Vendere viaggi online è una reale opportunità di lavoro? Oppure è solo una possibilità per arrotondare lo stipendio? L’esperienza di Nicola Paci dimostra che quello del consulente viaggi online può diventare un lavoro a tempo pieno. E naturalmente redditizio. A dirlo non è lui, sarebbe
Interviste 64 storie
Tutte le interviste ai professionisti, ai docenti e agli esperti che operano nel mondo del turismo e dell’ospitalità alberghiera. Gli argomenti trattati spaziano a tutto campo, ma a tenere banco sono soprattutto l’attualità e il confronto sulle tematiche legato ai futuri scenari del turismo e dell’hospitality, in Italia e nel mondo.
Tra interviste e innovazione
Spesso e volentieri il botta e risposta coinvolge chi ha apportato delle innovazioni consistenti in questo settore, oppure che propone delle novità dalle prospettive incoraggianti. Un modo per conoscere non solo chi c’è dietro un nuovo servizio o una nuova iniziativa, ma anche per saperne di più e tenersi aggiornati.
Perché diventare consulente viaggi online? Facile: è una scelta che presenta molti vantaggi. Il primo: si lavora in assoluta autonomia e libertà, senza dover rendere conto a nessuno, se non a se stessi. Il secondo: bastano un computer e una connessione a Internet per lavorare.
Lavorare nel settore viaggi è un sogno che accomuna molti. Perché significa trasformare una passione in una concreta opportunità di guadagno. Con l’attività di consulente online, poi, si ha un altro grande vantaggio: si può lavorare da casa, gestendo nella massima autonomia il proprio tempo.
Come sarà il lavoro nel turismo post pandemia? Il settore saprà cogliere le nuove sfide? Il Governo saprà dare risposte adeguate? In questi mesi si è sentito di tutto. Vari esperti (o presunti tali) hanno dipinto diversi scenari, dai più apocalittici a quelli improntati a
Formazione online, ma a patto che sia di qualità. Potenziamento delle cosiddette soft skills, in modo tale che i futuri manager del settore turistico sappiano affrontare cambiamenti improvvisi. Come quelli imposti dall’emergenza Coronavirus. Sono queste le basi che permetteranno al comparto turistico e dell’hospitality di
Più digital marketing turistico e sviluppo di nuovi profili professionali. Per Sandra Lombardo e Anita De Marzo, della sede di Roma della UET-Scuola Universitaria Europea per il Turismo, la formazione post emergenza Covid 19 andrà in questa direzione. Questo, in estrema sintesi, il succo dell’intervista
Come sarà il turismo post Covid 19? Il quadro, per forza di cose, sembra già delineato. Il turismo di prossimità è destinato a farla da padrone, almeno per un po’. Viaggi più corti e più brevi. Non si andrà oltre la destinazione Italia. Difficilmente, nel
Turismo di prossimità e sicurezza. Comunicazione e un impiego sempre più consistente di nuove tecnologie. Anche il marketing dovrà cambiare. Non solo marketing 4.0, ma anche socio marketing. Così, a grandi linee, vede il futuro del settore turistico Marina Ambrosecchio, fondatrice e presidente della UET-Scuola
Proprio vero: nei momenti di crisi si possono cogliere tante opportunità. Lo stesso vale nel mondo della formazione. La conferma arriva da Fondazione Campus. Si appresta infatti a lanciare un Master di primo livello in Hotel Crisis Management. L’obiettivo non è solo quello di trasmettere
La formazione per imprese e studenti? In questa fase sta facendo registrare una confortante crescita. È quanto stanno riscontrando diverse scuole che operano nel settore turistico e dell’ospitalità alberghiera. Un bel segnale, non c’è che dire. Significa che i vari suggerimenti proposti all’indomani del lockdown