Mobile booking per hotel, tutte le novità
Qualche anno fa, soprattutto nel biennio 2012-2014 se ne parlava molto, forse troppo, come the “next big thing” del turismo.
Il mobile sembrava essere al centro di tutto. Eppure, tutti i rilevamenti dicevano che sì, il traffico stava aumentando vertiginosamente. E che gli utenti cercavano gli hotel sempre più dallo smartphone.
Ma quando arrivava il momento cruciale della prenotazione preferivano di gran lunga concludere da desktop, percepito come più agevole e sicuro.
Quindi, il mobile era sicuramente un nuovo veicolo nel mercato, rispecchiava il nuovo stile di vita del “sempre connessi”. Ma guardando alla conversione sulle prenotazioni anche i più entusiasti si ridimensionavano.
In confronto al transato da desktop, la percentuale di prenotazioni veicolate dal cellulare erano minime, un rapporto di uno a dieci più o meno. Quindi, dove iniziava e dove finiva l’utilità del mobile?
I primi investimenti sul mobile
Eppure, come succede spesso per topic di forte “hype” nel mercato, molti avevano iniziato ad investire e sperimentare in quel preciso momento soprattutto con modalità in app.
Ma per quanto avesse probabilmente senso per una catena o un gruppo alberghiero di facile reperibilità nel territorio, probabilmente non lo aveva per un hotel indipendente.
Visitato una o due volte nella vita, perdeva agli occhi del cliente tutto il suo interesse e perciò tutta l’utilità della sua app, per quanto fantasmagorica.
L’utente, nel suo ecosistema chiuso e limitato del suo smartphone, doveva costantemente contrattare con se stesso su cosa tenere o eliminare. E le sue app di viaggio finivano per essere soprattutto quelle più ricorrenti.
La riconversione dei siti a mobile friendly si resero necessarie da quel momento in poi, pena l’esclusione dai temuti ranking di google. Dove il traffico da mobile continuava a salire e a guadagnare la sua rilevanza.
Mobile Booking per Hotel: la svolta
Ma ancora, sul revenue effettivo ad attribuzione diretta, tutti storcevano il naso.
Troppe frizioni in fase di prenotazione, connessioni limitate e discontinue non aiutavano l’utente.
Cinque anni dopo, la svolta.
Il traffico da mobile ha ampiamente superato quello da desktop.
Secondo le ultime rilevazioni di Google, il 52% degli utenti nel 2018 ha navigato da mobile, contro il 44% degli utenti da desktop e il 4% da tablet.
Dati destinati a salire, considerati i 5 miliardi di utenti da mobile previsti entro la fine di quest’anno. Praticamente quasi 1 cellulare in rete per ogni abitante di questo pianeta.
Il 50% di traffico web dei siti degli hotel arriva da mobile
Secondo i dati dell’Osservatorio di Bookassist, sofware agency per gli alberghi, presentati alla scorsa BTO di Firenze, le ricerche di hotel da smartphone stanno raggiungendo un punto di piena maturazione.
Anche i pagamenti da mobile hanno subito un’accelerata.
I dati dell’agenzia irlandese confermano quelli del trend generale di Google.
Nel 2018, – secondo le rilevazioni di Bookassist – il 50% del traffico diretto generato verso i siti web degli hotel è arrivato dai dispositivi mobile.
Guidano il mercato inglese, irlandese, spagnolo e portoghese dove un utente su due sceglie, già oggi, l’hotel comodamente da smartphone.
In Italia e nei Paesi del Centro Europa, invece, le percentuali di traffico dai dispositivi mobile si abbassano a poco più di un terzo.
Mobile Booking per Hotel: in Italia conversioni in netta crescita
Ma l’Italia, giusto per citarne una, è quella che cresce di più in termini di conversioni sulle prenotazioni. (Un risultato confortante se si pensa ai vari punti di debolezza dell’ospitalità italiana).
Se nel 2017 aveva già fatto un enorme salto con una crescita di +48% del revenue generato da smartphone, contando il 10% del revenue online di un albergo sul totale, nel 2018 sale ulteriormente del +20%. Incidendo al 13%.
E quest’anno si prevedono risultati ancora più interessanti. Il resoconto bimensile gennaio-febbraio 2019 di Bookassist ci dice che il revenue transato da mobile cresce del +40% e guadagna un punto percentuale in più nello share (da 13 a 14% sul totale del transato online).
Mentre la percentuale di traffico da mobile sul totale continua a rallentare (ferma in Italia al 34%).
Uk e Irlanda contano già il 27% del revenue online generato da Mobile nel 2018. E i primi 2 mesi del 2019 ci dicono che è salito al 31%.
