Il turismo enogastronomico: investire nel gusto
Il turismo enogastronomico soddisfa i bisogni del turista contemporaneo, il suo desiderio di conoscere la cultura e le tradizioni locali, la ricerca dell’autentico, la voglia di ritrovare il benessere psico-fisico attraverso il cibo, l’esigenza di vivere esperienze uniche e memorabili.
Pur trattandosi di una proposta relativamente recente, il turismo enogastronomico ha saputo attirare un gran numero di interessati. Questo successo è da inserire in un contesto più ampio di cambiamenti sociali e culturali. Pensiamo a quanto oggi il cibo sia diventato un elemento pervasivo della nostra vita, molti di più di quanto lo era in passato: tutti ne parlano, molti si appassionano, alcuni addirittura non possono farne a meno, come i foodies.
Ma il cibo ha assunto anche un nuovo ruolo: da prodotto è diventato patrimonio culturale. Tutti noi oggi riconosciamo quanto questo sia l’espressione di un territorio, delle persone che vi vivono, e quindi conservarlo e valorizzarlo significa anche contribuire a preservare le nostre tradizioni e la nostra identità.
Perché investire in questo settore
Il turismo enogastronomico è un segmento in evidente fase di crescita e ha forte appeal sui turisti. Il suo successo è legato alla capacità di suscitare emozioni.
Le esperienze enogastronomiche non solo offrono la possibilità di conoscere e provare il cibo e il vino del territorio che si visita, cosa comunque sempre gradita dal turista, ma sono un modo di sperimentare la cultura locale, di “vivere” il luogo e non solo di visitarlo.
Le destinazioni che investono nel turismo enogastronomico hanno la possibilità di diversificare e ampliare la propria offerta, creando proposte fruibili da una pluralità di persone in tutti i periodi dell’anno.
Coinvolgendo sia operatori del settore turistico che agroalimentare, può inoltre produrre benefici diffusi e stimolare processi di innovazione che, alla lunga, aumentano la competitività del territorio e generano nuove opportunità di business (e, quindi, nuovi posti di lavoro).
La strategie vincenti dell’Australia e della Scozia
Ad esempio, l’ente turistico nazionale Tourism Australia ha avviato nel 2013 un piano strategico per promuovere il proprio Paese come meta enogastronomica; da allora, la spesa in cibo e bevande è aumentata di 1 miliardo di dollari (+25%) e l’Australia ha raggiunto la sesta posizione nella classifica mondiale dei Paesi caratterizzati da un’offerta enogastronomica ampia e di qualità, ottenendo quindi un migliore posizionamento in questo segmento di mercato.
Passando alla Scozia, Paese che di recente ha puntato sull’enogastronomia locale per differenziarsi nel mercato turistico, la spesa dei turisti internazionali in cibo e bevande è aumentata del 21% nel biennio 2014–2015 e il tasso di ritorno è sensibilmente migliorato.
Questa scelta ha portato vantaggi pure agli operatori, tanto che ben il 65% di coloro che hanno aderito al programma “Taste Our Best” — ossia il sistema di controllo della qualità dell’offerta enogastronomica — ha registrato un incremento di fatturato.
Come creare esperienze gastronomiche
Creare esperienze enogastronomiche significa far collaborare imprese agroalimentari, ristorative e ricettive con gli intermediari turistici, i decisori politici e gli stessi consumatori, in un’ottica di co-creazione del prodotto o servizio. Si tratta di un compito assai difficile: questi attori hanno punti di vista, approcci, interessi ed obiettivi differenti.
Nel turismo enogastronomico, ben più che in altri settori, è necessario saper lavorare insieme. Ciò significa trovare obiettivi comuni, dotarsi di modalità di lavoro chiare e ben definite, pianificare le attività nel breve e medio periodo, coinvolgere tutti gli attori e comunicare efficacemente sia all’interno che all’esterno. Così facendo si creano le basi per un successo duraturo.
Chi ha la governance del turismo dovrebbe avere la capacità di attivare e facilitare questo processo di sviluppo, creando un’unitarietà di azione e soprattutto di marketing in tutti i segmenti potenzialmente esprimibili dall’offerta. Dove ciò non avviene, si avverte uno scollamento tra le singole iniziative e il governo del turismo e le pur efficaci iniziative singole stentano a diventare trainanti per l’intero territorio.
Ma ciò non basta. Creare esperienze enogastronomiche non è facile e c’è sempre il rischio che quanto proposto non venga apprezzato. È quindi importante iniziare attraverso un’approfondita conoscenza del contesto, sia dal lato della domanda che dell’offerta.
Conoscere il profilo del turista, le risorse attuali e potenziali del territorio e l’offerta dei competitor sono elementi chiave per costruire una vasta gamma di esperienze in grado di soddisfare i bisogni del turista.
I dati sono contenuti nel libro “In viaggio per cibo e vino. Opportunità per un nuovo turismo integrato. Volume I”, qui scaricabile gratuitamente.