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Succede anche questo

Ecco, appunto...;)

Due euro al giorno per le vacanze. Nel Cilento la vacanza che più low cost di così non si può
L'iniziativa di San Mauro La Bruca, piccolo centro del Salernitano con poco più di 500 abitanti. Fino al 30 settembre, in una struttura arredata di proprietà del Comune

17 luglio 2020

Due euro al giorno per trascorrere le vacanze in Cilento. Un modo per favorire il turismo nell'estate del post fase acuta della pandemia, intercettando magari nuovi flussi, e dando una boccata d'ossigeno al commercio locale.

L'iniziativa sperimentale è del Comune di San Mauro La Bruca, piccolo centro in provincia di Salerno con poco più di 500 abitanti, colmo di storia e a un passo dalle acque cristalline del mare di Pisciotta. Fino al 30 settembre prossimo, l'amministrazione comunale mette a disposizione una struttura di sua proprietà in piazza monsignor Pasquale Allegro al cui interno ci sono delle camere da affittare per non più di sette giorni per coppia di clienti.


Le stanze "saranno assegnate in ordine cronologico di acquisizione della manifestazione d'interesse" e "fino ad esaurimento della disponibilità", si legge nelle linee guida allegate alla delibera di Giunta, in cui viene specificato che la proposta è rivolta ai maggiorenni, italiani e stranieri, "residenti fuori dalla Regione Campania e che non abbiano parenti o affini sul territorio".

I turisti che sceglieranno la vacanza 'low cost' dovranno partire 'armati' di lenzuola, cuscini e coperte, che non sono compresi nel prezzo. Ma basterà loro varcare la soglia della struttura per immergersi nel Cilento bizantino con il Cammino di San Nilo dove si incontrano storia, spiritualità, natura e tradizioni nel cuore del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni che vanta diverse Bandiere Blu, a cominciare dalle vicinissime Pisciotta, Palinuro e Camerota.

L'intenzione del sindaco Francesco Scarabino è di "intercettare una domanda turistica caratterizzata da una fruizione consapevole delle ricchezze naturali e culturali, storiche, artistiche, paesaggistiche e dei prodotti tipici, in un momento storico particolarmente segnato dalle conseguenze drammatiche dell'emergenza sanitaria da coronavirus"

repubblica.it
 
Mah! Io ho molti dubbi sull'efficacia di questo genere di iniziative. Potrei sbagliarmi ma low cost resta tale come esperienza e molto spesso anche come profilo del cliente, e non vedo quali grandi ritorni per il futuro possano esserci.
Seguo una struttura proprio nella zona di Pisciotta, certamente con caratteristiche completamente differenti da queste località promotrici, una struttura tipicamente stagionale balneare, che sta vivendo un periodo di vendite molto positivo, che dal solo booking engine ha un valore medio delle transazioni (prenotazioni) a luglio di € 987.
Sono due mondi molto diversi, certo, ma siamo nello stesso Cilento. La domanda c'è, si riversa sul mare, ok certo, preferisce di questi tempi - giustamente - un soluzione mare. Ma perchè svilire un territorio sul prezzo?
Preferisco più scommettere sulla proposizione di una offerta, con le caratteristiche che quel terriorio specifico presenta, sostenibile, responsabile, etc..., organizzata, che proponga una esperienza diversa, che abbia anche una finalità promozionale per far conoscere ai più la destinazione (siamo nell'entroterra del Cilento) ma che non si basi sull'offrire una brandina e un tetto a € 2.
Ma ve lo immaginate il profilo di questo turista che parte da casa con lenzuola, cuscini e coperte? E' un campeggiatore?!? è solito soggiornare in residence?!? Ama i luoghi incontaminati, di spiritualità.. e gira attrezzato e munito per far sosta in luoghi così?
Io ci credo poco!.
Forse avrebbero fatto meglio a fare una promozione sulle strutture ricettive sulla costa delle località citate (Palinuro, Camerota e Pisciotta), stimolando gli operatori del ricettivo di questi luoghi a far sì che il soggiorno dei loro clienti potesse estendersi per una o più giornate dal check-out verso la località di San Mauro La Bruca.
Non lo so, idea buttata la così....
 
WORLD NEWS
Organizza partita di calcio tra infetti e non infetti: denunciato
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È quanto stava per succedere a Pamplona, Spagna. Mentre nel Paese il numero di casi di contagi da coronavirus ha ripreso a salire in diverse zone, Barcellona compresa, un ragazzo ha organizzato una partita con due squadre così assortite
di F. Q. | 19 LUGLIO 2020

