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I nuovi viaggiatori internazionali cinesi

I viaggiatori cinesi stanno aumentando di numero per via di un’economia in espansione e dell’aumento della middle class. Grazie ad una situazione economica interna positiva, con la loro volontà di esplorare, stanno alimentando il mercato dei viaggi all’estero del loro Paese.

In termini statistici questo significa non soltanto che entro pochi anni i viaggiatori internazionali cinesi aumenteranno esponenzialmente, ma piuttosto che l’industria alberghiera dovrà tenere conto di capitalizzare questa clientela in costante aumento.

È un fatto che i clienti cinesi stiano diventando un obiettivo molto interessante non solo per le grandi catene alberghiere, ma anche per i piccoli network al punto da portare gli albergatori a reinventare la loro offerta, facendo in modo da adattarla ai servizi che i cinesi apprezzano di più.

Per questa ragione il “Chinese International Travel Monitor 2012”, un report annuale pubblicato da Hotels.com rileva una profonda analisi sul cambiamento del comportamento dei viaggiatori cinesi e su come l’industria alberghiera si stia adattando a questi cambiamenti.

Il report 2012 si basa su un sondaggio somministrato a 3000 viaggiatori internazionali cinesi e ad oltre 1500 strutture alberghiere sparse in tutto il mondo.

Il mercato turistico cinese

Qualcuno potrebbe chiedersi perché prestare così tanta attenzione al turismo esterno cinese.

La risposta sta nei numeri: nel 2011 i viaggiatori cinesi hanno fatto oltre 70 milioni di viaggi all’estero con una spesa pari a 73 miliardi di dollari.

Per quanto vada sottolineato che molti di questi viaggi siano stati fatti nelle regioni ad amministrazione speciale cinese come Macao ed Hong Kong, anche i viaggi in America ed Europa sono andati aumentando insieme ad una massiccia campagna condotta dai governi stranieri per poter facilitare le procedure per la concessione dei visti di viaggio.

Alcune tra le principali mete individuate da Hotel.com sono: Singapore, Tokyo, Taipei, Seoul, New York, Osaka, Bangkok, poi Las Vegas, Londra, Parigi, Los Angeles, San Francisco.

Andando più a fondo nello studio statistico, il sondaggio di Hotels.com sottolinea come Shangai, Pechino e Guangzhou siano le città da dove partono più frequentemente i viaggi all’estero.

Nel medio periodo, tra l’altro, il 22% degli albergatori che hanno risposto al sondaggio sembrano essere ottimisti sull’aumento di turisti cinesi nei prossimi tre anni.

Profilo del viaggiatore cinese

Va detto che questo sviluppo è stato perorato anche dal cambiamento del profilo del viaggiatore cinese tipico. I nuovi viaggiatori cinesi sono maggiormente individuali (rispetto ai viaggi di gruppo), più giovani e maggiormente informati e inclini agli usi e costumi di culture diverse dalla loro.

Tuttavia, i viaggi di gruppo non sono stati definitivamente dismessi: la ripartizione percentuale dipende molto dalle destinazioni: nei Paesi dell’Asia e del Pacifico i viaggiatori indipendenti raggiungono il 60% mentre negli Stati Uniti sono il 59%; in Europa i viaggiatori indipendenti raggiungono il 53% contro il 47% dei viaggiatori in gruppo; in Sudamerica i gruppi raggiungono il 54% ed i viaggiatori indipendenti sono il 46%.

Il passo in avanti è anche dovuto all’aggiornamento tecnologico ed al fatto che oltre 500 milioni di cinesi usano internet per condividere e cercare informazioni.

La domanda, piuttosto, è cosa cercano i viaggiatori cinesi quando vanno all’estero per un viaggio. Il sondaggio ha rilevato che i cinesi spendono la maggior parte del loro tempo durante il viaggio a fare shopping. Questa tendenza è facilmente spiegata dal fatto che essi dispongono di grandi capitali che gli permettono di rivolgersi solo ad acquisti di lusso, ma anche di spendere moltissimo in termini di strutture alberghiere.

