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Psicosi da corona-virus e sottostima da parte cinese: è il Turismo a pagarne le conseguenze!

ma vogliamo parlare dei dati sospetti dei morti in Cina? Qualcosa non torna

Un giornale cinese stima che il numero dei decessi nella città epicentro dell’epidemia sia stato almeno dieci volte più alto della stima ufficiale. E una radio calcola che i caduti siano in realtà 42.000

5.000 urne sono state fornite questa settimana in un solo giorno all’agenzia mortuaria Hankou, una delle otto di Wuhan. In totale, le otto agenzie avrebbero cominciato a consegnare dal 23 marzo 3.500 urne al giorno ai parenti, con l’obiettivo di concludere il lavoro il 3 aprile e consentire ai superstiti di celebrare degnamente Qingming.
Dodici giorni, per 3.500, farebbe 42.000 vittime, calcola Radio Free Asia.
Circola la voce che durante la crisi siano stati fatti affluire nella città assediata dal virus addetti alla cremazione da altre parti del Paese, per tenere gli impianti in funzione 24 ore su 24.
 
La Germania rischia di far passare la voglia di Europa unita anche ai più convinti europeisti. sono riusciti a far spazientire Mattarella, figurati. Però noi abbiamo problemi più seri: in tv compaiono personaggetti in cerca d'autore che fanno finta di pregare e recitano l'eterno riposo. Io non sono credente, ma mi chiedo: la preghiera non dovrebbe essere un qualcosa di intimo?

se poi fatta sugli anonimi terrazzi di periferie contaminate...
 
i conti non tornano. effettivamente burioni - per carità, non è la bibbia - parla di altre cifre, per ciò che riguarda i contagi. https://www.iltempo.it/cronache/202...morti-germania-1305593/#.XoLvWIpFbm4.whatsapp

Sui morti in Cina anche io nutrivo seri dubbi. Ora si comincia a diradare la nebbia. Dispiace molto per gli altri morti che ci saranno in Cina: mi riferisco ai componenti della redazione che ha divulgato la notizia delle urne cinerarie.
Sullo studio inglese, c'è poco da aggiungere: prima fanno gli "sboroni" e prendono una topica colossale e poi si permettono di fare i maestrini. Tra lui (Germania) e lei (Inghilterra) sceglier non saprei
 
Conoravirus: l’Olanda dice no agli eurobond, ma è un paradiso fiscale che all’Italia costa decine di miliardi di euro
La Germania gioca in difesa, nella partita sui coronabond – obbligazioni una tantum per tamponare l’emergenza economica innescata dalla pandemia globale – sono gli olandesi a recitare la parte dell’ariete impegnato a scardinare ogni richiesta italiana. Una presa di posizione dura, ma poco lungimirante come ha sottolineato al quotidiano olandese De Telegraaf, Nout Wellink, ex presidente della Banca centrale olandese: “Non saremo più un nord ricco se tutto il sud cadrà”. D’altra parte i conti sono presto fatti: gli eurobond una tantum potrebbero costare ai contribuenti olandesi 10-15 miliardi di euro; mentre ogni anno l’erosione fiscale ai danni dell’Italia è nell’ordine dei 20 miliardi di euro. Tasse che dovrebbero essere pagate in Italia, ma che grazie alla politica fiscale aggressiva dei Paesi Bassi prendono la strada del nord. Arricchendo gli azionisti e le casse del fisco olandese.
Un problema affrontato anche a livello comunitario, ma ai richiami della Ue, l’Olanda ha risposto con un’alzata di spalle. “La lotta contro la pianificazione fiscale aggressiva è essenziale per rendere i sistemi fiscali più efficienti ed equi, come riconosciuto nella raccomandazione del 2019 relativa alla zona euro” si legge nelle raccomandazioni Ue all’Olanda dello scorso anno dove si sottolinea anche che “gli effetti di ricaduta delle strategie aggressive di pianificazione fiscale tra Stati membri richiedono un’azione coordinata delle politiche nazionali a completamento della legislazione dell’UE”.
Sulla carta, i Paesi Bassi hanno adottato misure per fronteggiare tali strategie, “ma l’elevato livello dei dividendi, delle royalty e degli interessi versati tramite i Paesi Bassi indica che la normativa tributaria del paese è impiegata dalle imprese impegnate nella pianificazione fiscale aggressiva”. E ancora: “La mancanza di ritenute d’imposta sui pagamenti in uscita (ossia effettuati dai residenti dell’UE verso paesi terzi) di royalty e interessi può comportare un’elusione fiscale totale se tali pagamenti non sono soggetti a imposizione nella giurisdizione del beneficiario”.
Insomma, un vero paradiso fiscale. Anche perché l’annuncio di una riforma con l’introduzione di ritenute d’imposta sui pagamenti di royalty e interessi in caso di abuso o di pagamenti verso paesi a basso tasso di imposizione, è rimasto sulla carta. E persino il National bureau of economic research di Cambridge definisce i Paesi Bassi un paradiso fiscale europeo alla stregua di Irlanda, Belgio, Lussemburgo, Malta e Cipro: gli americani calcolano che circa 600 miliardi di dollari di utili (base imponibile) abbiano lasciato il Paese d’origine per volare verso Paesi “più accondiscendenti”. Dublino con 100 miliardi sarebbe la meta preferita seguita da Singapore e dall’irriducibile Olanda. Di più: circa il 35% della somma, 210 miliardi, arriverebbe direttamente dai Paesi europei.
“Secondo le nostre stime – si legge del documento di Nber – lo spostamento dei profitti da un Paese all’altro da parte delle multinazionale riduce gli introiti fiscali aziendali all’interno dell’Unione europea di circa il 20%”. Come a dire che per ogni 100 euro di utile aziendale, 20 ne vengono drenati dai paradisi fiscali.
Lo scenario, all’interno della Ue, è lo stesso da anni. Da un lato ci sono grandi paesi che per mantenere il loro livello di spesa pubblica hanno importanti esigenze di gettito fiscale, dall’altro c’è chi usa la leva fiscale e attirare nuovi investimenti. Con un sacrificio che spesso è inferiore ai benefici: in Italia – il Paese dove le imprese pagano le tasse più alte – il gettito fiscale delle aziende arriva al 14% del totale. Tradotto: se uno sconto sulle tasse si traduce in più investimenti e posti di lavoro, la ricaduta sul Paese è positiva con un aumento dei consumi e del Pil, ma se ciò non accade il danno è doppio. E all’interno della Ue i paesi con la tassazione più altra (Francia e Italia) sono quelli a subire le perdite più pesanti. Alla fine del 2016, tra le note del Def, il ministero dell’Economia aveva calcolato che solo all’Italia mancano almeno 31 miliardi di base imponibile. E di conseguenza 10 miliardi di gettito fiscale: soldi che, invece, sono entrati nella casse erariali dei paradisi fiscali europei.