Sani vs Infetti. Sembra la trama di un ‘filmaccio’ horror di serie B e invece è quanto stava per succedere a Pamplona, Spagna. Mentre nel Paese il numero di casi di contagi da coronavirus ha ripreso a salire in diverse zone, Barcellona compresa, un ragazzo ha organizzato una partita con due squadre così assortite. Positivi al coronavirus contro negativi. Evidentemente non si è nemmeno reso conto del rischio, tanto da pubblicizzare l’evento sui social. È così che le autorità hanno potuto rintracciare il promoter e organizzatore, un 23enne, e fermare tutto. Secondo il quotidiano ‘AS‘, l’incontro si sarebbe tenuto il 20 luglio a Mendillori, che tra l’altro è uno dei quartieri di Pamplona dove il numero di casi di coronavirus è stato più alto. Lo scopo presunto del match, a dimostrazione che al grottesco non c’è fine, era la beneficenza: aiutare le persone colpite da covid-19. Senza minimamente considerare che qualsiasi partita amatoriale è un potenziale e pericoloso focolaio. Figuriamoci con una squadra di infetti. L’organizzatore è stato denunciato ed ha ricevuto una multa di 3000 euro.

https://www.ilfattoquotidiano.it/20...tra-infetti-e-non-infetti-denunciato/5873260/
 
Caro Martino, penso che il concetto di gratis sia sbagliato, per due ragioni fondamentali:

1) abbassa il valore del prodotto o servizio, perché nella percezione comune il gratuito è qualcosa che si regala come omaggio, di scarsa importanza;

2) il turismo gratuito attira viaggiatori che al piccolo Molise non servono, che andrebbero lì solo perché è gratuito e non perché si sono sforzati per trovare un posto, cercando, studiando e calcolando il proprio target.

:)
Hai detto in italiano ciò che avevo espresso male io. La penso allo stesso modo. Penso anche che il Molise non stia sfruttando a dovere l'inattesa pubblicità ricevuta dai media nazionali e internazionali.
Credo che la Regione Molise sia ancora lontana dal concetto di programmazione. L'unica cosa piacevole che noto è un cambio di mentalità da parte delle nuove generazioni. Stanno tirando fuori idee interessanti, senza chiedere l'elemosina ai potenti di turno. Ma temo siano voci che gridano nel deserto (cit. Giovanni Battista)
 
WORLD NEWS
Organizza partita di calcio tra infetti e non infetti: denunciato
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È quanto stava per succedere a Pamplona, Spagna. Mentre nel Paese il numero di casi di contagi da coronavirus ha ripreso a salire in diverse zone, Barcellona compresa, un ragazzo ha organizzato una partita con due squadre così assortite
di F. Q. | 19 LUGLIO 2020

Sani vs Infetti. Sembra la trama di un ‘filmaccio’ horror di serie B e invece è quanto stava per succedere a Pamplona, Spagna. Mentre nel Paese il numero di casi di contagi da coronavirus ha ripreso a salire in diverse zone, Barcellona compresa, un ragazzo ha organizzato una partita con due squadre così assortite. Positivi al coronavirus contro negativi. Evidentemente non si è nemmeno reso conto del rischio, tanto da pubblicizzare l’evento sui social. È così che le autorità hanno potuto rintracciare il promoter e organizzatore, un 23enne, e fermare tutto. Secondo il quotidiano ‘AS‘, l’incontro si sarebbe tenuto il 20 luglio a Mendillori, che tra l’altro è uno dei quartieri di Pamplona dove il numero di casi di coronavirus è stato più alto. Lo scopo presunto del match, a dimostrazione che al grottesco non c’è fine, era la beneficenza: aiutare le persone colpite da covid-19. Senza minimamente considerare che qualsiasi partita amatoriale è un potenziale e pericoloso focolaio. Figuriamoci con una squadra di infetti. L’organizzatore è stato denunciato ed ha ricevuto una multa di 3000 euro.

https://www.ilfattoquotidiano.it/20...tra-infetti-e-non-infetti-denunciato/5873260/
Mi è scappata una risata, lo ammetto. In realtà questi sono proprio deficienti. Tipo lui: https://www.ansa.it/sito/videogalle...rty_db8683f9-7fe4-4ec3-a259-708107c76384.html
 
Turismo, arriva la concorrenza made in Italy ad Airbnb
La nuova iniziativa dell'associazione Property Management: in offerta oltre 2000 ville, case e appartamenti, con prezzi ribassati in media del 20% e una polizza medica che garantisce assistenza 24 ore su 24. In Toscana è già boom: sulla costa è raddoppiato rispetto all'anno scorso il fatturato del turismo residenziale ed extralberghiero

di ROSARIA AMATO

21 Luglio 2020

ROMA - In vacanza sì, ma con prudenza, e con un occhio ai costi. E' l'estate giusta per lanciare un progetto che Property Managers Italia coltiva da tempo: "Un casa per gli italiani", il primo passo verso un Airbnb tutto Made in Italy che metta a disposizione delle famiglie in vacanza non solo i grandi centri, ma anche e soprattuttto i piccoli borghi, "gli angoli più affascinanti ma a volte poco conosciuti del Bel Paese". Sul sito www.rentinitaly.it è possibile trovare 1700 appartamenti e 520 ville, con prezzi ribassati di almeno il 20% rispetto alle medie del mercato e una copertura assicurativa su misura, pensata per questo periodo di pandemia.

