice Area Turismo e Presidente dei Corsi di Laurea di Fondazione Campus.
L’abbiamo contattata nell’ambito della nostra inchiesta sulla formazione ai tempi del coronavirus.
In questa piacevole chiacchierata parla dell’importanza della formazione a distanza.
Ma anche del turismo che verrà e delle nuove possibili tendenze di viaggio.
Dall’intervista emerge un altro dato confortante: gli operatori del settore sono pronti a ripartire.
Seguono molti webinar e seminari online. Lo fanno per tenersi aggiornati e per delineare le possibili strategie da mettere in campo quando scoccherà l’ora della ripartenza.
Didattica garantita con le piattaforme online
Quando l’emergenza coronavirus è esplosa in tutta la sua drammaticità, non è stato possibile portare a termine i corsi e i master già avviati, almeno quelli che prevedevano la presenza in aula. In che modo avete superato questo ostacolo?
“I corsi avviati al momento dell’esplosione dell’emergenza coronavirus erano principalmente quelli universitari, realizzati in collaborazione con le università di Pisa, Pavia e Lugano.
Ossia il corso di laurea triennale in Scienze del Turismo e il corso di laurea magistrale in Progettazione e Gestione dei Sistemi Turistici Mediterranei.
Grazie al celere intervento dell’ateneo pisano abbiamo quindi potuto in tempi molto rapidi avviare le lezioni a distanza tramite i dispositivi messi a disposizione.
Anche per i corsi finanziati dalla Regione Toscana, come l’ITS in Hospitality Management per le strutture ricettive, siamo riusciti a garantire la didattica sempre con l’utilizzo di piattaforme online.”
Sviluppo turistico territoriale, appuntamento a settembre
Altri percorsi formativi erano prossimi alla partenza: cosa accadrà a questo punto? Tutto rinviato o si pensa a soluzioni alternative?
”Viviamo come tutti nella profonda incertezza del futuro.
Siamo consapevoli che ci vorrà del tempo prima che tutto ritorni ad una almeno parziale normalità.
Per questo motivo abbiamo ritenuto opportuno rinviare a settembre la partenza di alcuni dei nostri percorsi formativi.
È il caso dell’executive Master in Management dello sviluppo turistico territoriale, realizzato in collaborazione con il Touring Club Italiano”.
Didattica online, l’impatto su formatori e studenti
La formazione online naturalmente sta guadagnando terreno. Se prima era per pochi, oggi è una scelta obbligata per tutti, almeno in questa fase. Avete riscontri? È aumentata la domanda?
”Tutti i nostri percorsi formativi sono stati attivati prima dell’emergenza per cui le iscrizioni erano già complete.
I soli riscontri che abbiano avuto sono quelli dei docenti e degli studenti.
Da parte dei primi si è manifestata la necessità di rivedere non solo la modalità di erogazione ma la didattica stessa.
Mentre per gli studenti, essendo nativi digitali, probabilmente l’impatto è stato inferiore”.
Qual è il parere dei partecipanti? In fondo lo smart working è destinato a prendere piede in futuro.
“Il parere dei partecipanti è stato in generale positivo.
Come anticipato, i giovani hanno una forte propensione all’utilizzo del digitale e quindi sono riusciti molto velocemente ad adattarsi a questa nuova modalità di erogazione della didattica”.
Hotel Crisis Management, un Master per imparare a gestire i cambiamenti
Qual è la vostra offerta formativa ai tempi del coronavirus?
“La nostra offerta formativa rimane salda.
Da una parte c’è la formazione accademica con i corsi di laurea in turismo, i master universitari e le summerschool.
Dall’altra la formazione professionale, sia finanziata che a pagamento.
È chiaro che il coronavirus lascerà traccia indelebile del suo passaggio sulla formazione in campo turistico e come tale anche sui nostri corsi.
Ad esempio stiamo per lanciare un master di primo livello in Hotel Crisis Management, proprio per fornire oltre alle tecniche di gestione alberghiera, anche quegli strumenti di problem solving e pensiero creativo per essere in grado di gestire i cambiamenti.
E, in caso di situazioni problematiche come quella che tutti noi oggi stiamo vivendo, saper valutare e individuare soluzioni strategiche innovative”.
Formazione turistica a distanza destinata a crescere
A suo avviso la formazione a distanza crescerà dopo questa emergenza? Oppure è stata solo una parentesi?
”Crediamo che anche quando saremo riusciti a lasciarci questa situazione alle spalle, certi aspetti della formazione e della didattica implementati in questo periodo resteranno con noi – enti di formazione – e con gli studenti.
Certi cambiamenti sono destinati a durare.
E questo non deve essere letto in chiave negativa: da questa emergenza abbiamo certamente imparato che l’esperienza virtuale può essere molto reale.
Arrivando a colmare distanze importanti e conferendo alla formazione accademica una dimensione meno unidirezionale.
E ciò sarà fondamentale anche in futuro, soprattutto per gli studenti che per motivi lavorativi o geografici non possono garantire la presenza in aula”.
Nuove metodologie e nuove opportunità di insegnamento
In che modo vi state organizzando per ripartire quando la situazione tornerà alla normalità?
