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Pokémon Go Mania, opportunità che hotel e ristoranti possono sfruttare

Nelle ultime settimane non si parla d’altro. Sembra quasi che la gente sia stata colpita da uno strano virus che la spinge ad assumere atteggiamenti ai limiti (se non oltre) della follia. Ebbene sì: la Pokémon Go Mania – che piaccia o no – impazza anche nel Bel Paese.

Tutti a caccia di queste strane creaturine, a tutte le ore, in qualunque posto, anche a rischio di fare incidenti o comunque di farsi male: più di qualcuno, letteralmente ipnotizzato da questa realtà aumentata, ha perso i contatti con il pianeta Terra. Combinandone di tutti i colori.

Ma se da un lato c’è chi, bacchettone, liquida la questione con un “giochino per deficienti che non hanno niente da fare”, c’è anche chi al contrario pensa che questa mania possa trasformarsi in un affare. Anche per gli hotel e le varie strutture ricettive.

Ma andiamo con ordine. Prima di spiegare perché questo gioco può diventare un business anche nel settore dell’hospitality, cerchiamo di chiarire a chi non mastica di queste “diavolerie” cos’è il fenomeno Pokemon Go.

Pokémon, chi era costui?

Detto in parole povere è una app (disponibile gratuitamente per Android e iPhone) che, facendo leva sulla realtà aumentata (a proposito: viene già usata in alcuni musei), permette a chi la installa sul proprio smartphone di andare a caccia delle creature protagoniste del gioco. I Pokémon, per l’appunto.

Vengono scovati attraverso le inquadrature del cellulare. E il bello (almeno per gli appassionati) è proprio questo: si interagisce con la realtà circostante. Puoi catturare queste creature mentre sei al bar, per strada, mentre fai la passeggiata al parco o, addirittura, dentro casa.

Ma in che modo l’app sviluppata da Nintendo e Niantic può diventare un’opportunità per i gestori di hotel, attività ristorative e quant’altro?

Intanto va detto che per alcuni hotel i benefici già si tastano con mano. Sono quelli che, per puro caso, si sono ritrovati nelle vicinanze di un PokéStop, ossia punti di interesse che permettono di ottenere gratuitamente gli strumenti per portare avanti le missioni di questo gioco. In alcuni casi, addirittura, il PokéStop coincide con l’albergo stesso. In altri casi aiuta anche la vicinanza alle “palestre”, i luoghi virtuali per allenarsi, dove si incontrano un gran numero di giocatori.

Trivago ha già la classifica degli hotel più “pokéfriendly”

Ebbene: nel giro di poco tempo, queste strutture hanno cominciato ad avere più clienti. Stesso discorso per bar e ristoranti. Un fenomeno incredibile, insomma. Che ha fatto scomodare persino Trivago, ben reattivo nel pubblicare la classifica delle strutture più “pokéfriendly” presenti al mondo: Savoy (Londra), Villa Royale (Parigi), Silverton Casino Lodge (Las Vegas) e via discorrendo.

Tripadvisor c’è, Yelp punta sui ristoranti

Naturalmente TripAdvisor non se n’è stato a guardare: grazie soprattutto ai commenti – e all’interazione degli hotel che hanno fiutato l’opportunità – molti utenti lo usano per capire se in una determinata struttura troveranno qualche “amato” Pokémon da catturare, se c’è qualche punto di interesse nelle vicinanze (Pokéstop o palestre) o se vengono proposte iniziative particolari.

Nel frattempo il portale di recensioni ha attivato un filtro [ma che onestamente non siamo riusciti a trovare] che arriva a indicare anche le tipologie di Pokémon che si possono eventualmente trovare.

Primi riscontri anche per ristoranti: l’app per mobile Yelp, ad esempio, di recente ha introdotto un filtro per trovare il locale giusto (per gli appassionati di questo gioco, s’intende) per mangiare. Dove, tra una portata e l’altra, si approfitta per fare il pieno di strumenti e – perché no? – catturare un Pokémon affamato che ha avuto la pessima idea di “cenare” nello stesso ristorante frequentato dai pokémaniaci.