I dispositivi mobile tap & pay
Gli utenti da mobile saranno poco di più, ma soprattutto saranno disposti a spendere di più e a comprare di più.
Anche nel mercato USA, secondo dati Travel Tripper, il 26% delle prenotazioni è stato veicolato dal mobile, con una crescita del +44% negli ultimi 2 anni.
Sempre nel mercato USA, la crescita dei pagamenti da mobile sale mediamente del +62% di anno in anno. Si prevedono 274 miliardi di dollari transati in questo modo nei prossimi due o tre anni.
I dispositivi mobile tap & pay, come nel modello Google, Samsung e Amazon Pay, così come i sistemi di pagamento wallet e chat, largamente utilizzati nei mercati asiatici e dai millennials e generazioni Y e Z stanno velocemente cambiando le carte in tavola.
Il 53% degli utenti abbandona un msite se impiega più di 3 secondi nel caricamento
Nelle OTA quasi il 50% del revenue è già da mobile e “l’investimento dei principali attori di mercato è già stato ampiamente ripagato”.
Secondo Steffan Berelowitz, VP Marketing di Travel Tripper, “risolvendo alcune frizioni, il revenue da mobile potrebbe superare quello da desktop”.
Se è vero che il mobile “può aiutare a far crescere il proprio business – ha spiegato Furio Gianforme, Head of Travel di Google Italia – è anche vero che può anche rallentarlo”.
Gli utenti non hanno tempo “per attendere the great mobile experience – aggiunge il manager – e nei prossimi sei mesi avranno già abbandonato quei business che non si sono adeguati”.
I dati di Google sullo stato dell’arte sono però impietosi.
Secondo big G, le conversioni da mobile continuano ad essere la metà di quelle da desktop, il 53% degli utenti abbandona un sito web mobile se non risponde entro 3 secondi.
Il test di Google
Sopra i tre secondi, qualsiasi business farà fatica a stare a galla.
Ma anche 60 secondi di navigazione possono essere troppi, se restano in piedi troppe frizioni tra la ricerca e volontà di acquistare e l’effettivo acquisto.
A tal proposito Google ha messo a punto un test con alcune persone per regalare loro qualsiasi cosa sarebbero stati in grado di acquistare in un minuto. Il risultato?
Guardatelo con i vostri occhi in questo video.
I siti degli hotel si caricano troppo lentamente
Se da una parte ora sappiamo quali sono i limiti accettabili dell’utente sia nei tempi di caricamento che di comprensione di un sito web, dall’altra poco sappiamo della realtà.
Ad esempio in quanto tempo carica mediamente un sito web di un hotel, quanti nel travel rispettano questi 3 secondi di caricamento.
Martin Verdon Roe VP B2B Product & Marketing di TripAdvisor, al termine del suo intervento alla BTO, accenna a tempi di caricamento medi tra i 10 e i 20 secondi per i siti degli hotel, decisamente troppi.
Per sollecitare la piena consapevolezza verso questi temi, Google ha rilanciato il suo TestMySite.
Consente di monitorare i tempi di caricamento del proprio sito o delle singole pagine, calcolare il potenziale revenue perso per ogni secondo di ritardo nel loading (il 20% circa). Oltre che offrire gratuitamente un benchmark con altri siti.
Qualche consiglio per migliorare le performance da mobile
I consigli per migliorare la UX experience da mobile riguardano soprattutto i fornitori di tecnologie alberghiere, ma è bene che l’albergatore, l’imprenditore, ne sia cosciente, in modo da pretendere prodotti che siano all’altezza del mercato:
1. Progettare prima di tutto da mobile. Il mobile site non può essere più un riarrangiamento del sito da desktop. Sito web e mobile devono essere pensati come due unità distinte. Migliorano la UX mobile experience accorgimenti come il calendario a barre cross out, immagini ampie e persuasive, contenuti personalizzati e contestuali;
2. Focalizzarsi sulle performance di usabilità avendo bene in testa un piano chiaro per obiettivi e per indicatori di performance (metodologia OKRs, ovvero quali “obiettivi” voglio raggiungere e come li misuro “Key results” nel tempo);
3. AMP (Accelerated Mobile Pages). Per migliorare le performance sulla velocità nei tempi di caricamento delle pagine web (e in attesa delle connessioni di ultimissima generazione 5G), applicare i principi di design della tecnologia AMP (https://www.ampproject.org/it/) può venire in aiuto;
4. PWA (Progressive Web App) che consente un ibrido mobile-app e offre performance superiori ad un msite.