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Soft Skill: cosa sono, a cosa servono, come migliorarle

Le aziende sono alla continua ricerca di figure professionali che abbiano competenze trasversali. Sono utili per aumentare la loro produttività.

Ma prima di arrivare al concetto delle soft skill è doveroso conoscere anche le hard skill: riguardano le competenze tecnico-professionali acquisite dal singolo soggetto.

Differiscono dalle prime in quanto il termine soft skill indica l’insieme delle competenze possedute da un individuo.

Le abilità di cui il soggetto dovrà essere in possesso saranno acquisite nel tempo attraverso l’istruzione e l’esperienza lavorativa. Ma possono essere anche innate.

Nel momento in cui i manager d’azienda valutano i futuri collaboratori ricercano delle qualità specifiche, affinché il futuro dipendente possa integrarsi immediatamente nel gruppo di lavoro già creato.

Cercano profili che abbiano delle caratteristiche affini a chi già è presente nell’azienda.

Le peculiarità di cui un profilo professionale dovrà essere munito

Attitudine al lavoro in team. Lavorare in sintonia con il proprio gruppo di lavoro è fondamentale per raggiungere gli obiettivi aziendali e per risolvere i problemi che si presenteranno nel tempo. È una delle competenze trasversali più richieste.

Competenze comunicative. È la capacità di riuscire ad esprimere il proprio pensiero, un progetto in modo chiaro e comprensibile ai membri del team di lavoro. È la bravura di essere empatici con i componenti del gruppo sapendo ascoltare anche il pensiero degli altri. Chi ha una predisposizione alla comunicazione è sicuramente più avvantaggiato di chi ha un carattere più introverso.

Gestione del tempo. È l’abilità di riuscire a pianificare le personali attività ottimizzando il proprio tempo e quello della squadra di lavoro. Ciò significa sapere scegliere, comprendere e assegnare le priorità da svolgere in modo da essere in possesso di una competenza trasversale fondamentale.

Capacità di esprimere la propria opinione.  Chi svolge principalmente un ruolo di management dovrà avere la capacità di far apprezzare al proprio team le sue decisioni, comunicandole con determinazione. Ma senza tralasciare la giusta empatia per poter essere comprese e accettate da chi dovrà eseguirle.

La scelta di un nuovo dipendente, come anche quella di un nuovo manager, porta le singole aziende a effettuare ricerche di mercato che indicano le soft skill più ricercate dalle altre aziende, in modo da trovare un giusto equilibrio tra costi e produttività, individuando le competenze ideali.

Il futuro candidato dovrà formarsi, attraverso percorsi specifici, che lo guideranno a essere pronto per entrare nel mondo del lavoro.

Competenze trasversali per un settore strategico

Nell’ambito professionale del turismo le competenze trasversali sono fondamentali e decisive in diverse situazioni. Le più richieste sono:

  • empowerment
  • gestione degli obiettivi
  • pensiero critico
  • pensiero creativo
  • problem solving
  • decision making
  • competenze sociali e relazionali: collaborazione, gestione dei conflitti, gestione delle risorse
  • competenze digitali
  • autonomia
  • fiducia in se stessi
  • flessibilità
  • adattabilità
  • resistenza allo stress
  • leadership.

Il settore dell’ospitalità ogni anno ricerca figure professionali formate e adeguate ai ruoli che andranno a ricoprire.

La cosa fondamentale è che le figure professionali siano in grado di individuare percorsi professionalizzanti che rispondano alle richieste occupazionali del momento.

I laureati in ambito turistico-gestionale o i “masterizzati” sono in grande crescita.

Sono infatti considerati percorsi di studi con grandi sbocchi professionali.

Le esigenze delle aziende sono sempre più circoscritte e necessitano di personale altamente qualificato per fronteggiare i possibili ostacoli.

Il mondo dell’Hospitality, ad esempio, non racchiude solo emergenze da arginare. Ma è anche alla continua ricerca di figure professionali che abbiano capacità creative e una buona etica del lavoro.

A questo punto è necessario far riferimento a un concetto sempre attuale e molto utilizzato nel mondo del lavoro, soprattutto negli ultimi anni nel settore del turismo: la riprova sociale.

Cos’è la riprova sociale

In inglese viene definita: social proof. Consiste in un fenomeno psicologico, dove le persone, per decidere ciò che è giusto, ad esempio effettuare un acquisto, fidarsi di una determinata struttura ricettiva, scegliere una particolare location in cui trascorrere le proprie vacanze o semplicemente un corso di formazione, cercano di conoscere ciò che è giusto per gli altri. in un certo senso cercano un’approvazione sociale.

Di questo attuale fenomeno ne parla chiaramente Robert Cialdini, psicologo statunitense, nel suo libro “Le armi della persuasione”.

Come si collega questo concetto al settore del turismo e alle soft skill

Nelle aziende per modellare il comportamento dei dipendenti – ma anche di un manager – è necessario avere una guida professionale che indichi le qualità necessarie per poter accedere a quel determinato posto di lavoro, mantenerlo per un lungo periodo e migliorare le qualità dei rapporti con i propri colleghi e superiori.

La riprova sociale aiuta proprio a capire come i singoli comportamenti possano essere modellati per essere accettati dalla società e quindi dai nostri simili.

In altre parole è sicuramente possibile acquisire e affinare le proprie soft skills.

Come può avvenire tutto questo? Come può un soggetto avvicinarsi al mondo del lavoro per la prima volta ed essere subito assunto?

Bisogna partire da un concetto valido da tempo: siamo tutti animali sociali, quindi per avere delle competenze trasversali basta in alcuni casi osservare i comportamenti produttivi degli altri e farli nostri.

È necessario capire l’altro, mettersi nei suoi panni per comprendere le reali esigenze ed essere un buon manager aziendale o un buon dipendente.

In alcuni casi è necessario cambiare il proprio punto di vista per comprendere l’altro.

La riprova sociale e i principi del settore dell’ospitalità

La riprova sociale può essere applicata nel settore dell’ospitalità anche tenendo presente dei concetti fondamentali.

Ad esempio il principio della scarsità può essere associato a un’offerta aperta a pochi e solo fino a una data specifica.

Il principio della reciprocità: sul sito della struttura ricettiva potrebbe essere presente una mini-guida con gli itinerari locali imperdibili, con uno sconto esclusivo riservato solo a coloro che lasceranno la propria e-mail.

Terzo principio, la riprova sociale: nel sito si potrà dare maggiore visibilità alle recensioni e ai punteggi che gli ospiti attribuiscono alle camere e ai servizi presenti in struttura.

Chi lavora nel settore del turismo sa bene che è un ambito professionale in cui la concorrenza è elevata.

Per questo occorre differenziarsi per essere scelti per primi e con costanza dai futuri ospiti.

Nel momento in cui le figure professionali specializzate nel settore turismo comprenderanno queste tecniche, per loro sarà possibile essere inseriti nel mondo del lavoro più velocemente.