Per ora, dunque, i benefici derivanti dalla Pokémon Mania sono poco più che casuali. I PokéStop sono stati già definiti da un pezzo dagli ideatori del gioco e spesso coincidono anche con centri commerciali, luoghi d’arte, scuole e, come detto, con alberghi e ristoranti.

Ci si ritrova così a vivere questi paradossi: da un lato gli operatori del settore turistico-alberghiero che sognano di essere “invasi” dai Pokémon, dall’altro privati cittadini infuriati perché si ritrovano dei perfetti estranei che vagano in giardino, come se fossero in trance.

Le prospettive per hotel e ristoranti

Sì, ma… quali sono le prospettive per gli operatori dell’hospitality? Beh, si sta fiutando l’affare, tant’è che i vertici di Niantic non hanno escluso la possibilità di inserire in questo mondo sospeso tra realtà e virtuale anche dei PokéStop e palestre sponsorizzati, in modo da attirare i potenziali clienti che condividono la passione per questo gioco. Che sono tanti.

Nel frattempo si lavora sodo anche sul fronte del marketing: se da un alto c’è chi crea interesse “fai da te” intorno a un ristorante o a un albergo (ad esempio proponendo sconti o promozioni per i pokémaniaci), dall’altro sono allo studio iniziative rivolte ai locali e che prevedono il pagamento di una percentuale su ogni cliente “portato” da un Pokémon. Qualcosa del genere sarà sperimentato a breve nei Mc Donald’s giapponesi.

Ebbene sì: grazie a un accordo con Nintendo, la nota catena di fast food accoglierà Pokéstop e palestre nei suoi 10mila ristoranti. Non appena la notizia è stata diffusa, le azioni di Mc Donald’s nel Paese del Sol Levante hanno fatto registrare un +9,8%.

Come andrà a finire

Solo una bolla di sapone? O una freccia in più nell’arco di albergatori e ristoratori? Staremo a vedere, nel frattempo anche in Italia c’è chi ha colto l’attimo, sfruttando la moda del momento. Limitandosi però a iniziative per così dire artigianali. Ma rappresentano comunque un inizio.

Nel frattempo, in attesa di poter puntare alle sponsorizzazioni – ossia ottenere a pagamento un PokéStop o un palestra – qualcosa già si può fare. Se si è vicini a uno di questi punti d’interesse per sempre più numerosi giocatori, si possono acquistare dei moduli esca. La spesa è tutt’altro che impegnativa: poco più di 1 euro l’ora per ottenere una invasione di Pokémon. E quindi di giocatori-clienti.

Un ristorante potrebbe ad esempio abbinare offerte dedicate, un hotel proporre sconti e via discorrendo. Si potrebbe andare anche oltre, non solo offrendo gratuitamente Wi-Fi con Internet veloce, ma anche creando delle vere e proprie postazioni per ricaricare gli smartphone. Quest’app, infatti, la batteria la butta a terra con estrema facilità. Il tutto da far sapere e promuovere attraverso i propri profili social.

I Millennials: croce o delizia?

Funzionerà tutto questo? Si vedrà. Di certo un po’ di scetticismo non manca. Intanto bisogna rendersi conto che si attireranno nel proprio locale soprattutto la generazione dei Millennials, giovani, adolescenti e bambini: per molti un’opportunità, per altri un target da evitare assolutamente. Forse a torto, visto che influenzano spesso anche le scelte relative alle vacanze dei loro genitori.

E poi ci sono gli “allergici” alle nuove tecnologie: difficilmente si adegueranno, mentre non è da escludere che, come ogni moda, anche quella per i Pokémon finirà nel dimenticatoio. Ma è pur vero che provarci con il “fai da te” non costa nulla.

Magari per qualche mese funziona, si potrebbe fare ancora in tempo, mal che vada, ad attirare qualche cliente per quest’ultimo spicchio d’estate o in vista della stagione autunnale. Al tempo stesso è bene ricordare che certe mode (chiamiamole così) sono durature.

Prendete Facebook: gli esperti qualche anno fa dissero che l’interesse sarebbe via via scemato. Oggi, invece, questo social è più vivo che mai. Anzi, da qualche tempo a questa parte Zuckerberg ci “gioca” anche in borsa.

Certo, però, che fortuna quegli hotel che si sono ritrovati un PokéStop dentro casa!