Il turismo responsabile secondo gli italiani: cosa pensano e cosa fanno…
Turismo Responsabile. Cos’è e alcune caratteristiche
Viaggiare è da sempre sinonimo di curiosità, del desiderio di vedere, di conoscere, di capire. Negli ultimi anni è cresciuto sensibilmente l’attenzione verso il cosiddetto turismo responsabile. Il dibattito internazionale sul tema delle sviluppo turistico sostenibile è cresciuto in maniera significativa grazie anche, se non soprattutto, alla crescita sempre più significativa di forme di domanda turistica di tipo responsabile. Il concetto di “turismo responsabile” è composto dall’insieme di buone pratiche e atteggiamenti solidali, ovvero un “nuovo” modo di concepire la vacanza. Visto la complessità del concetto, non esiste ancora una definizione rigorosa ed universalmente riconosciuta, ma diverse espressioni (turismo sostenibile, solidale, equo, ecoturismo, ecc.).
Quindi un modo di viaggiare che spinge le persone ad effettuare le proprie scelte abbracciando i valori della sobrietà e del rispetto del contesto ambientale, sociale, economico e culturale della località. Tra le altre cose, il turista responsabile è quindi colui che viaggia alla ricerca della possibilità di vivere esperienze turistiche autentiche a stretto contatto con la comunità locale e mosso dal desiderio di farsi promotore/sostenitore del benessere della comunità locale ospitante (ad esempio, privilegiando l’acquisto di prodotti locali). In Italia esiste AITR Associazione Italiana Turismo Responsabile, che promuove la cultura e la pratica di viaggi di Turismo Responsabile e favorisce la conoscenza, il coordinamento e le sinergie tra i soci.
Spesso però l’atteggiamento positivo che le persone manifestano nei confronti di questa “nuova filosofia di viaggio” non corrispondono sempre effettive scelte di tipo responsabile. Capire i motivi per cui questo accade è fondamentale per capire che tipo di interventi porre in essere per favorire l’ulteriore crescita del fenomeno. Tali motivi possono attenere alla sfera individuale del soggetto (personalità, motivazioni, ecc) e/o a impedimenti esterni.
Proprio per indagare meglio questo aspetto, il Prof. Giacomo Del Chiappa, ricercatore di Marketing presso la Facoltà di Economia dell’Università di Sassari, ha condotto una ricerca con il supporto di AITR, CTS (Centro Turistico Studentesco e Giovanile) e FormazioneTurismo. La ricerca prevedeva che i partecipanti all’indagine partecipassero all’estrazione di un soggiorno gratuito. Lo studio è stato da poco chiuso e il fortunato vincitore che si è aggiudicato il fine settimana gratuito presso l’Hotel Olivi **** a Sirmione è il signor Vladi Finotto di Venezia.
Gli italiani cosa pensano del turismo responsabile e come effettivamente si comportano?
Ora tiriamo le somme sulla ricerca e chiediamo al Prof. Giacomo Del Chiappa il metodo utilizzato per effettuarla e cosa è emerso.
1. Quale metodo è stato utilizzato per la ricerca?
E’ stata effettuata una ricerca quantitativa mediante la somministrazione di un questionario costruito in base ad una rewiew della letteratura di marketing nazionale e internazionale in tema di turismo responsabile. Il questionario, somministrato attraverso un online survey, prevedeva che i rispondenti fornissero informazioni sui seguenti aspetti:
• Caratteristiche socio-demografiche;
• Valutazione dell’importanza assegnata ad ognuna delle 20 pratiche caratterizzanti il turismo responsabile (Scala likert 1-9);
• Valutazione del grado di effettiva adozione di ognuna delle 20 pratiche caratterizzanti il turismo responsabile (Scala likert 1-9);
Il campione conclusivo è stato di 1253 questionari correttamente compilati e quindi utilizzabili ai fini delle analisi statistiche.
2. Cosa emerge dai risultati?
Nel complesso le analisi mostrano un atteggiamento tendenzialmente positivo dei rispondenti nei confronti del turismo responsabile, sebbene valutino spesso diversamente l’importanza di alcune pratiche di turismo responsabile. Per esempio, i rispondenti non considerano tutto sommato importante (media: 6,43) il fatto di privilegiare strutture locali tipiche, dove vi è un limitato numero di posti letto e non vengono offerte sofisticate facilities e in più non sembrano essere disposti a rinunciare ai confort specialmente alberghieri.