Cosa piace fare ai turisti cinesi quando sono all’estero

Una questione interessante da approfondire, correlata all’aumento dei viaggi fatti dai turisti internazionali cinesi riguarda proprio le loro attività all’estero: cosa piace loro fare quando sono in viaggio o cosa piace loro visitare quando sono all’estero.

Il report annuale di Hotels.com “The Chinese International Travel Monitor 2012” mette in evidenza come la maggior parte dei viaggiatori cinesi amino visitare le attrazioni locali dei posti che visitano, formulando domande classiche in relazione ai principali luoghi comuni che caratterizzano un Paese.

Ad esempio, negli Stati uniti chiedono di visitare i Wal-Mart, in Francia di visitare i vigneti, mentre in Argentina chiedono di assistere a spettacoli in cui si balli il tango.

Accanto all’aspetto “culturale” dei viaggi, vanno per la maggiore anche gli aspetti maggiormente legati al relax ed allo shopping, soprattutto relativamente ai servizi di questo tipo offerti dagli hotel (bar, ristoranti, negozi, centri benessere).

La percentuale relativa agli indici di gradimento di ciascun servizio varia a seconda dei Paesi visitati. In Europa, Stati Uniti e Sudamerica i cinesi frequentano principalmente i ristoranti (24%), mentre nei Paesi asiatici e del Pacifico frequentano maggiormente i negozi (19%).

Al contrario, le palestre (3%) e i centri benessere degli hotel (6%) sono i servizi che i cinesi sfruttano di meno.

Adeguare l’offerta e i servizi turistici alle esigenze dei cinesi

Come i turisti cinesi allargano i propri orizzonti di viaggio, così anche il mercato del turismo dovrà adattarsi proponendo procedure di prenotazione e di viaggio adeguati.

Sono le grosse catene alberghiere, in questo senso, ad indicare quale sia la giusta via, avendo compreso subito la necessità di sviluppare programmi specifici affinché i turisti cinesi si sentano quanto più possibile a proprio agio anche all’estero.

I turisti cinesi non sono molto difficili da accontentare, ma la lontananza di usi e costumi impone agli alberghi di attrezzarsi per implementare servizi specifici o piuttosto di adattare i servizi già esistenti per servire al meglio gli ospiti.

Una delle più importanti implementazioni da tenere in considerazione riguarda il cibo e le bevande. Nel sondaggio di Hotels.com è stato rilevato che meno della metà degli alberghi sta pianificando cambiamenti ai propri menu per includervi cibi cinesi.

Solo il 40% degli albergatori intervistati sta pianificando di implementare ristoranti cinesi; il 46% sta pianificando di implementare cibi cinesi nei propri menu; il 51% sta pianificando di includervi una colazione tipica cinese.

Per quanto concerne invece i servizi offerti agli ospiti delle strutture, molti hotel stanno pianificando di implementare, per esempio negozi che vendano, all’interno stesso del complesso alberghiero, beni di lusso (43%).

Altri si stanno attrezzando per assumere staff che parli il Mandarino (42%); per impiantare servizi di traduzione e interpretariato (54%); per la traduzione delle guide turistiche in Mandarino (58%).

Un altro punto fondamentale da non trascurare, poi, è quello relativo al marketing. Molti alberghi riconoscono la necessità di fornire informazioni in Mandarino per attirare la clientela cinese.

La direzione è quella fornita da materiale di benvenuto in lingua (66%) e la traduzione del proprio sito aziendale in Mandarino (54%).

Da un punto di vista geografico, il 64% degli alberghi in Asia e Pacifico stanno pianificando di tradurre il proprio materiale di benvenuto in cinese mentre il 46% degli alberghi statunitensi offrono già il proprio sito aziendale in mandarino.

Il 57% degli albergatori europei, invece, si sta attrezzando a tradurlo.

Per rendere più confortevole la permanenza degli ospiti nelle loro camere, infine, non bisogna tralasciare l’aspetto importante dei media e dell’intrattenimento.

Il 53% degli hotel in Europa si sta organizzando per aggiungere programmi TV cinesi; il 56% degli alberghi statunitensi sta pianificando l’implementazione di riviste e quotidiani cinesi, mentre il 59% degli alberghi in Asia e Pacifico già offrono questo servizio.

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