Si tratta della polizza "Un Medico in Valigia", frutto di un accordo raggiunto da Property Managers Italia con Europ Assistance Italia (Gruppo Generali). “In risposta alla situazione di emergenza sanitaria abbiamo pensato a prestazioni di assistenza per tutelare sia gli ospiti sia i gestori di case vacanze: durante il soggiorno saranno garantite consulenza e assistenza mediche 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, il trasporto in una struttura sanitaria idonea e il rientro presso la propria abitazione in caso di malattia o infortunio", spiega il presidente di PMI, Stefano Bettanin.


Che questo sia l'anno giusto per lanciare un progetto di turismo residenziale tutto italiano si vede anche dai primi dati: la paura del contagio ha fatto aumentare le richieste di appartamenti e case vacanze, ci sono aree del Paese, come la Toscana, secondo le stime della stessa PMI, dove addirittura le prenotazioni sono raddoppiate rispetto allo scorso anno nelle aree costiere, nonostante la partenza sia stata poco incoraggiante, con un mese di giugno che ha registrato perdite del 50%. Un turismo molto diverso, italiano per il 95%: "Gli stranieri arriveranno a settembre", spiegano gli operatori del settore.

L'offerta di Property Managers Italia per il momento è limitata ad alcune tra le principali Regioni italiane, con l'intenzione però di allargarsi presto a tutte le altre: "Siamo in Liguria soprattutto nelle principali località marittime, a cominciare dalle Cinque Terre - dice Bettanin - in Veneto nelle principali città d’arte, a breve arriveremo anche a Verona e sul Lago di Garda. Siamo già molto presenti in Lombardia, a Milano e Bergamo ma anche nella parte montana e dei laghi, Abbiamo moltissimi associati in Toscana e Umbria, ma siamo anche nel Mezzogiorno, soprattutto in Puglia e in Sicilia, in particolre tra Palermo e Cefalù e tra Catania e Taormina. A breve contiamo di ampliare l'offerta in Campania, soprattutto in Costiera, nelle Marche, in Val d'Aosta, Trentino e Friuli".

Property Managers contesta la decisione del governo di non applicare il bonus vacanze al turismo residenziale, però garantisce che lo sconto offerto rispetto alle tariffe dei grandi portali come Booking e Airbnb sarà effettivo, almeno del 20 per cento: "Ci siamo rimboccati le maniche per offrire comunque prezzi molto calmierati, permettendo così da un lato alle famiglie italiane la possibilità di fare una vacanza dopo i mesi di lockdown, dall'altro aiutando i property managers, che si trovano in grosse difficoltà, facendo ripartire il turismo extra alberghiero”.

repubblica.it
 
Catalfo, sbloccato bonus 600 euro ai lavoratori del turismo
La ministra del lavoro annuncia il via libera della Corte dei conti al bonus per i stagionali che erano stati esclusi

25 Luglio 2020

Via libera al bonus di 600 euro anche per i lavoratori del turismo che erano stati esclusi. Lo annuncia la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo con un post su Facebook: “La Corte dei Conti ha dato il via libera al decreto che estende la possibilità di accedere al bonus da 600 euro anche ai lavoratori del turismo che erano rimasti esclusi dal beneficio perché assunti a tempo determinato nonostante lavorassero a tutti gli effetti come stagionali”

Ok al bonus per gli stagionali del turismo in difficoltà
In un video in cui aggiorna i propri follower sull’agenda del ministero del Lavoro, Nunzia Catalfo comunica l’obiettivo raggiunto, rivolgendosi direttamente ai lavoratori stagionali del settore del turismo: “Il decreto che ho firmato nelle scorse settimane e che estende queste misure anche a voi ha ricevuto il via libera dalla Corte dei conti. In questo periodo ho letto con attenzione i vostri messaggi e le vostre lettere consapevole del fatto che il vostro settore è il più duramente colpito dagli effetti della pandemia, per questo, come ho espresso anche ai rappresentanti della categoria che ho ricevuto al ministero, mi sono impegnata a mettere insieme le risorse necessarie per fornirvi un sostegno in questa fase delicata.”

La promessa sul bonus 600 euro
“Adesso il decreto è stato pubblicato perciò ho chiesto all’Inps di agire nel modo più rapido possibile affinché vengano avviate le procedure per la richiesta del bonus e la sua erogazione” è la garanzia data dalla ministra del Lavoro.

quifinanza.it
 
Ahahahahahahahah......:D:D:D:D:D:D:D:D:D:D:D:D Siamo solo italioti.....

