Turismi

Il Turismo Lento e il progetto Slow travels

Itinerari eco-turistici a mobilità lenta per la valorizzazione dell’Abruzzo

Avete mai sentito parlare di turismo lento?

Semplicemente, un modo di viaggiare diverso dal solito. Il turismo lento è una nuova visione di intendere la vacanza motivata dalla ricerca di autenticità, di un’esperienza vera, di scoperta del “Genius Loci” e delle bellezze, culture e tradizioni locali, e di turismo di grande qualità. Un viaggio è sempre una scoperta e ognuno di noi cerca qualcosa. Questo è nuovo modo di viaggiare, per conoscere cultura, territorio, persone e gusti che non ci appartengono o che desideriamo ritrovare con attività che invitano a un ritmo di vita meno frenetico.

Cominciamo con il raggiungere le destinazioni di vacanza con mezzi di trasporto diversi dall’aereo e dall’automobile, inquinando meno. Non sarà possibile per tutte le destinazioni, ma facciamo del nostro meglio. Lasciare l’auto ferma e muoversi con i mezzi di trasporto pubblico, il treno, la bicicletta, a piedi, a cavallo. Soggiorni in Bed and Breakfast, fattorie didattiche o alberghi diffusi. In un tempo di crisi c’è chi confonde il turismo lento con il turismo di prossimità, ovvero “la gita della domenica”: sono due cose diverse, fare la gita non è fare turismo lento, se volete ve lo spiegherò meglio un’altra volta. Secondo voi, esistono delle mete più interessanti per dei viaggiatori lenti? Io credo di no perché è il modo di viaggiare che è differente. Di solito sono però più attraenti destinazioni e luoghi fuori dal turismo di massa, con vocazione culturale e ambientale come Toscana e Umbria, oppure l’Alto Adige e il Friuli, che hanno saputo creare un ottimo sistema di turismo integrato e mobilità dolce come bici, ferrovia, bus, funivia, oltre a un’offerta di servizio ai turisti lenti completa e di qualità, 365 giorni all’anno. Parlare di “turismo lento” quindi equivale a parlare di un turismo compatibile con il territorio e accessibile a tutti, senza ostacoli di carattere economico, strutturale, sociale, culturale. Una nuova visione del sistema di offerta turistica e culturale per migliorare qualitativamente l’attuale modo di visitare e comprendere i patrimoni locali.

Il Progetto Slow travels: itinerari eco-turistici a mobilità lenta per la valorizzazione dell’Abruzzo

Nell’ambito del Piano Operativo Fondo Sociale Europeo Abruzzo 2007-2013, con un protocollo di intesa e disciplinare attuativo fra Regione Abruzzo e le università abruzzesi è stato finanziato, attraverso un assegno di ricerca post-dottorato presso l’Università degli Studi di Teramo, il programma formativo di ricerca “Slow Travels”, finalizzato all’analisi e allo studio di un modello di gestione dell’offerta turistica di tipo innovativo ed integrato.

Mission e obiettivi
Il progetto mira in particolare all’individuazione e alla progettazione di specifici itinerari in grado di promuovere la fruizione eco-turistica del territorio abruzzese, anche attraverso il ricorso alla mobilità dolce (mountain bike, cavallo, trekking, impianti a fune). Questo obiettivo viene raggiunto attraverso la gestione di percorsi integrati che – coniugando gli aspetti connessi alla vacanza attiva con la valorizzazione del paesaggio, delle culture e delle produzioni locali – si pongono non solo come base per la differenziazione dell’offerta ma anche come specifica modalità di avvicinare al turismo rurale abruzzese con rinnovata sensibilità.

Chi coinvolge e perché?
Gli attori territoriali hanno il ruolo centrale in termini di organizzazione sociale del prodotto turistico; il progetto è in pratica una ricerca applicata, che attraverso un percorso di animazione sociale, risulta finalizzata alla costruzione e/o al rafforzamento delle reti tra operatori della ricettività, ristoratori, allevatori, gestori di centri equestri, produttori, operatori agrituristici, guide turistiche, accompagnatori, istruttori sportivi ed altri. Svolgeranno funzione e ruolo di tutoring e di supporto al network oltre che l’Università di Teramo (Dipartimento di Teorie e politiche per lo sviluppo sociale) e, anche le istituzioni locali (amministrazioni, associazioni di categoria, federazioni sportive, parchi) l’E.A.R.T.H. Academy (European Academy for Rural Tourism Hospitality) e due centri di ricerca esteri. La cooperazione tra gli stakeholder per avviare processi di sviluppo locale consentirà di polarizzare l’analisi sui sistemi socio-economici organizzati a livello territoriale e, conseguentemente, di guardare all’oggetto di studio in una luce nuova, in grado di favorire esiti di natura applicativa. Ciò avverrà quindi su presupposti volti ad individuare possibili vie di uscita dalla crisi dei sistemi rurali tradizionali e di ingresso nelle attuali sfide lanciate dal green tourism. In virtù di queste considerazioni, ma soprattutto allo scopo di favorire le potenziali ricadute sul territorio in termini di sviluppo, di cooperazione e di network building, il programma di ricerca favorirà approcci partecipativi, ricorrendo a tecniche e a strumenti d’indagine specifici della progettazione partecipata come la ricerca-azione e l’Open Space Technology.

