Turismo: va’ dove ti porta il cartone animato
I cartoni animati possono essere un traino per l’industria turistica, come accade per le produzioni cinematografiche e i videogiochi?
Secondo uno studio effettuato dalla School of Hotel and Tourism Management (SHTM) del Politecnico di Hong Kong, la risposta è ‘sì’. Anche se in maniera un po’ diversa.
A quanto pare, infatti, è possibile utilizzare i cartoons con successo nelle campagne promozionali delle destinazioni, per un target fatto di viaggiatori in erba.
L’avveniristica ricerca, svolta da Mimi Li e Yuhao Chen parte dal presupposto che sempre più spesso, nelle famiglie, i bambini contribuiscono attivamente a scegliere la meta delle vacanze.
E prosegue, poi, analizzando il modo in cui il visual marketing è in grado di catturare questo nuovo target.
A quanto pare le immagini, e in particolare quelle animate, hanno il vantaggio di coinvolgere maggiormente i giovani consumatori.
L’indagine scientifica riguarda la Cina, ma i suoi risultati possono essere naturalmente applicati a tutte le realtà geografiche.
E possono costituire materiale prezioso per chi si occupa di destination management e marketing territoriale.
Quello infantile è un mercato turistico ancora poco studiato, ma che sembra destinato a vedere crescere il proprio peso.
Come evidenziato da una ricerca realizzata da Judith Treas dell’Università della California e Giulia Dotti Sani, pubblicata dal Journal of Marriage and Family, in 50 anni il tempo trascorso con i figli è notevolmente aumentato.
Cioè raddoppiato per le mamme e quadruplicato per i papà. Il peso dei bambini, nella vita familiare, si è amplificato. Così come, di conseguenza, l’importanza del loro parere nelle scelte quotidiane.
I bambini influenzano le decisioni d’acquisto
Non solo giocattoli, alimentari o abbigliamento: tra le categorie merceologiche in cui i figli hanno un ruolo rilevante per le decisioni finali ci sono anche le vacanze.
Un dato che va tenuto in considerazione, dal momento che i bambini hanno maturato un potere d’acquisto indiretto sempre più rilevante.
Lo rivela uno studio commissionato, in Spagna, dalla Organización de Consumidores y Usuarios per dimostrare gli effetti della pubblicità sui piccoli consumatori.
Elaborando i dati del sondaggio sottoposto a 634 adulti, è emerso che nella Penisola Iberica Il 59% dei genitori riconosce che i loro figli influenzano le decisioni di acquisto della famiglia.
Inoltre, il 56% dei genitori intervistati riconosce che le pubblicità condizionano molto le decisioni della prole.
Pertanto un advertising mirato a questa specifica fascia d’età, promette di portare a risultati di sicura efficacia.
Studi accademici di settore sottolineano che i bambini hanno una propensione particolare a sviluppare coinvolgimento verso gli spot.
La presenza di musica, parole e immagini, il ritmo veloce, il linguaggio accattivante sono caratteristiche che attraggono i piccoli spettatori. Catturano l’attenzione e la mantengono per tutto il tempo della durata del messaggio pubblicitario.
L’immediatezza delle situazioni, il ricorso al personaggio protagonista e gli slogan ripetuti fanno sì che i bambini li ricordino, poi, con facilità.
L’immagine, regina delle destination: animata è meglio
Queste considerazioni sono la base da cui partire per leggere i risultati della ricerca del Politecnico di Hong Kong.
Mimi Li e Yuhao Chen sottolineano come le fotografie siano indissolubilmente legate al turismo: contribuiscono a creare la ‘memoria’ di un viaggio.
Ma non si limitano a questo. Offrendo ai viaggiatori l’esperienza virtuale di una destinazione, concorrono a ispirare le decisioni dei viaggiatori.
Sicché sono parte attiva nella costruzione della destination, grazie alla loro capacità di suscitare emozioni.
Non tutte le immagini, tuttavia, hanno la stessa incisività. Colore, dimensioni e posizione delle foto hanno la propria rilevanza. Un’immagine di repertorio, costruita a tavolino, coinvolge molto meno di uno scatto più autentico.
Per gli autori, tra l’altro, una differenza sostanziale la fa la tipologia dell’immagine: ad esempio, quelle realizzate con la realtà aumentata sono molto più ‘persuasive’ delle semplici fotografie.