Toscana, consiglieri rimborsati fino a 1.600 euro durante il lockdown (senza spostarsi da casa)
La denuncia del M5S: circa 80 mila euro pagati in tutto agli eletti per gli spostamenti da casa alla sede istituzionale. La proposta di sospendere l’indennità è caduta nel vuoto
di Claudio Bozza

Per 85 giorni di lockdown, con il Consiglio regionale chiuso a causa del Covid-19, i consiglieri della Toscana hanno continuato a percepire l’indennità che comprende il rimborso delle spese per spostarsi dalla propria residenza alla sede istituzionale.
Si tratta di una cifra variabile, che, a seconda dei chilometri percorsi, arriva fino a 1.600 euro mensili. Chiusi in casa come milioni di italiani, con riunioni in video via computer, ma rimborsati come se niente fosse. Da sinistra a destra. Il caso, svelato da IlFatto, vede in prima linea la denuncia delM5S, in corsa autonoma con la candidata governatrice Irene Galletti alle Regionali del prossimo 20 e 21 settembre contro il candidato del centrosinistra Eugenio Giani (oggi presidente proprio del Consiglio regionale toscano) e quella del centrodestra Susanna Ceccardi. Secondo una prima stima, il totale delle indennità pagate durante gli 85 giorni di chiusura del Consiglio regionale sarebbe di circa 80 mila euro, da suddividere tra i 40 eletti
.....................................................................
(continua su https://www.corriere.it/politica/20...sa-810ff52a-cf0c-11ea-ad37-c8c15ec5de19.shtml )
 
Turista danneggia una statua di Canova per un selfie
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L'uomo si è seduto sulla "Paolina Borghese" e le ha spezzato le dita del piede. La denuncia di Vittorio Sgarbi

01 agosto 2020

Si è seduto su una statua di Antonio Canova per farsi un selfie e l'ha danneggiata. Il fatto, denunciato da Vittorio Sgarbi, è accaduto al museo Canova di Possagno, in provincia di Treviso, venerdì 31 luglio.
Protagonista un turista austriaco che si è messo in posa sulla "Paolina Borghese" e le ha spezzato le dita del piede. L'uomo si è dato alla fuga ma sarebbe stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza, anche se per ora non è stato rintracciato.
"Dopo la riapertura dei musei, e tra questi il Museo Gypsotheca di Possagno - racconta Sgarbi, presidente della Fondazione Antonio Canova - si registra un episodio clamoroso, che non viene da visitatori italiani, né da extracomunitari, ma da un incosciente turista austriaco che ha ritenuto di mettersi in posa per una foto di opportunità sedendosi sulla Paolina Borghese, spezzandole le dita del piede"
"Chiedo chiarezza e rigore - prosegue - alle forze dell'ordine e alla magistratura, individuando con gli strumenti di sicurezza il vandalo incosciente, e non consentendogli di rimanere impunito e di rientrare in patria. Lo sfregio a Canova è inaccettabile".La storia della statua
Il modello originale in gesso di Paolina è custodito nel museo di Possagno dal 1829. Ve lo trasportò il fratello di Canova, monsignor Gianbattista Sartori, quando decise di vendere lo studio romano del fratello morto pochi anni prima. Il bombardamento del Natale del 1917, durante la battaglia del monte Grappa, danneggiò gravemente la statua che rimase senza testa e con alcune parti del drappo, della mano e dei piedi lesionate. Soltanto nel 2004 Fondazione Canova di Possagno con la partecipazione di Industrie Cotto Possagno realizzò un restauro integrativo delle parti mancanti.La proposta di legge a firma Meloni
Contro chi danneggia opere d'arte alla Camera è stata presentata una proposta di legge, prima firmataria la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, che prevede fino a un massimo di otto anni di reclusione e multe fino a 100mila euro.

Se questa normativa fosse già in vigore, il "vandalo incosciente", come lo definisce Sgarbi, potrebbe rischiare fino a cinque anni di carcere e una multa di 30mila euro. Se, poi, il danneggiamento all'opera d'arte è irreversibile, gli anni di detenzione potrebbero aumentare fino a un massimo di otto.

repubblica.it
 
I 'furbetti' piazzano gli ombrelloni di sera per 'prenotarsi' il posto sulla spiaggia libera: la Capitaneria li sequestra tutti
I 'furbetti' piazzano gli ombrelloni di sera per 'prenotarsi' il posto sulla spiaggia libera: la Capitaneria li sequestra tutti
Succede a Rosignano Marittimo, Livorno. I militari avvertono: "Attività proseguirà", tutta la costa coinvolta

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Redazione
03 agosto 2020 10:37

I 'furbetti' piazzano gli ombrelloni di sera per 'prenotarsi' il posto sulla spiaggia libera: la Capitaneria li sequestra tutti

I 'furbetti' piazzano gli ombrelloni di sera sulla spiaggia libera per garantirsi un 'posto al sole' la mattina successiva, ma la Capitaneria di porto se li porta tutti via.

Succede a Rosignano Marittimo, Livorno, sulla spiaggia in località La Mazzanta, ma vale e varrà per le spiagge libere di tutta la costa toscana.

Ieri, domenica 2 agosto, il 'monito': i militari degli uffici marittimi di Vada e Castiglioncello, sotto il diretto coordinamento della Capitaneria labronica, hanno "sgomberato un tratto di spiaggia libera, illecitamente occupata da ignoti con attrezzature da spiaggia di vario genere come ombrelloni, sdraio, lettini e tende" spiegano gli stessi militari in una nota.

