Cultura

Rapporto “Arte, turismo culturale e indotto economico”

Presentato ieri, presso la sede di Federturismo Confindustria, un rapporto su “Arte, turismo culturale e indotto economico” commissionato da Confcultura e dalla Commissione Turismo e Cultura di Federturismo Confindustria. Il lavoro, svolto dalla PriceWaterhouseCoopers, ha messo in relazione le risorse culturali italiane con quelle dei principali competitor europei, evidenziando le opportunità derivanti dal settore dell’arte come fonte di generazione di valore per il settore dell’industria creativa, per il turismo, in particolare quello culturale, e per l’economia italiana nel suo complesso.

L’Italia potrebbe sviluppare un vantaggio competitivo sostenibile nei settori legati alla valorizzazione del patrimonio storico, artistico e culturale tenuto conto soprattutto della diffusione di tale patrimonio (oltre 3.400 musei, con circa 2.000 aree e parchi archeologici e con 43 siti Unesco).
Come è stato fatto notare, tuttavia, esiste un gap competitivo e la scarsa capacità di sviluppare il potenziale italiano. Il RAC, un indice che analizza il ritorno economico degli asset culturali sui siti Unesco, mostra come gli Stati Uniti, con la metà dei siti rispetto all’Italia, hanno un ritorno commerciale pari a 7 volte quello italiano (160 milioni di Euro contro i nostri 21 milioni). Il settore culturale e creativo in Italia raggiunge solo il 2,6% del PIL nazionale (pari a circa 40 miliardi di Euro), rispetto al 3,8% di UK (circa 73 miliardi di Euro) e 3,4% della Francia (circa 64 miliardi di Euro).
Il PIL del turismo culturale sul totale del PIL dell’economia turistica italiana pesa il 33%, con un valore pari a 54 miliardi di Euro. Questo valore è inferiore rispetto al 39% della Spagna (pari a 79 miliardi di Euro) ma superiore al 28% del Regno Unito (pari a 57 miliardi di Euro) e al 31% della Francia (pari a 65 miliardi di Euro).

E’ stata sottolineata la necessità di sviluppare un rapporto più stretto fra industria turistica e patrimonio, artistico e culturale, e di avere una visione integrata, di filiera, delle politiche del settore, auspicando risorse istituzionali e finanziarie, pubbliche e private, in ottica di public and private partnership in modo più efficace e coordinato, al fine di rivalutare i “core asset” disponibili facendo leva sul relativo indotto diretto ed indiretto. E sono state identificate alcune opzioni strategiche di rilancio, tra cui:
1.    Lo sviluppo della fruizione museale, gestendo orari di apertura e servizi collegati, in particolare sviluppando le potenzialità offerte dal mercato del merchandising museale. Tale mercato presenta un trend positivo di crescita ma solo il 24% dei siti statali possiede al suo interno un bookshop, bassi anche i conversion rate e i ticket medi.
2.    La possibilità di avviare un piano di sviluppo del settore del turismo culturale, che oggi pesa il 33% circa del totale turismo, al fine di incentivare e rivalutare il patrimonio artistico nazionale e svilupparne l’indotto collegato.
3.    L’applicazione di nuove tecnologie a supporto della cultura lungo tutta la catena del valore e l’implementazione di eventi culturali sul territorio, che possono generare anch’essi impatti economici positivi e incrementali.

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