Comprare un sogno: l’ospitalità negli alberghi diffusi
Di
Elsa Mazzolini
La Charming House Palazzo Viviani di Montegridolfo (RN) ha 8 stanze, ognuna con la propria personalità enfatizzata dagli arredi. Negli splendidi giardini di Palazzo Viviani, una residenza più discreta: la Casa del pittore che ospita altre 7 camere tutte dotate dei medesimi comfort. Intorno vive il borgo…
Di origine tutta italiana, il concetto di albergo diffuso – struttura aggregata che offre al mercato turistico un insieme di stanze e servizi dislocati in edifici storici diversi nell’ambito di uno stesso contesto urbano – si è sviluppato concretamente solo in anni recenti, malgrado la sua genesi risalga al 1982. Più precisamente la businness idea di una “ospitalità diffusa” nacque in Carnia allo scopo di utilizzare a fini turistici i borghi distrutti e poi ristrutturati dopo il terremoto del 1976, mentre la definizione “Albergo Diffuso” fu utilizzata per la prima volta nel 1982 per il “progetto pilota Comeglians”, modello di riconversione e valorizzazione delle risorse della montagna locale. Solo alla fine degli anni ‘80 l’Albergo Diffuso iniziò a configurarsi come un’impresa basata sulla domanda di un mercato evoluto che, per lavoro o vacanza, intende “comprare” un sogno o un’emozione, senza essere tradito nelle proprie aspettative dalla standardizzazione massificante normalmente offerta dalla strutture alberghiere tradizionali.
Ciò che un certo tipo di viaggiatore cerca è infatti la possibilità di usufruire non tanto di un servizio, quanto di “uno stile di vita”, con la promessa della sua autenticità. Ecco pertanto che condividere la dimensione reale di una comunità vera e quella del suo territorio, rappresenta il “plus” di un’offerta differenziata di ospitalità.
Occorre comunque aspettare gli anni ’90 perché sia messo a punto un modello coerente, siano superati i vuoti normativi, siano messe a fuoco le modalità gestionali e ci siano imprenditori interessati. Con il Progetto contenuto nel Piano di Sviluppo Turistico della Comunità Montana Marghine Planargia (Nuoro, 1995), avviato a Bosa e poi a Santulussurgiu, si puntualizzò il “Modello di Albergo Diffuso” e se ne dimostrò la fattibilità: edifici vicini tra loro, con l’obiettivo di creare una offerta a gestione imprenditoriale in grado di garantire tutti i servizi alberghieri agli ospiti, compresa l’offerta di spazi comuni.
Definito anche “albergo orizzontale”, l’idea ha in Giancarlo Dall’Ara – docente di marketing nel turismo presso l’Università di Perugia – il suo filosofo e il suo più motivato divulgatore.
Lo abbiamo incontrato nelle Marche nell’ultimo albergo diffuso, in ordine di tempo, creato nel borgo di Montemaggiore al Metauro da due imprenditori romani e sede ideale, nel settembre scorso, di un interessante convegno che – partendo proprio dal concetto fondante di AD come esempio acclarato di recupero qualitativo di strutture preesistenti – può confluire in un ulteriore progetto sistemico/imprenditoriale di “Alberghi di Marca”.
Dall’albergo diffuso all’albergo di Marca
“Va creato un front office comune in grado di fornire effettivamente indicazioni di ospitality cucite addosso alle richieste e alle aspettative del turista – sostiene lo chef Lucio Pompili del ristorante Symposium di Cartoceto –. E poiché la cucina è il collante necessario per far “mangiare” il territorio e quindi per renderlo familiare a chi viaggia per piacere e per lavoro, ben venga un disciplinare che difenda ogni nostra identità e specificità territoriale, ben venga un processo di standardizzazione ecosostenibile dei processi produttivi più importanti, dall’agricoltura all’artigianato, fino alla cucina.
Ciò significa – prosegue Pompili – riappropriarci di ogni nostra eccellenza e di renderla accessibile e visibile attraverso un sistema organizzato di comunicazione e, conseguentemente, di più facile fruizione”.
