Primi risultati della ricerca “Il turismo responsabile in Italia: cosa ne frena lo sviluppo?”
Turismo responsabile, il nuovo modo di concepire la vacanza. È quel tipo di turismo che spinge i viaggiatori verso la ricerca di valori come il rispetto del contesto ambientale, culturale, sociale ed economico della località che si sceglie di visitare. È un beneficio sia per il turista che ha la possibilità di vivere esperienze autentiche a contatto con la comunità locale, sia per la comunità ospitante, poiché è sostenuta da scelte che il viaggiatore responsabile compie, acquistando, ad esempio, prodotti locali.
Di certo in questi ultimi anni l’attenzione sul tema del turismo responsabile è aumentata, grazie naturalmente alla crescita della domanda, ma ancora non esiste una convergenza tra le diverse definizioni che il dibattito nazionale e internazionale ha dato al concetto.
Ma al di là delle definizioni, il problema è un altro: nonostante l’atteggiamento positivo che le persone manifestano nei confronti di questa particolare “filosofia di viaggio”, non sempre i viaggiatori compiono scelte coerenti con il cosiddetto turismo responsabile. Perché?
I motivi possono essere tanti e proprio per meglio indagare su questo aspetto, è stato avviato un progetto di ricerca – Turismo responsabile in Italia, le motivazioni che ne frenano la crescita – con il supporto di AITR, CTS e FormazioneTurismo.com
Ad oggi circa 1690 turisti italiani hanno risposto al questionario. Ad ogni rispondente è stato presentato un elenco di possibili motivi che potrebbero frenare l’ulteriore sviluppo della domanda di turismo responsabile. È stato poi chiesto di valutare quanto ognuno di essi, nell’esperienza personale del singolo rispondente, abbia di fatto impedito di adottare comportamenti turistici responsabili. A questo scopo i rispondenti hanno dato le loro risposte usando una scala da 1 a 9 (dove 1 = per niente e 9= moltissimo).
Alcune analisi preliminari possono così emergere, ad esempio, come tra le motivazioni che attengono alla sfera individuale del soggetto sia da segnalare il fatto che spesso le persone percepiscano le esperienze turistiche di tipo responsabile solo come una rinuncia a dei comfort o addirittura come una cosa troppo seria (il 23,8% dei rispondenti ha espresso un giudizio compreso da 7 a 9), e per questo finiscono per non praticare questa forma di turismo cercando di compensare con piccole azioni nel loro vivere quotidiano (riciclaggio, ecc).
Con riferimento agli impedimenti esterni le persone lamentano, ad esempio, una scarsa conoscenza del fenomeno, un problema di reperimento di informazioni o ancora un’offerta ridotta di questo tipo di esperienze turistiche. A quest’ultimo riguardo ben il 54,6% dei rispondenti ritiene che ci sia ancora un ristretto numero di intermediari turistici che si occupano di questa forma di turismo.
Altre volte, le persone dichiarano di avere difficoltà a orientarsi di fronte alla proliferazione delle certificazioni ambientali utilizzate nel settore ricettivo, specie quando la struttura ricettiva deve essere scelta per un viaggio all’estero.
Infine, i turisti lamentano la difficoltà/impossibilità di raggiungere le mete dei propri viaggi, e muoversi al loro interno, utilizzando mezzi di trasporto a basso impatto ambientale. Il tutto suggerisce l’importante ruolo che il marketing e la comunicazione possono avere nel “rimuovere” le percezioni negative che le persone hanno rispetto a questo modo di viaggiare e/o nel comunicare in maniera trasparente e capillare l’esistenza di questo tipo di prodotti e degli intermediari che si occupano della loro commercializzazione.
di Giacomo Del Chiappa
Giacomo Del Chiappa, Ricercatore di marketing – Università di Sassari. Docente di “Gestione e marketing delle imprese turistiche” e “Destination management”, Corso di Laurea in Economia e Management del Turismo, sede di Olbia.