Ma c’è stata la fiera?
Si, forse, non lo sappiamo! Il mondo è cambiato, il turismo è cambiato, così come il modo di comunicare e di promuoversi, ma sono in tanti a credere ancora che un salto in fiera lo si debba sempre fare. E seppure la “fiera” – o “borsa” che sia – ci fosse stata, sappiamo già che è stata inutile e che non c’è nulla di importante che ci siamo persi.
In passato l’evento fieristico segnava nel calendario di tutti gli operatori il momento clou per fare il consuntivo dell’anno appena passato e guardare ai nuovi orizzonti, aprirsi e individuare nuove opportunità di business, fare una pausa dal tran tran quotidiano per dedicarsi anche alla formazione e all’aggiornamento professionale. E il workshop costituiva il luogo per i nuovi scambi commerciali, alla corte dei buyers ai quali proporre la propria mercanzia.
Il più importante evento turistico italiano, da business to business, già alla fine degli anni novanta, è divenuto sempre più un evento di show business, di pura immagine e spettacolarizzazione, dove esserci per ricordare e sottolineare di essere sempre presenti sul mercato e rappresentare il proprio successo, un evento per la visibilità ma dove l’affare era semplicemente simboleggiato, perdendo l’efficacia di essere occasione per crearne di nuovi, svuotato da quelle motivazioni che ne caratterizzavano la sostanza.
Oggi è semplicemente uno show, uno spettacolo per figuranti, una passerella per personaggi che rappresentano se stessi ma che non apportano alcunché di concreto al settore, nessun vero contributo per migliorarlo, nessuna vera innovazione, nessun vero supporto per orientare i propri affari. E sono tanti i segnali che ne certificano la decadenza, in primis l’assenza oramai da più anni dei grandi brand di tutti gli ambiti del settore. Ed è sufficiente guardare anche i programmi delle attività collaterali, come la convegnistica, che nel tempo hanno perso quell’appeal e quell’alto profilo, riducendosi ad una serie di spot in alcuni casi travestiti da contenuti di interesse ma che poi ci hanno abituati alla più profonda delusione e inutilità. Un sentimento diffuso tra operatori e professionisti. E neppure i dati ufficiali a consuntivo sulle presenze dell’evento ci convincono: ogni anno presentano una crescita di visitatori professionali…dati ai quali non crediamo.
La comunicazione è cambiata, le modalità di relazionarsi sono cambiate, e anche per fare business non è più necessario attendere la fiera o andarci con chissà quale aspettativa. Abbiamo a disposizione tanti nuovi strumenti, tante altre occasioni, più vere, concrete e dirette che è il caso di imparare ad utilizzare per essere tutti protagonisti di questo settore.