“Poiché l’albergo diffuso si pone proprio come anello di congiunzione tra il territorio, l’impresa e il turista in una prospettiva di coevoluzione intersistemica – puntualizza il professor Dall’Ara – una progettualità estesa a tutte le strutture di accoglienza già esistenti è un ideale perseguibile. Internazionalizzare il territorio per divulgarlo meglio si può, senza per questo passare per la sua industrializzazione”. Come farlo? “Standardizzando non tanto l’offerta, bensì la qualità dei servizi proposti, ciascuno nella propria specifica identità. – prosegue Dall’Ara – “Il villaggio vacanza ideale non è globalizzato, non copia modelli altrui, ma esalta concretamente il proprio vissuto storico ed antropologico. Proporre suggestioni è dunque il compito inderogabile attraverso il quale fare emergere valori ed identità uniche ed irripetibili.” conclude l’esperto.
“Oggi il vero lusso è rappresentato dal poter vivere in spazi non alienanti e di poter disporre del proprio tempo. – spiega Lucio Pompili – Le Marche, che nei piccoli come nei grandi centri hanno saputo mantenere ritmi e stili di vita sufficientemente rilassati, possono e devono insegnare che il tempo può essere speso in spazi ancora in grado di emozionare. I modelli turistici ad elevato tasso di omologazione tendono a livellare ogni nostra straordinaria specificità. Occorre invece – continua Pompili – puntare proprio sulle diverse dimensioni caratteriali dei nostri campanili. Pochi territori, come le Marche, riescono ad offrire tanto in così tante varietà di espressione. Questa è la regione di Leopardi, di Rossini e di Raffaello, ma anche di Valentino Rossi e della Vezzali, nonché di tutti quegli stilisti che hanno reso grande il Made in Italy. E’ necessario pertanto riuscire a vendere il proprio network ambientale con un sistema di “marketing delle relazioni” che costituisca una effettiva porta di accesso al territorio: non relazioni superficiali, bensì rapporti di scambio e di conoscenza con i propri ospiti, atti a fidelizzarli. In fondo si tratta di riproporre un marketing che affonda le radici nelle nostre tradizioni perché parte dalla storica propensione delle Marche a proporsi come regione ospitale. La facilità dell’approccio dei turisti con il territorio marchigiano – conclude Pompili – oltre che da un sistema di ospitalità e di ristorazione certificati, deve passare anche attraverso una serie di outlet dove trovare, all’ingrosso e al dettaglio, prodotti locali certificati, espressione autentica del territorio.
In definitiva, al di là dei propositi che le amministrazioni locali e gli istituti bancari intervenuti al convegno hanno già confermato di voler sostenere, è necessario ora, come ha suggerito il prof. Dall’Ara, uscire dalla rassegnazione che si ingenera confrontandosi con realtà già affermate e credere nelle proprie risorse per costruire in breve tempo una rete di collegamenti non basati sull’assemblaggio di ciò che già esiste, ma in uno standard di qualità comune, con requisiti di base certi.
Si tratterà di un criterio globale di “benessere diffuso”, dove la gastronomia e l’ospitalità avranno anima e personalità. Di Marca.
Sotto le Cummerse
Locorotondo (u Curdùnne in dialetto locale) è un comune di 13.905 abitanti della provincia di Bari, entrato a far parte dell’associazione “I borghi più belli d’Italia”. Il paese è un insieme di piccole case bianche con i tipici tetti a punta chiamati “Cummerse” disposte su anelli concentrici. In questa piccola cittadina, tra le bellezze del posto e in vicinanza della chiesa Madre, nasce l’albergo diffuso “Sotto le Cummerse”, una struttura dislocata in vari appartamenti tutti diversi e caratteristici, nella tranquilla atmosfera del centro storico, a garanzia di un soggiorno indimenticabile a stretto contatto con la cultura e la gente del posto, senza rinunciare alle comodità di casa e ai servizi di un albergo. L’idea di creare un albergo diffuso nel centro storico di Locorotondo nasce nel 2003, quando la proprietà decide di ristrutturare i 4 appartamentini di cui è in possesso e di affittarli ai turisti con la formula dell’albergo diffuso che aveva conosciuto da poco. Col passare del tempo la struttura è stata ampliata con l’acquisto di altri stabili, ristrutturati a regola d’arte in stile povero.
www.sottolecummerse.it
Sardi i primi alberghi diffusi in Italia
La Sardegna fu la prima regione italiana ad adottare una normativa specifica per regolamentare il settore (L.R. 27/1998) e Sas Benas di Santulussurgiu (OR) è stato il primo Albergo Diffuso sull’isola, entrato ufficialmente in attività nel Gennaio 2001 con il restauro di alcuni piccoli immobili, tutti nel centro storico del paese, destinati alla ricettività, alla ristorazione ed anche ad attività culturali. Casa Muscas, antica residenza nobiliare ottocentesca, è diventata la Casa della Musica e vi si svolgono corsi e seminari di musica organizzati dal titolare del Sas Benas, il maestro Antonio Diego Are.
