L'Italia in moto: i migliori ristoranti (e trattorie) dove fare sosta
Italia, paradiso dei bikers: una guida dedicata agli appassionati delle due ruote e della buona cucina.
di MARCO CIAFFONE
Alla scoperta dell'Italia su due ruote, grazie a itinerari che, sfruttando la capillare rete di strade statali, attraversano le regioni del Belpaese proponendo tutto il bello e tutto il buono che si trova tra tornanti di montagna, dolci strade di collina e affascinanti percorsi a due passi dal mare. È la
Guida Italia in Moto, volume che le
Guide di Repubblica hanno realizzato in collaborazione con Anas e che sarà in edicola e in libreria dal 10 agosto. Nel volume sono contenuti centinaia di consigli su dove mangiare a ogni latitudine. Ecco una selezione di ristoranti a “portata di strada”, per fare il pieno di energie prima del viaggio, concedersi una pausa golosa durante il percorso o concludere con gusto la gita.
L'Italia su due ruote (e tante tavole)
Partiamo dalla
Valle d'Aosta; la
strada statale 26 attraversa tutta la regione portando a scoprire gioielli come il forte di Bard. Ed è proprio la vista su questa storica struttura militare che impreziosisce la sosta da
Ad Gallias, dato che la partenza dell'ascensore che sale al colle fortificato è a 100 metri dal locale. Ristorante dell'omonimo hotel 4 stelle, propone una cucina che spazia tra lardo d’Arnad e mocetta con una mousse di castagne, miele e micòoula, un pane dolce di segale e frumento con castagne, fichi secchi e uvetta, agli gnocchetti di spinacino con salsa al Bleu d’Aoste, mele disidratate e granella di nocciole. Nella bella stagione si può anche mangiare all'aperto
Dalla Val d'Aosta alla
Val di Susa ed eccoci in Piemonte per percorrere le
statali 24 e 25. Nel cuore di
Susa incontriamo il
ristorante Della Torre, il cui arredamento semplice ed elegante incornicia escursioni di gusto a base di vitello rosato tonnato, agnolotti di carne della tradizione, stracotto, contorni di stagione e bonet. Per gli amanti del mare ci sono piatti come polpo alla mediterranea, pesce spada affumicato, tagliolini alla polpa di granchio e filetti di triglia all'arancia. Tra le più interessanti destinazioni alpine per le moto c'è sicuramente il
Passo dello Stelvio, in
Lombardia. Percorrendo la
strada statale 38 che si arrampica verso l'affascinante serie di tornanti si passa per
Bormio; qui un vecchio taulà del '600, con le volte in pietra e tanto legno, è stato ristrutturato per ospitare il ristorante
Al Filò. In tavola piatti come la bresaola marinata, lo stinco di suino stufato con verdure e polenta, gli spaghetti caserecci alla chitarra, pesto di zucca al profumo di zenzero e coniglio selvatico cotto a bassa temperatura con pomodorini e verdure.
Scendendo verso il mare, invece, è a
La Spezia che inizia il viaggio sulla
strada statale 62. Vale però la pena di ritardare la partenza per sedere tra i tavoli di
R'Mazelao, dove i
panigacci sono affare serio. È un tipo di pane rotondo, non lievitato, fatto a mano e cotto in un testo di terracotta a fuoco vivo, nel forno a legna. Qui li si gustano con prosciutto cotto o crudo, salame, salsiccia cruda, testa in cassetta, lardo e ancora con stracchino o gorgonzola. Se si guarda al Nord Est, in
Friuli Venezia Giulia le
strade statali 54 e 55 permettono di scoprire il territorio tra
Udine,
Cividale del Friuli,
Pulfero e il confine con la Slovenia. Ed è proprio a
Cividale che ci si può immergere tra i filari di vite di
Altùris. La
famiglia Zorzettig propone qui l'ospitalità di un moderno agriturismo posizionato su una terrazza panoramica naturale. I vini di produzione propria e le birre artigianali del
Birrificio Gjulia (anche questo di famiglia) accompagnano una cucina attenta alle tradizioni locali. Non mancano il cestino di frico croccante con prugne e pancetta, il classico frico morbido, gnocchi di ricotta fresca, secondi alla griglia e infine l'originale birramisù della casa.