Il turismo leisure, affiancato dal valore attribuito oggi alla dimensione ambientale e sportiva, si rivela infatti un fattore produttivo capace di generare attività, processi di produzione e di consumo, di entità non più secondaria e in modo autonomo rispetto al macro sistema economico-industriale. Nello stesso tempo può divenire condizione di partenza per la progressiva costituzione di un indotto produttivo vacanziero verde, centrato sugli operatori dell’accoglienza, ma affiancato anche da imprese agricole, centri equestri, associazioni sportive, artigiani, attività di promozione, di marketing e di vendita.

Abruzzo, punti di forze e opportunità
Partendo dalla semplice considerazione che l’Abruzzo sia annoverata come la regione più verde d’Europa (grazie alla presenza di ben quattro parchi nazionali e un parco regionale) appare evidente come l’ecoturismo sia giunto a rappresentare – almeno a livello potenziale – una vera e propria vocazione territoriale. Una vocazione che, però, per raggiungere performance più soddisfacenti delle attuali, necessiterebbe sicuramente di maggiori attenzioni, anche da parte della ricerca scientifica.

Questo progetto di ricerca ha perciò come obiettivo lo sviluppo del turismo-natura e procede nella duplice direzione di:
1. individuare gli elementi caratterizzanti della fertilità ambientale da cui acquisire la nozione differenziata dei fattori favorevoli ad un’azione di sviluppo creativa;
2. prospettare il cluster degli itinerari slow come insieme interconnesso di elementi che sono in grado di favorire un senso strutturato di agire, orientato alla massima crescita di valori (da quello antropologico a quello economico-finanziario) per attivare dinamiche inedite di crescita turistica.
Il vero nodo di svolta risiede nelle potenzialità che il programma offre in termini di interazione tra i centri della ricerca a livello internazionale (rappresentati dal Dipartimento di Teorie e politiche per lo sviluppo sociale dell’Università di Teramo, dall’Istituto per il Turismo di Lucerna e dal Dipartimento di Sociologia dell’Università di Zara), e realtà aziendali nazionali più mature, in grado di introdurre alle best practice del settore.

Per finire, ricordiamo come il progetto nasca dalla necessità di contribuire da un punto di vista tecnico e scientifico al superamento di alcuni dei nodi critici evidenziati dal percorso di sviluppo turistico della regione Abruzzo e mira a promuovere spinte innovative nella progettazione, nella gestione e nella promozione di un nuovo modello di gestione dell’offerta turistica verde, nell’affermazione di brand turistico.

Gli strumenti per realizzare tutto ciò sono rappresentati da metodologie della ricerca di tipo partecipativo che consentano agli attori territoriali di posizionarsi come significativi nodi di un’unica rete di valorizzazione, in grado di favorire la nascita di nuovi prodotti ecoturistici, frutto della sinergia e della convergenza tra i vari interessi.

Mobilità lenta e tutela del territorio
L’idea centrale di mobilità lenta contribuisce al raggiungimento di questi obiettivi da diversi punti di vista: da quello più strettamente sportivo (gare, competizioni, incontri e percorsi guidati a cavallo, in mountain bike, a piedi, attraverso l’uso degli impianti a fune) a quello ricreativo (eventi ed iniziative a carattere culturale e ludico) a quello enogastronomico (degustazioni, visite guidate ad aziende agricole, fiere, sagre). In estrema sintesi, questo programma di ricerca intende giungere alla sperimentazione di nuovi percorsi di sviluppo locale, senza perseguire necessariamente la pista della disseminazione degli insediamenti industriali e dei loro effetti, non sempre positivi in termini di tutela del territorio e di sostenibilità per le comunità residenti, soprattutto nel caso delle aree interne, montane e pedemontane. Questi itinerari turistici integrati diverrebbero anche esemplari del fatto che si può generare buona occupazione e qualità della vita, anche attraverso la tutela dell’ambiente e la mobilità lenta, dimostrando così che la crescita di un fattore (come quello economico) non deve avvenire necessariamente a scapito di un altro (come ad esempio quelli identitario e naturalistico).