”Stiamo organizzando la nostra ripartenza migliorando ciò che da sempre rappresenta uno dei punti di forza della nostra “formula Campus”: un numero contenuto di studenti.
Una formula che consente un approfondimento e un contatto diretto con i docenti in modo tale da sviluppare maggiormente le materie di studio.
Questa emergenza ci ha consentito al contempo di entrare in contatto con una nuova metodologia e con nuove opportunità di insegnamento, che contiamo di integrare all’interno dei nostri percorsi formativi”.
”Torneremo a viaggiare: il turismo non è solo passione, ma un’esigenza
La pandemia apre la strada alla crisi economica. A suo avviso in che modo deve affrontarla il settore turistico?
“Certamente si è consapevoli delle difficoltà, oggi c’è una grande incertezza.
Gli introiti mancati sono purtroppo perduti, trattandosi di servizi non immagazzinabili e quindi non stoccabili in attesa di tempi migliori.
Siamo comunque convinti che il turismo ormai non sia più una semplice passione, ma un’esigenza.
Passata l’emergenza si tornerà a viaggiare perché fa parte del nostro essere”.
Quali le ricadute sulla formazione?
“Nel medio periodo il rischio principale per la formazione è che questa pandemia riduca la mobilità degli studenti, sia a livello nazionale che internazionale.
Ma sappiamo anche che la voglia di ampliare le proprie conoscenze e competenze ha un’enorme resilienza.
Assieme al fatto che i giovani trovano sempre la strada per superare le paure, crescere e costruirsi un futuro, siamo fiduciosi che la formazione non si fermerà”.
Gli operatori del settore pronti a ripartire
In questi giorni avete avuto modo di ascoltare gli operatori del settore? Quali sono le loro impressioni? Sono rassegnati o pronti a cogliere le nuove sfide del mercato?
”In attesa di riposte gli operatori si stanno confrontando con webinar e seminari online per provare a immaginare assieme il futuro del turismo del dopo coronavirus.
Si ipotizzano le nuove norme, leggi e tendenze e di conseguenza si prova ad avanzare risposte ed iniziative adeguate”.
Il futuro è nel turismo esperienziale
Potrebbe cambiare anche il modo di viaggiare. Quali potrebbero essere le nuove tendenze?
“Senz’altro questa emergenza ci ha costretto a un cambio di passo e, complessivamente, a un ritmo più lento.
Il settore del Turismo in realtà già da qualche tempo iniziava a recepire, da parte del turista, il desiderio di un’esperienza di viaggio dai ritmi meno serrati e seriali da opporre al fenomeno del turismo di massa, mordi e fuggi, conosciuto come overtourism.
Il turismo esperienziale, con una forte componente locale, rispettoso del genius loci e delle comunità, delle micro economie, dell’ambiente e della sostenibilità nelle prossime stagioni sarà la regola.
Il turismo lento non sarà più una filosofia di viaggio di nicchia, ma una necessità.
I viaggiatori del dopo Coronavirus saranno inevitabilmente turisti più attenti alle tematiche ambientali e sociali legati alle proprie vacanze.
”Tecnologia per l’hospitality al centro dell’esperienza di viaggio
Per questo la ripresa vedrà la centralità di tutte quelle forme di viaggio concentrate prevalentemente in Italia e di breve-medio raggio o nei dintorni della residenza abituale (la cosiddetta staycation).
La tecnologia per l’hospitality e gli strumenti digitali diverranno sempre più centrali in ogni fase dell’esperienza di viaggio. Dall’ideazione della propria vacanza alla prenotazione fino alla ricerca di informazioni in loco.
Si assisterà a un maggior senso di responsabilità con minore affollamento, maggior rispetto per l’ambiente e per l’igiene dei luoghi e la cura personale.
Ma – perlomeno nella fase iniziale – dovremo aspettarci un turismo più “povero”.
Non si potrà tanto rapidamente contare sugli ingenti flussi incoming e sulle alte stagioni da cui, come sappiamo, dipendono una buona parte delle imprese del settore e l’ampia serie di esercizi, servizi e commerci collegati”.
Studi e ricerche per garantire competenze innovative agli studenti
E come si prepara il mondo della formazione ad affrontare il cambiamento?
”Un ente come il nostro, dedito alla formazione dei migliori professionisti e manager del turismo, non può non prepararsi già oggi per fare la propria parte nella ricostruzione di uno dei settori maggiormente colpiti da questa emergenza.
La nostra parte, il nostro impegno consiste nel promuovere studi e ricerche, nel riscrivere e migliorare percorsi di studio e programmi formativi.
E naturalmente nel garantire agli studenti competenze valide, innovative e soprattutto adeguate al proprio tempo.
Affinché possano inserirsi nel mondo del lavoro come professionisti preparati e capaci di ricostruire e rilanciare l’economia del comparto”.
Hotel Crisis Management, trasformare la crisi in opportunità
Ringraziano Enrica Lemmi per l’interessante apporto dato alla nostra inchiesta.
Anche la Coordinatrice Area Turismo di Fondazione Campus ha le idee molto chiare sul futuro del turismo e della formazione. Non solo.
Con la progettazione del Master in Hotel Crisis Management, dimostra con i fatti che proprio nelle situazioni più difficili possono scaturire idee e progetti vincenti.