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Cucine da incubo: una serie di pro o contro?

adriana

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Ormai sta spopolando in tv e online, perfino Crozza gli ha dedicato una parodia: è il programma di Gordon Ramsay “<strong>Cucine da incubo</strong>”, che ha per protagonista questo famosissimo chef inglese impegnato nel salvataggio di ristoranti sull’orlo del fallimento a suon di urla e paternali.<br />
Sinceramente, quando guardo la serie, trovo raccapriccianti le condizioni in cui versano le cucine dei locali in questione, che proprio in virtù del loro fine dovrebbero quanto più possibile rispettare le norme igienico-sanitarie.<br />
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La mia domanda sorge allora spontanea, quando mi viene voglia di cambiare canale alla vista della sporcizia che invade le cucine :shock: : è davvero possibile che questi ristoranti, una volta ricevuto l’aiuto di Gordon, eviteranno in futuro di commettere di nuovo gli stessi errori? Certamente presteranno attenzione all’inizio, ma credo che poi, dopo qualche mese, il ritmo lavorativo li porterà allo stesso indecente risultato di pulizia … voi che ne pensate?<br />
E un’altra cosa: gli stessi ristoranti che vediamo in tv avranno un ritorno positivo o negativo sul loro bilancio? Lo chiedo perché io, vedendo cosa accade in quelle cucine grazie alla tv, ci penserei mille volte prima di andarci a cena!<br />
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Grazie a tutti! :wink:
 
Salve a Tutti,<br />
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E' davvero curioso guardare certi programmi perchè talvolta mettono in luce problematiche professionali sconosciute ai più e poi fondamentalmente si parla del proprio settore lavorativo. Personalmente credo che questi programmi seguano troppo le logiche dello show business..non è possibile migliorare il fatturato di un albergo soltanto mettendolo a nuovo...ci vuole ben altro! :D Quindi, guardiamolo in ottica "leisure"..buon divertimento! :D
 
Grazie a tutti per le risposte! :D<br />
Hotel da incubo per il momento non approda ancora in Italia ma chissà... magari potrebbero decidere di fare una capatina anche da noi: sarei proprio curiosa di vedere cosa si nasconde dentro le nostre strutture!<br />
Giuseppe sono d'accordo con te, soltanto mi chiedo: a livello di visibilità e di reputazione gli alberghi che vengono ispezionati dal terribile Gordon che ritorno avranno? Non è che vengano messi in buona luce, anzi! Il programma insiste soprattutto sui difetti e sulle cose che non vanno, mostrando aspetti davvero da incubo, è proprio il caso di dirlo! :lol:<br />
Forse davvero bisogna limitarsi a guadare in programma in ottica leisure, come dici tu! :wink:
 
a propositi di cucine da incubo. per caso ho visto la versione italiana. esiste! l'hanno trasmessa su su Deejay TV - NOVE. Il protagonista-conduttore è lo chef Antonino Cannavacciuolo. Detto questo, ritengo che questi e programmi simili sono costruiti. sull'altare dell'audience si sacrifica la verità. quindi se occorre la pillola viene indorata, oppure si crea volutamente un quadro disastroso. insomma: intorno a una mezza verità si costruisce una storia carina, credibile, che tira. ma sostanzialmente inventata.
 
trasmissione da incubo, direi. mi ci sono imbattuto qualche sera fa, che noia che barba che barba che noia. Ho resistito qualche minuto, il tempo per avere l'impressione di essere di fronte a una fiction (anzi, diciamolo in italiano: una finzione) e ho messo i cartoni animati per i miei bimbi. Devo dire che certe volte Orso cucina da dio per Masha. Ve lo consiglio Masha e Orso: lo trasmette Rai YoYo. Beata lei, si diverte anche. Noi, invece, dobbiamo consolarci con le cucine da incubo
 
Sono d'accordo con Sergio e Luigi sul ritenerla una fiction. Sicuramente, se bastassero i 3 giorni di Cannavacciuolo per rendere una cucina da incubo in un ristorante Gourmet, avremmo più ristoranti che persone e tutti di altissimo livello.
Quello che però mi spaventa è proprio la velocità/facilità con cui lo Chef salva il ristorante. Potrebbe far passare il messaggio che fare ristorazione sia la cosa più semplice del mondo (al contrario di ciò che è realmente) con rischi di fallimento altissimi e persone rovinate. Sul sito della <a href="http://www.fipe.it/centro-studi/centro-studi-2016.html">Federazione Italiana Pubblici Esercizi</a> c'è un report, che allego, sulle attività ristorative nate e (scusate il termine) morte nel 2015 rispetto al 2014 che evidenzia le 8000 aperture a fronte delle 13000 chiusure (purtroppo quasi in linea con i dati dell'anno precedente).
Ciononostante, salvo il programma con tutti i suoi difetti. Lo storytelling è fondamentale per tenere gli spettatori incollati alle poltrone quindi non lo condanno. E comunque lo chef pone l'attenzione (è vero, spesso esagerando!) sui punti critici della ristorazione (l'attenzione al menù, disorganizzazione, ruoli, pulizia, ordine, inefficienza ecc.). Ben venga se queste informazioni diventino di pubblico dominio.
 
