Siti web turistici, controlli dell’Ue per scovare quelli “fuorilegge”
Le autorità nazionali che si occupano della tutela dei consumatori, nel quadro di un’azione concertata e coordinata dalla Commissione europea, hanno svolto, come resoconto del 2013, un controllo a tappeto su ben 552 siti web europei di viaggi. Il risultato è stato sconvolgente: ben 382 dei siti esaminati non rispettavano le norme europee poste a tutela dei consumatori.
A seguito di una forte azione comunitaria, volta a far rispettare la legislazione vigente, la quota dei siti web controllati e risultati conformi al diritto in materia è salita al 62%. Il restante 38% potrà attendersi di essere oggetto di ulteriori provvedimenti, visto che le autorità europee continuano ad operare per garantire che i diritti dei consumatori siano pienamente rispettati.
“Tra gli utenti di Internet nell’Unione europea, uno su tre prenota i suoi viaggi e i suoi soggiorni online. Occorre fare sì che tali prenotazioni siano sicure e affidabili. Grazie agli sforzi congiunti degli Stati membri e della Commissione, il 62% dei 552 siti web di viaggi controllati rispetta adesso la legislazione dell’Ue materia di protezione dei consumatori. Non sarò soddisfatto fino a che i diritti dei consumatori non saranno rispettati pienamente e cercherò di utilizzare le strutture esistenti per raggiungere questo obiettivo”, ha dichiarato Neven Mimica, Commissario Ue per per la politica di tutela dei consumatori.
L’obiettivo delle ispezioni: rafforzare la tutela dei consumatori
Le ispezioni concertate (note anche come “indagini a tappeto” o “sweeps”) di siti web, che sono coordinate dalla Commissione europea ed eseguite dalle autorità nazionali ad intervalli regolari, mirano ad individuare le violazioni delle norme a tutela dei consumatori e a far ripristinare il rispetto delle norme.
I siti web sono stati controllati per verificare:
– se le informazioni sulle caratteristiche principali dei servizi fossero facilmente accessibili,
– se il prezzo fosse indicato tempestivamente e se comprendesse dei supplementi opzionali,
– se fossero indicati gli indirizzi di posta elettronica ai quali rivolgersi per domande e reclami
– e se prima dell’acquisto fossero consultabili i termini e le condizioni e se erano scritti in modo semplice e chiaro.
Le più diffuse violazioni delle norme
Tra i principali problemi riscontrati, vi sono la mancanza di informazioni obbligatorie relative all’identità dell’operatore, in particolare l’assenza di indicazione dell’indirizzo di posta elettronica, che priva i consumatori di un efficace canale di comunicazione; ben 162 siti (pari al 30% del totale dei siti esaminati) non fornivano tali informazioni e mancavano di dare istruzioni chiare su come presentare un reclamo; 157 siti (pari al 28% del totale esaminato) erano completamente privi di tali istruzioni; ancora sono risultate mancanti le indicazioni di prezzi e condizioni di alcuni supplementi opzionali a pagamento, come le commissioni sui bagagli, i premi assicurativi o l’imbarco prioritario, informazioni che non erano affatto facoltative.
Quest’ultimo problema è stato riscontrato in 133 casi (il restante 24% del totale analizzato); inoltre il prezzo totale del servizio non era indicato immediatamente quando venivano visualizzati gli elementi principali della prenotazione, creando inevitabilmente confusione e disorientamento nell’utilizzatore finale del servizio; ben 112 siti (il 20% del totale analizzato) sono risultati privi di tale indicazione.
Nuovi controlli incrociati per scovare chi fa il furbo
Per quanto riguarda i 209 siti web che non sono ancora conformi alla normativa, i procedimenti amministrativi o giudiziari continuano a procedere a livello nazionale. Alcune pratiche del settore dei viaggi, inoltre, sono ancora sotto esame. L’indagine a tappeto, infatti, vuole ancora verificare che nell’immediato futuro i consumatori dispongano di tutte le informazioni pertinenti e richieste dalla legge, in modo da poter effettuare le proprie scelte in maniera informata.
È con una severa strategia di controlli massivi ed incrociati che la Commissione Europea si prefigge, anche quest’anno, di prevenire e reprimere il gran numero di abusi che viaggia nello spazio del web.
I portali di prenotazione, se non vogliono rischiare di incorrere in dure sanzioni pecuniarie, dovranno fornire le esatte informazioni alla clientela senza fare utilizzo di messaggi camuffati, né di clausole di dubbia interpretazione che nascondano dei, non ben evidenziati, servizi turistici a pagamento.