Oltre a ciò, spiegano i ricercatori, il successo del visual marketing è dettato anche dai destinatari del messaggio.
Finora, spiegano, l’efficacia delle campagne di advertising è stata testata somministrando le domande a un campione di adulti.
Ma le risposte cambiano significativamente se il target è composto da bambini. In questo caso le immagini preferite hanno caratteristiche differenti.
I cartoni animati, in questo senso, hanno ottenuto ottimi risultati.
Visual marketing, funziona anche sui piccoli consumatori
Il primo dato fornito dalla ricerca è che già nella fascia compresa tra i 2 e i 4 anni il visual marketing può essere usato proficuamente.
In questo periodo, i bambini sono già in grado di attribuire un senso alle immagini e ai simboli e sviluppano in interesse specifico per i contenuti dei media.
Inoltre, si legge nella ricerca, “tendono ad essere un pubblico volenteroso e a reagire positivamente a materiali visivi radicati nella fantasia”.
Il livello d’attenzione però, precisano gli autori, è ancora piuttosto basso. Per evitare distrazioni, quindi, il marketing dovrebbero puntare su “azioni vivaci, effetti sonori e musica ad alto volume”.
I cartoons, in altri settori, sono già molto usati negli spot per bambini proprio per attrarre e divertire i piccoli spettatori.
Ma possono essere utilizzati con successo anche per il segmento dei viaggi.
Come è stato svolto l’esperimento
Mimi Li e Yuhao Chen hanno voluto dimostrare empiricamente queste teorie attraverso esperimenti duretti. Hanno così sottoposto all’attenzione di un gruppo di bambini, diversi tipi di immagini di tre differenti mete turistiche cinesi.
Una a carattere culturale (la statua di Tian Tan Buddha), una a carattere naturalistico (l’isola di Lamma) e una a carattere ricreativo (Hong Kong Disneyland).
I ricercatori hanno poi selezionato 51 bambini di 10-13 anni, età in cui si è capaci di organizzare e usare le informazioni provenienti da stimoli visivi. E allo stesso tempo esprimere opinioni e sentimenti in maniera consapevole.
Caratteristiche necessarie ai fini dell’esperimento, che è stato condotto in due fasi: il tracciamento dei movimenti oculari e il questionario sotto forma di intervista.
Attraverso l’eye-tracking, i due studiosi hanno osservato il percorso visivo e i livelli di attenzione dei partecipanti quando venivano mostrate loro le immagini.
Alcune di esse erano foto tradizionali delle tre attrazioni turistiche prescelte, altre cartoni animati rappresentanti gli stessi soggetti.
Successivamente, in ricercatori hanno chiesto ai bambini – attraverso le interviste – quali sensazioni avessero provato di fronte a ciascuna immagine.
I cartoons: un punto di forza per il target infantile
Dall’analisi dei dati è emerso che effettivamente i cartoni animati hanno il potere di catturare maggiormente l’attenzione dei più piccoli. Anche se con qualche eccezione.
A seconda del tipo di attrazione turistica, i protagonisti dell’esperimento hanno mostrato un differente grado di coinvolgimento per l’immagine animata.
Circa il 50% dei bambini ha dimostrato forte attrazione per la rappresentazione sotto forma di cartoons della destinazione Disneyland.
Anche nelle interviste, hanno descritto con toni entusiastici il mondo fantastico e magico ritratto nei disegni.
La loro attenzione è stata catturata con successo dai colori e dalle scene animate.
Per le attrazioni naturalistica (Lamma Island) e culturale (statua del Buddha Tian Tan), invece, è emerso che i dettagli delle foto reali sono risultati più facili da riconoscere.
In questo caso, la rielaborazione fornita dal cartone animato ha reso meno vivida la bellezza paesaggistica dei luoghi.
Secondo Li e Chen, i cartoni animati risultano essere particolarmente utili per attirare l’attenzione dei bambini e costruire un’immagine a misura di questo target.
In particolare per quel che riguarda alcune mete, come quelle ricreative e di svago. Come ad esempio i parchi a tema.
Il marketing turistico, suggeriscono gli autori dello studio, deve tener conto di queste informazioni se vuole realizzare messaggi mirati al target dell’età infantile.