Il 'blitz' ha restituito alla collettività un tratto di arenile di 600 metri quadrati sul quale alcuni vacanzieri, "con l’intento di assicurarsi spazi più prossimi alla battigia, posizionano già dalla sera precedente le citate attrezzature balneari a scapito di chi correttamente li rimuove al termine della giornata" prosegue la nota diramata dalla Capitaneria.

Infatti, il regolamento per la gestione del demanio marittimo del Comune di Rosignano Marittimo prevede il divieto, dalle ore 20 alle ore 8, di lasciare nelle aree libere, ombrelloni, sedie a sdraio, tende e altre attrezzature destinate all’attività balneare.

"La tutela del pubblico demanio marittimo si colloca tra gli obiettivi principali della Guardia Costiera e per tale motivo simili attività proseguiranno anche nei prossimi giorni, con l’intento di tutelare tutti coloro che agiscono nel pieno rispetto delle regole" conclude la Capitaneria.

https://www.firenzetoday.it/cronaca/mare-spiaggia-libera-ombrelloni-capitaneria-sequestro.html
 
La galera di un espatriato svizzero ai tempi del coronavirus
Alcuni svizzeri residenti all'estero sono stati condannati con multe salate e persino con pene detentive per non aver rispettato le misure di confinamento nel loro Paese d'accoglienza. La disavventura di un vallesano che vive in Thailandia.

Questo contenuto è stato pubblicato il 07 agosto 2020 - 11:4507 agosto 2020 - 11:45
Olivier Grivat
Altre lingue: 2
"Mi chiamo Florian Urfer e vivo con mia moglie thailandese sull'isola di Koh Chang da dieci anni. Sono registrato presso l'ambasciata svizzera a Bangkok in quanto espatriato", scriveva nel mese di marzo questo quarantenne vallesano, rivolgendosi ai servizi consolari elvetici. "Dobbiamo far fronte a un serio problema con la giustizia thailandese. Rischiamo due mesi di prigione, mia moglie ed io, per non aver rispettato il coprifuoco".

In che modo la coppia Urfer si è ritrovata in questa situazione in un Paese di 70 milioni di abitanti che ha registrato soltanto 128 casi positivi di coronavirus, di cui 58 fatali?


"Rischiamo due mesi di prigione, mia moglie ed io, per non aver rispettato il coprifuoco".
Florian Urfer, svizzero in Thailandia
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"Ci hanno fermati davanti a casa nostra alle 22:20, mentre eravamo seduti sulla soglia della porta a mangiare una zuppa thailandese dopo una giornata di lavoro. La polizia turistica è passata dalle nostre parti. Siamo stati incarcerati per una notte e abbiamo dovuto pagare una cauzione di 80'000 baht (circa 2'660 franchi, ovvero un salario medio annuale) per essere liberati a titolo provvisorio", racconta l'ex giocatore della squadra nazionale di pallavolo. "Il 12 maggio ci dobbiamo presentare alla Corte di giustizia della provincia di Trat per espiare una pena di due mesi di prigione, ma la sentenza è stata sospesa in seguito al nostro ricorso".

Dopo aver creato l'associazione svizzera Sportbuddies e un campus sportivo a Koh Chang messo gratuitamente a disposizione della popolazione locale, Florian Urfer è in attesa di una decisione da parte della giustizia. Lo stesso vale per sua moglie thailandese, che possiede un negozio di oggetti manifatturati su quest'isola dalle acque limpide e presa d'assalto dai turisti.

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Florian Urfer e sua moglie rischiano due mesi di prigione per non aver rispettato il coprifuoco decretato dal governo thailandese. DR
Nell'attesa, i loro passaporti svizzeri sono stati confiscati dai giudici della provincia situata a tre ore di auto da Bangkok. Di recente, la coppia ha scoperto che la decisione potrebbe richiedere da sei a otto mesi. "Personalmente, la prigione non mi fa paura, ma mia moglie non la sopporterà", teme Florian, che parla anche il thailandese.

Consolato svizzero desolato
"Sono desolato per le difficoltà incontrate con le autorità locali", gli ha risposto Pierre Chabloz, console generale a Bangkok, suggerendo a Florian Urfer di contattare uno studio di avvocati raccomandati dall'ambasciata, "senza garanzia di successo".


"Dovete conformarvi rigorosamente alle istruzioni delle autorità. Ogni violazione è severamente punita".
Ambasciata di Svizzera in Thailandia
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Per limitare la propagazione del coronavirus, il governo thailandese ha dichiarato lo stato d'emergenza il 26 marzo e un coprifuoco nazionale dal 3 aprile, ogni notte dalle 22 alle 4 del mattino. A livello locale, numerose province hanno deciso delle restrizioni di passaggio attraverso le frontiere, l'obbligo di portare una mascherina all'esterno e la chiusura di molti negozi e hotel.