ottime riflessioni, valerio. Intanto quel dato inquietante: un saldo negativo di cinquemila strutture fa rabbrividire. Ma qui si aprono altre riflessioni: troppe tasse? troppa concorrenza? troppe persone che si sopravvalutano? ecco, certe fiction fanno sembrare tutto così semplice e magari qualcuno si imbarca in avventure oggettivamente insostenibili. interessante anche quando salvi la trasmissione; mi hai ricordato la frase dei politici vincenti del passato. Suonava più o meno così: "parlate anche male di me, l'importante è che si parli di me".
 
altro che cannavacciuolo e trasmissioni varie! se 13000 attività chiudono significa che le cucine da incubo sono supportate da gestioni discutibili, per non dire altro. ma forse c'è anche dell'altro: possibile che sono tutti brocchi quelli che aprono un ristorante e di lì a poco lo chiudono? non credo. mi chiedo e vi chiedo: cosa c'è che non va? è mai possibile che in Italia, capitale mondiale della buona tavola, ci sia una così alta mortalità delle attività ristorative? dai, non ditemi che anche da noi Mc Donald's e soci stanno guadagnano terreno. vi prego non ditemi che hamburger e patatine sono meglio di una fiorentina, di una carrellata di antipasti di pesce o delle creazioni di cannavacciuolo (che al di là di quel programma fuffa è comunque un ottimo chef)...
 
Grazie Luigi, ma i politici vincenti del passato hanno fatto tutti una brutta fine! Scusa se mi tocco!!!
Tornando a noi, penso che come in tutte le cose la verità stia nel mezzo. Sicuramente la troppa concorrenza (che però, secondo me, non fa mai male. Mi riferisco a prezzi, qualità e differenziazione), sicuramente le tasse e sicuramente tanti altri fattori macroeconomici.
Ma pensate ad un mondo di ecommerce, internet e smartphone; pensate a come si muovono gli hotel con i loro bei siti, servizi di prenotazione online ecc; pensate alle opportunità di fare marketing sui social network. E adesso pensate al ristoratore medio italiano. Quello che ti dice "a me un sito internet non serve" (e ne ho sentiti parecchi), "ho già un profilo facebook" invece di una pagina aziendale; che non è neanche presente su google maps...siamo rimasti indietro, anche di mentalità. Ormai la gente cammina per strada col cellulare in mano e le ricerche su google "ristoranti nelle vicinanze" sono quintuplicate in un biennio. Ma provate a spiegarlo ad un ristoratore vecchio stampo magari di 50/60 anni che di web ne mastica poco e niente.
Negli USA si cominciano a prenotare i tavoli sui siti web dei ristoranti, un pò come per le camere degli hotel. (in tanti scommettono che il fenomeno arriverà anche da noi a breve). Da noi invece, come dicevo prima, tanti ristoranti non hanno neanche un sito.
Il punto è che, secondo me, oggi cucinare bene non basta più per fare Ristorazione. Figuriamoci se la gestione o la cucina sono mediocri. I bei tempi dove se avevi un buon prodotto la gente faceva la fila sono passati. Avevo scritto un articolo a proposito di questo parlando di <a href="https://mydigitalrestaurant.wordpress.com/2016/05/22/prodotto-vs-mercato" target="_blank">aziende orientate al prodotto e quelle orientate al mercato</a>.
Penso che ci sia bisogno di moooolta più comunicazione online e offline, e, soprattutto, bisogna essere presenti E ATTIVI nei canali usati dai potenziali clienti.
Potrebbe essere questo il modo giusto per poter emergere secondo voi?
 
Martino scusa ma per errore ho inviato il mio commento in risposta a Luigi. Ma mi riferisco anche al tuo commento. Penso che comunque anche quando si parla di ristorazione bisogna entrare più nello specifico.
Nel senso, Mc Donald's è un fast food che fa concorrenza a Burger King, KFC e altri. Cannavacciuolo farà concorrenza a Cracco &amp; Co. I sushi se la smazzano fra di loro. Sempre ristorazione è, ma molto diversificate. Dal prezzo al segmento di mercato ai bisogni che soddisfano. Non penso sia giusto mettere tutto insieme se si parla di ristorazioni.
Tifo per la carrellata di antipasti di pesce e per la fiorentina comunque. Ma una volta ogni tanto un doppio cheeseburger da Mc me lo vado a mangiare.
 
si faceva per dire, Valerio. Anch'io di tanto in tanto mi sparo hamburger e patatine (con la consapevolezza che sto mangiando una schifezza), non è questo il problema. ognuno mangia ciò che si merita :-) ... il problema credo tu lo abbia centrato nella risposta a luigi: "oggi cucinare bene non basta più per fare Ristorazione". la penso come te, mentre gli Usa viaggiano alla velocità di Star Trek (anche sul web), noi siamo ancora al ristoratore che pensa che il facebook sia una ricetta inglese... sì, poi le ragioni della crisi vanno ricercate anche nelle tasse e nelle altre questioni che hai ben evidenziato. solo un appunto sui vecchi politici: non tutti hanno fatto una brutta fine, anzi. ti dirò di più: quelli che una volta mi facevano schifo e che sognavo di vedere marcire in galera, oggi quasi (dico quasi, eh) li rimpiango: erano politici (che ci piaccia o no), quelli in circolazione oggi non sanno nemmeno dove sta di casa la politica, quella con la P maiuscola. ma questa è un'altra storia, quei si parla di cucine da incubo, non di politici da incubo ;-)
 

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