Lo sviluppo dei Nebrodi passa dall’aeroporto
Se ne parla ormai da anni, troppi. Quella di un aeroporto nella fascia tirrenica della provincia di Messina è diventata ormai una barzelletta dove il primo che si alza indica un luogo diverso dal precedente e senza mai giungere a fatti concreti. Certo, bisogna andarci cauti facendo una attenta analisi territoriale, valutando la possibilità di inserire una indispensabile struttura quale quella aeroportuale all’interno di un sistema intermodale di trasporti evitando aree poco servite e attrezzate rischiando così di farla divenire una cattedrale nel deserto nel già deserto infrastrutturale siciliano, passando da opportunità di sviluppo a insostenibile peso per la comunità. A tal proposito mi sento di scartare a priori, anche per questioni di spazi, in funzione di eventuali ampliamenti della struttura, la sede di Torrenova, optando, invece, per la più adeguata piana milazzese, essendo lì già presente una grossa stazione ferroviaria, anche se al momento tenuta in stato di semi abbandono da Ferrovie dello Stato, ed il porto più grande della fascia tirrenico-nebroidea. Cosa potrebbero essere i Nebrodi se avessero nelle vicinanze un aeroporto e se quelli già esistenti fossero più facilmente raggiungibili?
Beh, possiamo immaginarlo prendendo ad esempio i dati provenienti dalla città di Los Angeles, negli Stati Uniti, dove l’industria turistica ha chiuso il 2010 con un incremento dell’8% dovuto all’apertura di nuove tratte aeree intercontinentali e al potenziamento dei collegamenti esistenti.
Ma senza andare toppo lontano potremmo considerare il caso dell’aeroporto di Trapani-Birgi, nato come scalo secondario per voli nazionali e divenuto punto di riferimento per le compagnie internazionali “low-cost” e di conseguenza per l’economia locale, oltrepassando il milione di passeggeri in transito nel 2009.
Il mondo và avanti e nuovi Paesi si affacciano nel mercato globale divenendo concorrenti, ma al tempo stesso potenziali partner commerciali e se non vogliamo rimanere tagliati fuori bisogna che ci si dia tutti una mossa.
M. R.