"Dovete conformarvi rigorosamente alle istruzioni delle autorità. Ogni violazione è severamente punita. Siamo tutti degli invitati in Thailandia. Vi raccomandiamo di seguire sempre le istruzioni. Informatevi sulle istruzioni del governo e dei media locali concernenti le misure che cambiano regolarmente", avverte l'ambasciata svizzera.

La Svizzera non interferisce
Oltre 40'000 persone sono state arrestate in Thailandia per aver violato le regole di confinamento. Quanti svizzeri?

Il Dipartimento federale degli affari esteri non dispone di statistiche, ma è a conoscenza di "un certo numero di casi". La Svizzera, precisa, "non può interferire in un procedimento giudiziario in corso in uno Stato terzo. La protezione consolare subentra soltanto nel momento in cui la persona interessata ha fatto tutto ciò che si poteva ragionevolmente attendersi per uscire da una situazione di difficoltà organizzandosi e procurandosi i mezzi finanziari necessari. Nessuno può rivendicare un diritto alle prestazioni di aiuto della Confederazione".

Alcuni svizzeri residenti all'estero sono stati condannati con multe salate e persino con pene detentive per non aver rispettato le misure di confinamento nel loro Paese d'accoglienza. La disavventura di un vallesano che vive in Thailandia.
 
Ultima modifica da un moderatore:
La Thailandia monitora gli sviluppi del vaccino russo contro il coronavirus

La Thailandia osserverà attentamente il lancio del vaccino russo contro il coronavirus prima di decidere se raccomandarlo ai suoi cittadini, ha detto venerdì il capo dell'Istituto nazionale dei vaccini.
"Lo stiamo tenendo d'occhio", ha affermato Nakorn Premsri al quotidiano 'Khao Sod'.
Il funzionario ha aggiunto che i ricercatori thailandesi erano preoccupati che il vaccino russo, Sputnik V, non avesse superato tutti i test prima che fosse approvato dalle autorità e sostenuto dal presidente Vladimir Putin.
Sono necessarie maggiori informazioni affinché l'istituto raccomandi al governo di acquistarlo, ha detto. Fino ad ora, tutti i dati a riguardo sono giunti dai media.
Secondo quanto riferito, la Thailandia sta facendo ricerca su cinque vaccini candidati. Quello in stato più avanzato, un vaccino a RNA messaggero, sarà testata sugli esseri umani a ottobre.
L'11 agosto, la Russia ha registrato il primo vaccino contro il coronavirus al mondo, Sputnik V. Mentre molti paesi hanno invitato alla cautela per il fatto che il vaccino non ha ancora terminato l'ultima delle tre fasi di sperimentazione prescritte dall'OMS, il Ministero della Salute russo ha dichiarato che lo Sputnik V è stato sottoposto a tutti i controlli necessari dimostrandosi in grado di costruire l'immunità contro il virus.

https://it.sputniknews.com/scienza-...uppi-del-vaccino-russo-contro-il-coronavirus/
 
Coronavirus, dopo la Russia arriva il primo vaccino dalla Cina
Le autorità cinesi hanno concesso il primo brevetto a un candidato vaccino Covid-19 sviluppato a livello nazionale. Si tratta di un vaccino sviluppato dall'azienda CanSino

17 Agosto 2020

Le autorità cinesi hanno concesso il primo brevetto a un candidato vaccino Covid-19 sviluppato a livello nazionale, che, secondo gli esperti, rafforzerebbe la fiducia del mercato internazionale nei vaccini Covid sviluppati in Cina, in mezzo alle accuse degli Stati Uniti relative a presunti hacker cinesi che cercherebbero di rubare loro nuovi dati sul Coronavirus sui trattamenti e sulla prevenzione.

Il vaccino Covid Ad5-nCoV di CanSino
Il vaccino Ad5-nCoV è co-sviluppato dalla società biofarmaceutica cinese CanSino Biologics Inc e dall’Accademia di Scienze Mediche Militari cinese. CanSino probabilmente sta anche facendo domanda per un brevetto con autorità straniere per proteggere la sua proprietà intellettuale. CanSino ha richiesto un brevetto alla National Intellectual Property Administration il 18 marzo, tre giorni dopo aver avviato i test clinici di fase 1 sul candidato e ricevuto l’approvazione l’11 agosto.

I risultati degli studi di fase 1 e 2 sono stati rivelati a partire dal 20 luglio, mostrando un “buon profilo di sicurezza e alti livelli di risposte immunitarie umorali e cellulari”. La sperimentazione della fase 3 sul vaccino che sarà condotta all’estero sta procedendo senza intoppi, ha osservato la società.

In Borsa, il titolo di CanSino ha immediatamente spiccato il volo: nella mattinata di lunedì 17 agosto ha guadagnato il 14% a Hong Kong, mentre a Shanghai segnava un rialzo del 6,6%. CanSino ha firmato accordi con il Messico per condurre studi clinici in fase avanzata per i vaccini Covid-19. Anche funzionari sanitari dell’Arabia Saudita hanno annunciato il 9 agosto di collaborare con gli studi clinici di fase 3 sul vaccino, reclutando circa 5mila partecipanti. Colloqui per l’avvio di uno studio di fase 3 anche con Russia, Brasile e Cile.