L’importanza di “integrare l’offerta”e figure professionali specifiche
Questo tipo di progetti evidenzia una tendenza generale al networking e a carriere non lineari, non più riconducibili alle rigide distinzioni tra lavoratori dipendenti e liberi professionisti. Si necessita quindi di nuovi percorsi formativi tendenti ad assecondare le esigenze espresse da un’economia post-fordista che ha superato il modello organizzativo caratteristicamente statico della grande industria, per investire tutta una serie di adempimenti in cui hanno ruoli distinti, ma congiunturali, tutte le organizzazioni produttive che dalle imprese, all’università, alla pubblica amministrazione, si ritrovano chiamate ad uno sforzo congiunto per conciliare lo sviluppo del sistema economico con l’innovazione delle opportunità professionali. D’altra parte, la stessa questione dell’innovazione delle economie rurali nelle aree interne vive ormai un rapporto di stretta connessione ai diversi ambiti dell’economia, investendo non solo agricoltura e industria, ma anche turismo e ricerca, territorio e politica e generando inevitabilmente la necessità di nuove figure professionali dalle competenze più differenziate. Per la gestione di questi processi necessitano oggi nuove professionalità che, per esigenze di esemplificazione, potremmo equiparare a degli eco-destination manager, cioè a dei professionisti che agiscano a livello locale, focalizzando i loro interventi su progetti ed iniziative sistemiche di salvaguardia e di valorizzazione turistica delle risorse territoriali, siano esse di natura ambientalista, sportiva, paesaggistica, agroalimentare e/o culturale.

Nella necessità di assecondare questo tipo di domanda formativa, la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Teramo ha da quest’anno inaugurato un nuovo percorso formativo con dei corsi di laurea (triennale e specialistica) che uniscono il turismo allo sport, in un’ottica integrata di “tempo libero”. Per quanto concerne lo sviluppo dell’ecoturismo, ha aperto le iscrizioni alla IX edizione del Master GESLOPAN (Gestione dello Sviluppo Locale nei Parchi e nelle Aree Naturali).

L’offerta: il caso Abruzzo e il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Tra natura e cultura… Solo alcuni esempi di progetti in parte avviati:
• L’Ippovia più lunga d’Italia: 320 Km di percorso che attraversa il territorio di 3 Province: L’Aquila, Pescara e Teramo e 8 degli 11 distretti turistico-ambientali in cui si articola l’area protetta.
• Il distretto della Strada Maestra che si trova proprio nel centro del parco. Al suo interno sarebbe possibile percorrere un itinerario di 70 km in 7 giorni.

Ma esiste la domanda sul turismo sostenibile?

L’Università di Scienze Applicate e Arti di Lucerna durante il World Tourism Forum Lucerne 2011 ha presentato uno studio intitolato “Is there Demand for Sustainable Tourism?” con l’obiettivo di studiare e comprendere più nel dettaglio la domanda di turismo sostenibile. L’indagine empirica – una on-line-survey – è stata realizzata attraverso la compilazione di un questionario da parte di un campione casuale auto selezionato. Sono stati compilati 6.113 questionari in otto diversi paesi , tra Europa e resto del mondo. I risultati hanno identificato gli aspetti più rilevanti del turismo sostenibile dal punto di vista turistico.

Per il 22% degli intervistati, la sostenibilità è tra i 3 fattori che maggiormente influenzano la scelta turistica. L’elemento considerato come il più sostenibile è il “mantenimento del paesaggio e dell’heritage”. Tra gli altri elementi: Prodotti locali, Comunità locale e Cultura locale, ovvero autenticità e tradizione.

L’Identikit dell’intervistato medio:
• Età media: 41
• Sesso: uomo (62,5%)
• Stato civile: sposato
• Livello di istruzione: alto
• Livello di reddito alto

Il prossimo Forum Mondiale sul Turismo di Lucerna si svolgerà 17 al 19 Aprile 2013.
Per maggiori informazioni: http://www.wtflucerne.org

Per la realizzazione del post ringrazio Rita Salvatore per la collaborazione. Dottore di ricerca in Politiche sociali e sviluppo locale, attualmente è assegnista di ricerca post-doc presso l’Università degli Studi di Teramo, titolare del progetto “Slow Travels”. Presso lo stesso ateneo è stata titolare degli insegnamenti di “Sociologia del loisir” e di “Politiche ambientali, identità territoriali e sviluppo turistico” e docente nel Master GESLOPAN (Gestione dello Sviluppo Locale nei Parchi e nelle Aree Naturali). Dal 2003 svolge attività di ricerca nel campo della sociologia dello sviluppo locale e del turismo, con particolare attenzione alle politiche di protezione ambientale. È stata coordinatrice delle attività presso il Consorzio turistico regionale A-Tour ed è membro del comitato tecnico scientifico dell’associazione STL del Gran Sasso. Ha seguito la direzione editoriale della guida turistica A-Tour “Abruzzo” (edizioni in italiano e in inglese). Ha pubblicato diversi saggi sullo sviluppo locale e ha partecipato a numerose conferenze nazionali ed internazionali.