E in
Veneto? Per chi desidera arrampicarsi sul
Monte Grappa percorrendo la
strada statale 47, il consiglio è di fermarsi a mangiare da
Ottone, a
Bassano del Grappa. È questo uno storico locale dall’inossidabile fascino mitteleuropeo, il cui nome è un omaggio al mastro birraio Ottone Wipflinger che nel 1865 importò la birra austriaca a Bassano. In menu, le specialità della tradizione a partire dal baccalà alla vicentina con polenta e poi gnocchi, risotti di stagione a cui si aggiungono alcune proposte di mare e succulenti filetti di carne. Si giunge così in
Emilia Romagna, terra legata tanto ai motori quanto alla grande cucina. Per chi è alla scoperta del tratto di regione attraversato dalla strada statale 45 la sosta può essere a
Rivergaro, tra i tavoli del
Caffè Grande, attivo fin dal 1875. L’atmosfera è familiare ma raffinata e la cucina si basa sui capisaldi della tradizione rivisti con un pizzico di fantasia: giardiniera della Betti o culatello con cotenna e pan brioche per cominciare, poi i nodi di pasta carciofi e guanciale, a seguire involtino di coniglio con mandorle e crema di carote. A chiudere è lo zabaione di Vigna del Volta.
Nella vicina
Toscana uno dei punti di interesse per i biker è il
Passo della Cisa, attraversato dalla
strada statale 62. Non distante è la
Ca' del Moro, nel territorio di
Pontremoli. Dolci prati, ulivi, cipressi, castagni secolari e il fiume Magra incorniciano l'esperienza di una cucina ancorata alla tradizione lunigianese, con qualche piccola rivisitazione: antipasti di salumi, formaggi, torta d’erbi e pasta fritta, tordei olio e parmigiano o pappardelle al ragù di Chianina, coscia d’oca con ciliegie e per finire i baci della zia, con crema al limone e cioccolato bianco.
Dall'altra parte degli Appennini si entra nelle
Marche. Giungendo ad
Ascoli Piceno per imboccare la strada statale 4 che conduce ai Sibillini ecco la tavola di
Osteria Marca Zunica. Piccole sale impreziosite dalle opere d’arte di mostre periodiche in inverno, oppure il cortile interno in estate accolgono gli ospiti di
Daniele Zunica. Impossibile non partire con il fritto misto all’ascolana: olive all’ascolana, costolette di agnello, cremini e verdure in omaggio alla tradizione. Per proseguire con lo Spaghettoro Verrigni alici e pecorino, il panino alla mortadella scomposto con cialda di pane, spuma di mortadella ed una mousse di pistacchio, il carpaccio di spalla di maiale con mandorle e mela verde. Entrando nel cuore dell'Umbria invece si può percorrere la strada statale 3, che ricalca il tracciato dell'antica Via Flaminia, e incontrare
Foligno. La tappa di gusto qui è
Villa Roncalli dove la chef, nella villa del ’600 con camere porta avanti la tradizione di famiglia, raccogliendo il testimone dalla madre, grande interprete della cucina tradizionale umbra. La freschezza e la qualità degli ingredienti, reperiti con attenzione dai migliori produttori della zona e mirate incursioni ittiche dal vicino Adriatico, sono i pilastri della proposta gastronomica, una vera cucina d’autore, dove ogni piatto è realizzato al momento.
Prossima fermata,
lago di Bolsena, nel
Lazio, lungo la strada statale 2. A
Montefiascone spazio alla cucina di
Pancino. Tra i primi, preparati con paste rigorosamente tirate a mano, ci sono i tipici ombricelli o le pappardelle, condite con un ragù di cinghiale, bianco o rosso, oppure all'amatriciana, con guanciale artigianale. Tra i secondi non mancano portate a base di cacciagione, carni alla brace e i piatti della tradizione romana come l’abbacchio alla scottadito. In alternativa la pizza, cotta in forno a legna. È il momento di dirigersi verso le vette più alte della catena Appenninica, in
Abruzzo. La strada statale 80 “del Gran Sasso d’Italia” passa nei pressi del lago di
Campotosto. Una breve deviazione permette di arrivare all'
Agricampeggio Cardito di
Capitignano, indirizzo immerso tra i boschi, sul valico che divide il lago e la Val Cafasse. Agli spazi attrezzati per tende e camper e ai giochi per i più piccoli si affianca un edificio in legno nel quale si gustano piatti veraci, dalle bruschette con ventricine realizzate con le carni di maiali allevati allo stato brado alla pasta fatta in casa condita con ragù di pecora o all'amatriciana. E poi carni alla griglia accompagnate da patate al forno, senza dimenticare la rinomata
mortadella di Campotosto.