Nazionalismo vaccinale o cooperazione?
Per quanto il rischio di “nazionalismo vaccinale” sia assolutamente reale, le autorità cinesi spiegano che tutti e cinque i tipi di vaccini sviluppati in Cina per prevenire il Coronavirus sono stati creati nell’ambito della cooperazione internazionale con un elenco di Paesi tra cui Emirati Arabi Uniti, Brasile, Regno Unito, Stati Uniti e Germania.

“La sequenza genetica dei virus è molto cruciale nello sviluppo dei vaccini, e talvolta può essere persino considerata un diritto di proprietà intellettuale”, ha detto Yang Zhanqiu, vicedirettore del dipartimento di biologia dei patogeni dell’Università di Wuhan. “La condivisione e l’apertura delle sequenze geniche riflette la volontà e la fiducia della Cina di lavorare con gli altri contro il virus”.

La Russia di Putin è arrivata prima al vaccino, anche se sono moltissime le critiche e i dubbi a riguardo. Ma Cina e Russia avrebbero pianificato di collaborare alle sperimentazioni cliniche del vaccino, secondo quanto riferito da uno dei più importanti esperti cinesi in materia, Zhong Nanshan. Gli esperti hanno affermato che la mossa fa parte della promessa della Cina di lanciarsi nella lotta globale contro il virus, aggiungendo che Cina e Russia hanno una base chiara per la cooperazione sui vaccini nella condivisione delle risorse e nella produzione di massa.

Russia, Usa e gli altri
Cina e Russia possono scambiare dati e tecniche sulla ricerca e sviluppo sui vaccini, dato che la seconda dose del primo vaccino Covid-19 al mondo recentemente approvato dalla Russia avrebbe un meccanismo quasi identico a quello cinese. La Cina potrebbe anche essere in grado di aiutare la Russia con la produzione di massa per la sua seconda dose di vaccino, se necessario, considerando che la Cina ha una capacità relativamente ampia per la produzione di massa.

Anche con gli Stati Uniti ci sarebbero rapporti in corso. Peter Hotez, professore e preside della National School of Tropical Medicine del Baylor College of Medicine (BCM) a Houston, in Texas, ha detto che il suo gruppo sta lavorando con il Virology Center della Fudan University di Shanghai, in Cina.

La collaborazione tra la società statunitense Inovio Pharmaceuticals, Inc. e Beijing Advaccine Biotechnology Co. è stata approvata a luglio per lavorare congiuntamente sul progresso del vaccino INO-4800 contro il Coronavirus e sono in corso studi clinici in fase avanzata. Questo è il primo vaccino Covid-19 al mondo a essere testato contemporaneamente negli Stati Uniti e in Cina.

Intanto sul fronte europeo, dove Bruxelles ha acquistato 400 milioni di dosi del vaccino di Pomezia-Oxford sviluppato da AstraZeneca, la multinazionale farmaceutica britannica GlaxoSmithKline sta lavorando con la cinese Xiamen Innovex su un candidato vaccino contro il Coronavirus a base di proteine ricombinanti. Glaxo avrebbe in previsione di aumentare la produzione del candidato vaccino a un miliardo di dosi entro il 2021.

quifinanza.it
 
L'hotel icona di Sarajevo, sopravvissuto anche alla guerra, in ginocchio a causa del Covid L'Holiday Hotel di Sarajevo, aperto come Holiday Inn, sistemazione di lusso per le teste coronate di ogni parte del mondo, le star del cinema e le altre personalità accorse a assistere alle Olimpiadi invernali del 1984, meno di dieci anni dopo, divenne il 'ground zero' del sanguinoso assedio della città durante la guerra in Bosnia negli anni '90. Il reportage fotografico di Associated Press.