Tuttavia, esistono dei gap significativi tra atteggiamento e reale comportamento adottato rispetto a numerose pratiche di turismo responsabile, tra cui:
• Promuovere e sostenere le piccole realtà produttive del luogo (gap: 1,76)
• Privilegiare strutture ricettive in possesso di certificazione ambientale (gap: 2,5)
• Privilegiare strutture ricettive e ristorative dove viene impiegato personale locale (gap: 1,82)
• Utilizzare mezzi di trasporto che minimizzino l’impatto ambientale del viaggio (gap: 2,18)
• Denunciare i comportamenti scorretti alle autorità competenti (gap: 2,97)
• Chiedere all’organizzatore che si occupa di preparare il viaggio delle garanzie quali la sostenibilità ecologica, equità sociale (gap: 2,39)
3.Perché esiste un gap tra atteggiamento e comportamenti?
I motivi sono diversi e risiedono nell’esistenza di impedimenti sia interni che esterni, tra questi si può far riferimento a esempio ai seguenti:
• il turismo responsabile viene percepito come una rinuncia a dei confort o addirittura come una cosa troppo seria (il 23,8% dei rispondenti ha espresso un giudizio compreso da 7 a 9);
• scarsa conoscenza del fenomeno;
• problema di reperimento di informazioni;
• ristretto numero di intermediari turistici che si occupano di questa forma di turismo (riportato dal 54,6% dei rispondenti);
• difficoltà/impossibilità di raggiungere le mete dei propri viaggi, e muoversi al loro interno, utilizzando mezzi di trasporto a basso impatto ambientale
4. Cosa suggeriscono i risultati della ricerca?
La ricerca evidenzia che il marketing e la comunicazione hanno un ruolo importante nel favorire lo sviluppo di questa filosofia di viaggio contribuendo a:
• “educare” i consumatori su cosa davvero significhi fare turismo responsabile;
• “rimuovere” le percezioni negative che le persone hanno rispetto a questo modo di viaggiare;
• “sdoganare” l’associazione mentale: turismo responsabile = rinuncia di confort e esperienze di viaggio noiose;
• affermare l’idea che il turismo responsabile non significhi solo il turismo “equo e solidale”: tutti possiamo viaggiare in maniera più responsabile;
• comunicare in maniera trasparente e capillare l’esistenza di questo tipo di prodotti e degli intermediari che si occupano della loro commercializzazione;
Una nuova Ricerca: “Gli Italiani e l’ecoturismo”….e vinci un soggiorno gratuito
La ricerca sul turismo responsabile fatta è stata chiusa, ma ecco adesso un nuovo invito a ritentare la fortuna per partecipare ad un’altra ricerca che il Prof. Del Chiappa ha da poco iniziato e che noi supportiamo. Questa volta l’obiettivo è studiare l’atteggiamento degli italiani nei confronti dell’ambiente e dell’ecoturismo, ossia quella forma di turismo incentrato sulla visita di aree incontaminate con l’obiettivo di conoscere, ammirare e godere del paesaggio, della flora, della fauna e del patrimonio culturale di una destinazione turistica.
Il questionario è compilabile a questo link https://www.surveymonkey.com/s/ecoturismo-italia e richiede circa 10/12 minuti per la sua compilazione. Compilandolo si ottengono automaticamente dei buoni sconti per soggiorni alberghieri in alcune regioni italiane e, inoltre, si partecipa anche all’estrazione di due fine settimana gratuiti (in meravigliosi quattro stelle in Toscana).
Per la buona riuscita della ricerca, oltre al proprio contributo compilandolo personalmente, fate girare il link ai tuoi contatti via mail o postandolo nei social network di cui lei fa parte (Facebook, forum, ecc)
Grazie!
Per la realizzazione del post ringrazio Giacomo Del Chiappa, ricercatore di marketing presso la Facoltà di Economia dell’Università di Sassari dove è titolare degli insegnamenti di “Gestione e marketing delle imprese turistiche” e “Destination Management” nel Corso di Laurea in Economia e Management del Turismo, sede di Olbia. È membro del comitato editoriale della rivista Tourism Analysis. Le sue ricerche si concentrano sulle tematiche della governance e del branding delle destinazioni turistiche, del comportamento del consumatore/turista online, del social media marketing e del turismo sostenibile e responsabile. È inoltre, esperto per il progetto “Réseau de veille en tourisme” – Université du Québec a Montréal.