Turismi

Il turismo e la mobilità camminano insieme verso la sostenibilità

Avevamo già parlato nello scorso post dell’importanza di una mobilità sostenibile per il turismo affermando che

“la mobilità turistica fa parte dell’anima stessa del turismo, resta da capire in che modo mirare a una mobilità più “pura”: perché la mobilità turistica sia sostenibile sono infatti diversi i fattori da tenere in considerazione e occorre lavorare […]”

e per riuscire a promuovere adeguatamente una mobilità sostenibile è necessario agire su più fronti:

Scoraggiare il proliferare di un turismo selvaggio, dove promuovere una località turistica sfocia troppo spesso nello sfruttarla e dove rendere un territorio il più accessibile ai mezzi di trasporto equivale a esporla al rischio di diventare teatro di un inquinamento smisurato.

Promuovere modi alternativi di spostarsi, mezzi di trasporto che hanno fatto di un migliore impatto sull’ambiente il loro cavallo di battaglia. Perché il turismo, anche quando non è esplicitamente “turismo verde”, non può ignorare i problemi legati al rispetto dell’ambiente.

Informare, informare e ancora informare: soltanto attraverso l’informazione e – perché no? – la formazione si può diffondere una cultura del turismo dove la parola mobilità faccia più facilmente rima con la parola sostenibilità.

“Il bastone”, ossia come spronare ad abbandonare i mezzi di trasporto troppo inquinanti

I modi per far disaffezionare il più possibile i turisti a una mobilità che ha un impatto fortemente negativo sulla natura possono essere diversi e possono passare, per esempio, attraverso l’introduzione di più zone a traffico limitato, oppure attraverso la richiesta di una certa somma di denaro per la circolazione dei mezzi.

Attenzione però a non limitarsi a negare: imporre certi limiti ha senso solo quando si è poi in grado di fornire ai turisti valide alternative che permettano loro di non rinunciare alla mobilità necessaria in un viaggio, altrimenti si crea un circolo vizioso che non fa altro che nuocere al turismo.

“La carota”, ovvero come incentivare una mobilità più dolce e sana

Se è vero che promuovere una mobilità che sia più ecosostenibile, più “verde”, è altrettanto vero che questa mobilità deve essere resa possibile valorizzando mezzi di trasporto alternativi. Qualche esempio in tal senso? Vediamoli insieme:

– Car pooling

Con il termine “car pooling” si intende in italiano la condivisione di un automobile da parte di più soggetti. In che modo questo può essere utile in un programma di mobilità sostenibile? Condividendo l’automobile con altri passeggeri non solo si diminuiscono le spese (e fare bene al portafogli non fa mai male) ma anche e soprattutto si aiuta l’ambiente, perché si riducono le macchine in circolazione e quindi l’emissione di gas nocivi nell’atmosfera.

– Bus

Valorizzare la mobilità sostenibile prevede anche la promozione dei mezzi pubblici perché se ci si serve dei mezzi di trasporto pubblici si diminuisce il numero di auto private utilizzate e l’ambiente non può che beneficiare di questa riduzione. Affinché la mobilità sostenibile non sia solo un sogno ma una realtà realizzabile è quindi necessario rendere il più efficiente possibile anche il servizio dei bus pubblici.

– Bici (elettriche e non)

La bici è il mezzo di trasporto che più di tutti fa pensare al concetto di mobilità sostenibile. Una struttura ricettiva che cerca di ritagliarsi il suo posto nel mondo del turismo potrebbe farsi portavoce di questo mezzo di locomozione offrendo per esempio a chi vi alloggia la possibilità di noleggiare a prezzi convenienti biciclette elettriche e non, così da stimolare i viaggiatori all’uso di mezzi più ecologici.