Hospitality Management

Opportunità scaccia crisi per gli Albergatori: nuove fonti rinnovabili

La scelta di tanti albergatori e di immobiliaristi aspiranti tali di pensare ad una “speculazione elettrica” ha un fondamento logico solido.

Realizzare o ristrutturare  residenze ad uso alberghiero inserendo nella progettazione, impianti di cogenerazione alimentati ad olio vegetale (fonti rinnovabili) può diventare, grazie agli incentivi previsti dalle normative vigenti (legge 23/07/2009 n 99) oltre che un modo per velocizzare gli iter burocratici autorizzativi anche un vero e proprio affare.

Grazie a tali incentivi produrre energia elettrica attraverso impianti ad olio vegetale (fino ad 1 Mwe) puo’ voler dire ottenere in tariffa omni comprensiva 180 euro/mwh utilizzando olio puro proveniente da paesi extra ue, oppure la tariffa omni comprensiva di 280 euro/mwe utilizzando olio puro proveniente da paesi ue nel rispetto del regolamento del consiglio Europeo 73 del 19 Gennaio 2009. (In alternativa può essere utilizzato il sistema dei certificati verdi www.gse.it)

Gli impianti ad olio vegetale che utilizzano combustibile extra ue (olio di palma) hanno tempi di rientro soddisfacenti solo se la parte termica prodotta dal cogeneratore viene utilizzata completamente (tempo di rientro semplice ca 5 anni), mentre gli impianti che utilizzano olio vegetale europeo (colza, girasole) con gli incentivi previsti rientrerebbero anche in 2,5 anni con dispersione completa del calore(tempo di rientro con utilizzo della parte termica: 1,8 c.a).

Facendo due conti “carta e matita” il guadagno annuale ottenuto installando un impianto di cogenerazione ad olio vegetale, 410Kwe fatto lavorare per 7800 ore anno si aggirerebbe all’incirca (con il massimo incentivo 0,28 e totale dispersione del calore) intorno ai 260.000 euro anno (!)

Allo stato attuale la normativa di riferimento per quel che riguarda la sola generazione elettrica è il dlgs 387/03 che consente l’installazione di questa tipologia di impianti solo attraverso la così detta autorizzazione unica (in conferenza dei servizi) per impianti da 200Kwe a 999Kwe ed in determinate aree.

La “semplice” Dia vale invece per gli impianti fino a 200Kwe e per quelli “nobili”, fino ad 1Mwe, che dimostrano di essere ad alta efficienza energetica e che riescono quindi ad utilizzare tutto il calore disponibile o comunque in massima parte (salvo comuni province e regioni ostili).

L’azienda albergo verrebbe in questo modo economicamente sostenuta da una “seconda occupazione” spesso ahimè più remunerativa della primaria.

Diversi poi sono i fondi di investimento anche esteri che si apprestano ad entrare in questo mercato proponendo soluzioni finanziarie al 100% del capitale a bassi interessi ed a volte senza richiedere equity, come diverse sono le Esco italiane che propongono alle aziende i così detti servizi energia.

L’unico ostacolo per chi vorrà dedicarsi al “fai da te” è determinato dal fatto che per ottenere l’incentivo più elevato (0,28 euro/kwh) si attende una circolare ministeriale che molti chiamano decreto attuativo, che deve esplicitare quali sono i documenti che vanno presentati per dimostrare la provenienza e la procedura di estrazione(rigorosamente meccanizzata e non chimica)in uscita prevista dopo tanti rinvii proprio nel mese di marzo(fonte interna Gse), nel frattempo viene riconosciuto lo 0,18.

In attesa che il mercato si riprenda mi pare opportuno iniziare a pensare seriamente anche ad un piano “c” come la Cogenerazione a fonti rinnovabili.

Roberto Vuilleumier
Consulente
www.tamerix.com