Destination Management

I sapori dei parchi: Prodotti e tradizioni alimentari

Far conoscere, dare visibilità e voce ai “sapori dei parchi” vuol dire salvaguardare opportunamente molte produzioni autoctone di qualità e dare un contributo forte alla soddisfazione emotiva in ambito turistico. E’ vero tutto questo? E se sì, si fa abbastanza per assicurare, promuovere, utilizzare opportunamente questo elemento per lo sviluppo turistico – culturale e per la vitalità economica dei parchi? Che cosa si può fare di più?

Se n’è parlato in un convegno alla Bit organizzato da EXPOCTS S.p.A. e Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare in collaborazione con Touring Club Italiano. L’agricoltura, controllata e protetta, col turismo rispettoso e consapevole, è uno dei più importanti strumenti di vitalità e fruizione dei parchi naturali, a favore dei visitatori nazionali e internazionali e a beneficio delle popolazioni residenti. Addirittura si può dire che, essendo i prodotti agroalimentari delle aree protette in genere produzioni limitate e, salvo eccezioni, difficilmente distribuibili su vasta scala, le proposte alimentari e gastronomiche sono fruibili, prevalentemente, nelle aree dei parchi e zone limitrofe e quindi diventano a loro volta elementi di attrazione turistica.

Considerato che “food and drink“, da una recente ricerca Touring/Doxa, è risultata la seconda motivazione che spinge gli stranieri a visitare l’Italia, dopo “Arte e Cultura”, e tenuto conto che molti visitatori provenienti da altri Paesi (Europei e non) sono particolarmente sensibili ai valori ambientali e naturalistici che i nostri parchi offrono, si può forse affermare che i prodotti tradizionali che affondano le loro radici nella storia delle tante aree enogastronomiche del nostro Paese, possono avere una funzione determinante tra gli altri elementi di attrazione come flora e fauna, ambienti naturali e paesaggi preziosi, testimonianze artistiche e tradizioni.