https://it.businessinsider.com/cono...e-allitalia-costa-decine-di-miliardi-di-euro/
Non sono un esperto di economia, ma ritengo i paradisi fiscali qualcosa di sporco, altro che paradiso.
Ci può stare, esistono ed esisteranno. Ma non credo sia concepibile averli nell'Unione europea. Mi sa di concorrenza sleale verso altri Paesi. Del resto Fiat, Exor, Mediaset e compagnia cantante se ne sono andati in Olanda. Troppi squilibri, questo è uno dei tanti.
La crisi da coronavirus rischia davvero di provocare un terremoto nell'Unione. Del resto in tanti lo dicevano da tempi non sospetti: la moneta unica non basta.
Senza un'unione politica non si va da nessuna parte. E - ahimè - i tempi non sembrano affatto maturi, per buona pace di Altiero Spinelli e del Manifesto di Ventotene. Fondamentalmente ci stanno sempre i crucchi di mezzo a rompere le uova nel paniere.
 
Siamo a Pasqua e a rimetterci è sempre l’agnello


Ci siamo detti:"Ci sono 480.000 abitanti nel nostro dipartimento; abbiamo 40.000 agnelli in vendita, beh,...sputiamo fuoco!" parole di Stéphane Chetrit, presidente della società cooperativa agricola Alleanza ovina del Bearn.

“Per ordinare una scatola da 6,5 kg di zampe, spalle o costole, è sufficiente registrarsi sul sito e poi venire e ritirarli in auto”. “Abbiamo circa 45 punti vendita nel dipartimento a una distanza di 15 km l’uno dall'altro. Non vi basta?”

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Sergio Rossi, fondatore dell'omonimo marchio di calzature, è morto a causa di un'infezione recata dal COVID-19. Lo ha annunciato venerdì il sindaco di San Mauro Pascoli, Luciana Garbuglia. Rossi aveva 85 anni. Era in cura all'ospedale di Cesena da diversi giorni. Garbuglia ha scritto su Facebook che Rossi era un "grande imprenditore" che "ha dato lavoro" a un gran numero di residenti nella sua città natale.

Rossi iniziò a produrre scarpe nel 1951. Il sindaco ha scritto che la cittadinanza di San Mauro Pascoli ha voluto omaggiare Sergio Rossi attraverso un giorno di lutto poiché nelle attuali circostanze non è possibile una cerimonia funebre. Rossi aveva già venduto il 70% della sua azienda al gruppo Gucci nel 1999 per circa $ 96 milioni. Lo stesso gruppo acquistò il restante 30% nel 2005.

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Addirittura! 'sti crucchi... comunque devo dire che quest'anno di pesci d'aprile se ne sono visti davvero pochi. c'è poca voglia di scherzare, forse. O, forse, con questi ritmi forzatamente slow, abbiamo più tempo per riflettere e smascheriamo tutte le bufale.
 
stanno apparecchiando la dittatura. in fondo il grande fratello è già realtà (non quella cosa stomachevole della tv, sia chiaro), basta allungare un po' le restrizioni e il gioco è fatto. Del resto in Italia funziona da sempre così: il provvisorio, gira e rigira, diventa sempre definitivo. Nel frattempo compio un gesto scaramantico... tutto sommato meglio la democrazia (proletaria) ;-) PS. E di Conte premier in questa fase cosa ne pensate?
 