A Sas Benas dal 2005 è attivo anche un laboratorio per la lavorazione delle carni suine a servizio della ristorazione dell’albergo e con annesso spaccio di vendita. Nel 2006 si è aggiunto un nuovo edificio storico con un secondo ristorante ed altre stanze. L’iniziativa di Santulussurgiu è stata seguita da altri borghi sardi fra cui Bosa (OR) con le deliziose camere di Corte Fiorita.
Il modello ha avuto successo, sono oltre 50 gli Alberghi Diffusi in Italia e localizzati soprattutto al Sud dove sono serviti a rivitalizzare borghi addormentati della Basilicata e del Molise. La denominazione di Albergo Diffuso, nella pratica, ancora però non si riferisce ad un modello unitario ma ingloba tipologie differenti, dal borgo agricolo, composto solo da case coloniche, stalle, granai e magazzini, trasformato in Relais, alla Residenza Baronale con le case della mezzadria, al borgo interamente ricettivo e senza abitanti.
In Sicilia c’è un progetto che prevede un Consorzio di 23 Comuni nel territorio dei Nebrodi, la magnifica zona montana a ridosso della costa di Tindari, incentrato sull’ospitalità nelle seconde case per complessivi 4500 posti letto e solo in tempi successivi nei borghi rurali e storici recuperati.
Omoaxiu
Omuaxiu, a Orroli in provincia di Nuoro, è un vero e proprio museo vivente: abili mani preparano secondo le antiche usanze tutti i prodotti che vengono consumati dagli ospiti nel ristorante interno.
Il piano superiore della casa è adibito a museo del ricamo: nelle stanze da letto sono raccolti abiti, corredi e oggettistica appartenenti alla famiglia. La zona ristorante si sviluppa sia in una sala interna anticamente adibita alla macinazione dei cereali sia nel loggiato all’aperto (sa lolla) che guarda verso l’ampia corte sulla quale si affacciano tutti gli ambienti della casa. A pranzo e a cena vengono serviti antipasti a base di formaggi e salumi stagionati, pani (civraxiu, moddizzosu, coccoi, pani cun gerda, ecc…) e paste di semola di grano duro (spizzulus, malloreddus, culurgionis, maccarronis de busa); carni locali e selvaggina cucinate allo spiedo o in umido; dolci della tradizione contadina a base di ricotta, formaggi di pecora e mandorle. Accompagnano le varie portate corposi vini rossi (cannonau e monica) e passiti di produzione propria. Servono a tavola donne in costumi dell’800.
www.omuaxiu.it
Alberghi Diffusi aderenti
Settelune – Montelanico (RM)
Borghi di Basilicata – Pietrapertosa (PZ)
La Dimora del Castello – Sepino (CB)
Omuaxiu – Orroli (NU)
Sotto le Cummerse – Locorotondo (BA)
Trullidea – Alberobello (BA)
Forgaria Monte Prat
Forgaria Nel Friuli (UD)
Villa Retrosi – Amatrice (RI)
Sextantio
Santo Stefano di Sessanio (AQ)
Val di Kam – Sant’Angelo Muxaro (AG)
Il Borgo dei Corsi
Ortignano Raggiolo (AR)
Borgo di Oria – Oria (BR)
Casa Oliva – Serrungarina (PU)
Casabarbieri – Altomonte (CS)
La casa di Costanza – Scanno (AQ)
Locanda Senio
Palazzuolo sul Senio – (FI)
Vecchia Mottola – Mottola (TA)
Al Vecchio Convento
Portico di Romagna (FC)
Palazzo Ducale Carafa – Jelsi (CB)
La Galatea – Galatone (LE)
Residenza Sveva – Termoli (CB)
Le Casette del Borgo – Semproniano (GR)
Due Campanili
Montemaggiore al Metauro (PU)
Castello di Montignano
Massa Martana (PG)
Trulli Holiday – Alberobello (BA)
Alberghi diffusi di campagna
La Casella – Ficulle (TR)
La Sorgente – Macchiagodena (IS)
Malvarina – Assisi (PG)
Santi Giacomo e Filippo Urbino Resort
Urbino (PU)
La Piana dei Mulini – Colle d’Anchise (CB)
Albergo Diffuso Smerillo – Smerillo (AP)
lamadia.com