Dalla montagna al mare, si giunge in
Molise, con le
strade statali 647 e 87 che collegano l'entroterra a
Termoli. Nel borgo affacciato sull'Adriatico si fa la conoscenza dell'
Osteria Dentro le mura, tra pescato del giorno e materie prime da produttori strettamente locali. La minestra di cicale e cicoria, il filetto di spigola gratinata con cipolla caramellata e i moscardini in purgatorio introducono orecchiette ai frutti di mare e lasagna in brodo con sogliola. Imperdibile il brodetto alla termolese, così come la frittura mista e le triglie “alla n gorda”. Proseguendo la discesa sull'Adriatico si giunge in
Puglia, e più precisamente sul
Gargano. La strada statale 89 passa per
Peschici e invita alla sosta al
Trabucco da Mimì. Dal 1979 i piatti della casa sono affiancati dall'esperienza di mangiare su questa storica e speciale struttura sospesa sul mare. In tavola polpo fritto, peperoni in agrodolce, salsa arrabbiata, lagane al ragù di cefalo del trabucco, fusilloni, gamberi bianchi crudi e cotti e bisque al rosmarino, baccalà patate e lampascioni al forno, fritto e pescato del giorno.
Trabucco da Mimì
Dall'Adriatico al Tirreno, si arriva in
Campania. La strada statale 166 parte da Capaccio Scalo per attraversare il Cilento, toccando località come
Castel San Lorenzo. Si può così mangiare all'
Osteria da Mucciolone, realtà verace aperta da sette generazioni. In sala c’è Mina, in cucina il marito Antonio, che sotto la supervisione di mamma Rosanna prepara specialità locali come gli ‘scazzatielli’ e ‘bucchinotti’, ma anche ravioli fatti a mano, con la sfoglia stesa come una volta. In Basilicata è difficile resistere alla tentazione del “coast to coast” da
Maratea a
Policoro, percorrendo le strade statali 18, 585 e 653. Durante la traversata appare Rotondella. Alla
Locanda pane e lavoro propongono una cucina locale e curata nella presentazione. Salumi e salsicce, formaggi freschi e stagionati, calzoni, uova strapazzate con peperoni, frizzuli con sughi del giorno, costata di podolica e maialino nero con contorni vari.
In
Calabria la protagonista delle gite costiere è la strada statale 106 Jonica, che passa anche per
Gerace. Si incontra qui il
Lupo Cattivo, ristorante di tradizione locale e regionale. Gli antipasti spaziano fra pomodori secchi, legumi, zeppole, frittelle, funghi, salumi e formaggi. Di seguito si sceglie la pasta fresca della casa variamente condita – come le pappardelle al brasato di cinghiale e funghi - e un secondo di carne o di pesce. In alternativa vi sono le pizze, cotte in forno a legna, fra classiche e speciali della casa, come la tonda condita con caciocavallo, salsiccia, 'nduja e porcini. E arriviamo alla
Sicilia, tra il mare e le aree verdi interne, come le
Madonie. È intorno al Parco che passa la strada statale 120, toccando borghi come
Petralia Soprana, dove si fa la conoscenza di
Lu Carmè, ristorantino tipico nel centro storico con una proposta che parte dai prodotti locali. Dopo l'assortito antipasto tipico, arrivano in tavola gli gnocchetti di patate e ortica conditi con ragù bianco, pappardelle fresche con porcini, ravioli ripieni di carciofi con salsa ai funghi, stracotto di manzo, capocollo con patate al forno, agnello con spezie e sale della vicina miniera.
Ultima tappa, in
Sardegna. La strada statale 131 attraversa il cuore dell'isola passando per
Nuoro. In città ci si accomoda tra i tavoli di
Ciusa, per un'escursione di sapori che spazia tra pesce e piatti di terra della tradizione locale. Dopo l’aperitivo al bar della struttura ci si sposta verso la sala, l'ambiente è curato in ogni dettaglio, nel caveau fanno bella mostra di sé vini e prodotti tipici. Si gusta allora il guazzetto del golfo di Orosei su filindeu nero, reinterpretazione della mitica ricetta. Però anche il porcheddu è un must e questo è un posto giusto per assaggiare la pecora in umido.
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