«Trop de promeneurs, trop de flâneurs» dans les rues de Paris

respirate l'eleganza del giornalista de Le Figaro che illustra la situazione nei lungo Senna

camminatori e passeggiatori



 
…al tempo del COVID-19

Merignac (70.000 abitanti), periferia ovest di Bordeaux

Aeroporto a due passi in una zona a fortissima vocazione commerciale (artigianato e grande distribuzione).

Qui uno dei numerosi parcheggi che riempiono le varie pertinenze, come si presentava nella giornata di sabato!

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La situazione del COVID-19 in Belgio è allarmante.

Nella settimana appena trascorsa sono stati registrati in media 160 decessi giornalieri. Dopo Italia e Spagna, la Belgique-België si situa al terzo posto della funesta classifica che conta il rapporto tra persone decedute e la popolazione totale: 1632 morti su 11.476.279 abitanti.

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Le maschere da sole non sono il "Full Metal Jacket" (nda) contro la pandemia di Covid-19 e il loro uso tra la popolazione è giustificato solo in caso di accesso limitato all'acqua per lavarsi le mani oppure quando il distanziamento fisico è complicato, ha affermato il capo dell'OMS.

Penso alle aziende "riconverse" della Longobardìa che insistono nella produzione di mascherine soltanto per garantire il loro CICLO CONTINUO.

VOMITEVOLE
 
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La situazione del COVID-19 in Belgio è allarmante.

Nella settimana appena trascorsa sono stati registrati in media 160 decessi giornalieri. Dopo Italia e Spagna, la Belgique-België si situa al terzo posto della funesta classifica che conta il rapporto tra persone decedute e la popolazione totale: 1632 morti su 11.476.279 abitanti.

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oggi la media è salita a 176
 
un altro sportivo cede al virus

E' morto a Potenza, a seguito della positività al COVID-19, il mezzofondista Donato Sabia, 56 anni, due volte finalista olimpico degli 800 metri piani (Los Angeles 1984 e Seul 1988)

Sabia che vinse l'oro agli Europei indoor di Goteborg nel 1984, era presidente del comitato regionale Fidal della Basilicata.
Nei giorni scorsi, presso l'ospedale di Potenza, era morto anche il padre!
 
Fateci riaprire!
La legittima richiesta delle aziende marchigiane 1586343189002.png

circa 2.800 richieste giacciono sui tavoli delle prefetture della regione Marche presentate da altrettante aziende che non vogliono rimanere chiuse, ma tornare a produrre in deroga al Dpcm del 22 marzo scorso, stilato per contrastare gli effetti di COVID-19.

Con il sistema del TAC (tessile, abbigliamento e calzaturiero) chiuso e blindato, così come l’arredamento e la nautica, con il farmaceutico e l’agroalimentare che non hanno smesso l’attività, gran parte delle richieste sono firmate da piccoli imprenditori metalmeccanici coinvolti nella linea di produzione della filiera giudicata 'essenziale' dal decreto.

Da quanto sI apprende, il maggior numero di istanze proviene dalla provincia di Ancona 850; seguono Pesaro-Urbino con 700, Macerata 500, Ascoli Piceno con 450 e Fermo con 300.

fonte: agi

 
Durante la sua consueta passeggiata quotidiana il fotografo Dan Giannopoulos ha potuto notare il ragguardevole numero di guanti usa e getta che ormai scartati abbondano per le strade del quartiere dove abita a Nottingham (UK).


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…sparpagliati a ridosso di giardini e viali.
 
purtroppo la mortalità continua a sostare in Lombardia (qui in effetti si registrano numeri da capogiro): Cremona, Piacenza, Lodi e Milano hanno picchi ancora elevati.

Speriamo che 'sti lombardi siano più partecipi poiché ad ogni loro irresponsabilità corrisponde una chiusura per l'intera popolazione italica.

Tutto ciò è inaccettabile ed eticamente scorretto!
 
Google ha pubblicato la sua seconda serie di rapporti sulle attività in 131 paesi al mondo raccolti dagli utenti di Google Maps. I dati relativi a UK mostrano che la presenza ai parchi è aumentata in maniera considerevole. Lo scorso fine settimana c'erano state forti preoccupazioni sul fatto che il tempo soleggiato avrebbe portato fuori troppe persone e che alcuni parchi fossero chiusi.

Le visite agli hub di trasporto - stazioni di autobus e treni - sono diminuite del 70%, rispetto a una caduta del 75% del fine settimana precedente.



Roba da Google map

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[...]Non fanno più rumore
Del crescere dell’erba,
Lieta dove non passa l’uomo.


da Non gridate più di Ungaretti

La lista a tutt'oggi segna il numero 109: la morte dei medici in prima linea non fa rumore, proprio come l'erba nella sua fase di crescita.

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