Destination Management

Il Rinascimento del turismo italiano

Prendo spunto da alcune giuste considerazioni, che spesso sfuggono alla grande audience. Siamo sempre più proiettati a retwittare, repinnare, condividere o rescooppare informazioni di carattere generale, quelle che più si evidenziano e che fanno numero. Vorrei con voi invece cercare di analizzare, come spesso queste informazioni sono poco realistiche o articolate senza creare soluzioni o, semplicemente, date per incrementare caos.

Laddove invece hanno valide soluzioni, che spesso però nessuno vuole proporre. Pertanto forse la prima domanda da porsi è: perché non si vogliono trovare queste soluzioni? Perché non evidenziare il positivo?

Le risposte sono molteplici, spesso hanno carattere politico, personale, animosità mai sopite, in più, in questo periodo pre-elezioni vi è una certa marcata regionalità – in particolare dalla Toscana – che cerca di fare terra bruciata intorno a coloro che vogliono qualcosa di diverso.

Ho letto infatti, espressioni come “rottamare X o Y”: in genere si cerca di superare un periodo, apportando nuove idee, non certo rottamando le persone. Questa espressione ha mandato a morte 6 milioni di esseri umani e la cosa mi tocca molto da vicino. Se questo è il nuovo, forse queste persone dovrebbero semplicemente vergognarsi di “utilizzare il turismo” per enunciare tali affermazioni o cercare di studiare per imparare cosa significa il rispetto altrui.

Analizziamo due esempi molto pratici di come i problemi sono opportunità di spunto per soluzioni:
vi sono stati – come sempre – vari post e/o commenti a varie pubblicità istituzionali.

Non vi è dubbio che tali pubblicità erano e sono molto discutibili, ma sottolineare la loro eventuale pochezza, a cosa serve se non si elaborano soluzioni ? Perché le eventuali soluzioni non vengono elaborate?

Il motivo spesso risiede nel fatto che chi mette in circolo tali critiche non è in grado di elaborare nessuna soluzione per poca o scarsa professionalità, o perché non ha nessun interesse a proporre soluzioni, anche per motivi politici e di antagonismo. Vi siete mai chiesti come mai sono sempre gli stessi “soggetti” a parlare di turismo durante “feste” di partito? Ogni tanto varrebbe la pena pensarci, questo aiuterebbe poi a decifrare tutta la linea editoriale di questi soggetti, molto discutibili per comportamento e aggressività.

Ma analizziamo il primo caso, così da cercare di capire in che modo si comparano i professionisti del settore.

Il caso di Giuseppe Taranto, che ha creato un gruppo su Facebook per far interagire le varie entità turistiche del luogo in modo creativo. La professionalità e la competenza degli addetti ai lavori dipendono, purtroppo e talvolta, anche dalla realtà territoriale in cui operano. Ecco l’aneddoto esemplificativo che Giuseppe Taranto racconta a Giugno 2011: “ero in overbooking – dice – e quindi mi capitò di dover provvedere alla riprotezione di diverse sistemazioni in altre strutture ricettive; non conoscendo ancora benissimo la zona, verificai quali strutture avrebbero potuto meglio rispondere alle mie esigenze di riprotezione e provai a contattarle telefonicamente… risultato? Nessuna risposta, risposta dopo 10 squilli, risposta con la richiesta di richiamare successivamente (senza sapere se fossi un potenziale cliente o meno).Tutto questo fu per me un importante campanello d’allarme che mi aiutò a capire che uno dei motivi per cui la destinazione non funzionava era la mancanza di professionalità e competenza della maggioranza degli operatori turistici del territorio che avevano per lo più una conduzione familiare delle loro strutture. Avendo preso atto di questo ed auspicando una prima integrazione territoriale tra operatori turistici, decisi di creare un Gruppo su Facebook (gruppo chiuso) dove inserire esclusivamente i principali “attori” del settore turistico della zona: questo gruppo, oggi, è diventato un riferimento primario dove ci si confronta e dove c’è la possibilità – anche per le piccole strutture ricettive – di aggiornarsi e formarsi gratuitamente circa le best practices che richiede il “Fare Turismo” moderno. Ad oggi, senz’altro, gli operatori turistici e non del territorio in cui opero sono più competenti e sempre interessati ad aggiornarsi: la Brand Reputation della destinazione si sta riprendendo” Ecco questo è una risposta seria farcita di best practice e di tecnicità.

Un altro esempio di scarso rispetto pubblicato su un gruppo di Facebook:

lazio-da-scoprire

Con la seguente didascalia di accompagnamento “Linate, sugli schermi gli spot della #regioneLazio: “Il tuo Lazio da scoprire”. Ironie tra i passeggeri”.

Prima di tutto non si tratta di turismo ma di promozione dei vini: sono però le frasi di “accompagnamento” che sono distorsive, che insinuano problemi politici, maldicenza e stereotipi di cui davvero non abbiamo nessun bisogno, ma soprattutto non danno nessun tipo di suggerimento. Questo non è turismo ma mero gossip diffamante!

Scriveva bene su TTG qualche settimana fa Roberto Gentile, laddove saltano tour operator, agenzie ecc, alla fine non ci guadagna nessuno.

Bisogna riuscire a fare delle proposte serie, con fatti. Ci è stato proposto un video del 2011, con la didascalia che diceva “Il turismo ha bisogno di idee innovative”, peccato che sia l’interlocutore del video sia chi lo distribuisce in giro non ha fatto assolutamente nulla per dare spazio alle idee. E allora di cosa stiamo parlando se non di “spot” che dovrebbero essere archiviati per incoerenza?

La prossima volta parleremo dell’importanza dei travel blog e cosa si nasconde dietro alcuni eventi, se avete suggerimenti per determinati argomenti non esitate a contattarci!