L'Hotel Holiday, la "scatola gialla" nel centro di Sarajevo, ne ha passate di tutti i colori nei suoi 37 anni di vita ma sopratutto è diventato simbolo di sopravvivenza nel momento più drammatico della storia della capitale bosniaca. Ora l'iconico edificio è di nuovo in pericolo a causa della pandemia di coronavirus che, come in gran parte del mondo occidentale, ha decimato i turisti. La Bosnia, come il resto dei Balcani, è stata colpita duramente dal virus. I casi sono in aumento in Bosnia da metà maggio, quando è stato revocato il blocco e molte persone hanno iniziato a non rispettare le regole di distanziamento sociale e a non portare le maschere. Il Paese, che conta 3,5 milioni e mezzo di abitanti, ha registrato quasi 10.500 casi e 294 decessi, molti dei quali dopo l'allentamento delle restrizioni. Nel bel mezzo della pandemia, senza turisti o viaggiatori d'affari che visitano la capitale, le stanze dell'hotel sono praticamente tutte vuote. Aperto originariamente come parte della catena alberghiera degli Holiday Inn, fu la sistemazione preferita da teste coronate, stelle del cinema e le altre personalità accorse a assistere alle Olimpiadi invernali del 1984. Meno di dieci anni dopo, divenne il 'ground zero' del sanguinoso assedio di Sarajevo negli anni Novanta, pericoloso rifugio per giornalisti stranieri arrivati in Bosnia per coprire il conflitto. "L'albergo ha lavorato tutto il tempo durante la guerra", spiega il manager del'albergo Zahid Bukva, impiegato nell'hotel fin dalla sua apertura nel 1983: "Ci sono stati così tanti bombardamenti e cecchini puntati sul nostro hotel. Fu devastante, non c'era una sola finestra rimasta intatta. Ma anche allora abbiamo combattuto e fornito il nostro servizio ai giornalisti stranieri". L'albergo, edificio controverso fin dall'inizio per il suo colore acceso e la struttura simile a una costruzione fatta con il Lego, era preso di mira dai serbi posizionati sulle colline intorno alla capitale durante i tre anni di un assedio che fece migliaia di morti e di feriti. Poco prima dell'inizio della guerra nel 1992, l'ex leader serbo-bosniaco Radovan Karadzic - ora condannato per crimini di guerra - usava l'hotel come quartier generale, circondato da uomini armati che indossavano maschere per nascondere la propria identità. E proprio dalle finestre di questo hotel pare che le forze di sicurezza serba spararono sui manifestanti nell'aprile del 1992 innescando così la guerra civile che avrebbe lasciato sul terreno più di 100 mila morti e milioni di profughi. Mentre i giornalisti si precipitavano a Sarajevo per seguire gli sviluppi del conflitto, l'Holiday Inn divenne il posto dove andare. Alla fine di ogni giornata è qui, nel ristorante al piano terra, che i reporter si scambiavano le loro storie e le esperienze dalla prima linea. "L'hotel divenne per un certo periodo la prima linea", racconta ad AP Kenneth Morrison, professore di storia alla De Montfort University di Leicester, Inghilterra, che sull'Holiday Hotel ha scritto un libro: "Fu usato esclusivamente da giornalisti, operatori umanitari e alcuni diplomatici. Il coraggio e l'intraprendenza del personale in quei tempi difficili è di per sé una storia incredibile". "Ha solo 37 anni, ma per molti versi le sfide che sta affrontando ora sono molto più significative", dice Morrison riferendosi alla pandemia, "Si può solo sperare che questo edificio, che è sopravvissuto a tanto, possa sopravvivere anche a quest'ultima crisi." Il direttore dell'hotel Hajro Rovcanin è ottimista: "L'hotel è sopravvissuto a molte cose, e penso che supereremo anche la crisi della coronavirus."

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Liguria: lo scontrino al giornalista del WSJ diventa virale
Un giornalista del Wall Street Journal ha postato sui social lo scontrino di un ristorante ligure. Il motivo? Uno sconto di 50 centesimi su 295,50 euro
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Cinquanta centesimi di sconto su un totale di 295,50 euro. È diventato virale lo scontrino pubblicato da Eric Sylvers, corrispondente in Italia del Wall Street Journal, dopo aver pagato il conto in un ristorante della Liguria.



Un giornalista del Wall Street Journal ha postato sui social lo scontrino di un ristorante ligure. Il motivo? Uno sconto di 50 centesimi su 295,50 euro
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Cinquanta centesimi di sconto su un totale di 295,50 euro. È diventato virale lo scontrino pubblicato da Eric Sylvers, corrispondente in Italia del Wall Street Journal, dopo aver pagato il conto in un ristorante della Liguria.


“Welcome to Liguria! Wonderfully generous discount at Ligurian restaurant. Italy”. Tradotto: “Benvenuti in Liguria! Uno sconto particolarmente generoso da parte di un ristorante ligure”. Questa la didascalia che accompagna la foto dell’importo da pagare, pubblicata dal giornalista sul suo account Twitter.
Il tweet, volutamente ironico, di Eric Sylvers ha superato in poche ore i 4 mila like.
La cifra, con sconto annesso, è stata riportata sul retro del foglio di una comanda. Un dettaglio che non è sfuggito a qualche utente, che ha perciò domandato al corrispondente del popolare quotidiano americano se avesse ricevuto una regolare ricevuta fiscale.
La risposta del giornalista sui social non si è fatta attendere: “L’abbiamo richiesta solo dopo – ha commentato Sylvers su Twitter – Credo che quei 50 centesimi erano il loro modo di dire, ‘la nostra donazione a te se non chiedi la ricevuta’”.
Non sono mancate battute e commenti ironici legati agli stereotipi sull’accoglienza ligure. “Ahahah hai scoperto come la Liguria si comporta con i turisti!”, ha infierito un utente, al quale il giornalista americano ha prontamente risposto: “Sì, da turista hai spesso la sensazione che la tua presenza non è proprio gradita”.
“È un fake evidentissimo, in Liguria avrebbero arrotondato a 300”, ha ribadito, ironico, un altro follower.
Tuttavia, diversi utenti hanno spezzato una lancia a favore dell’Italia e della Liguria, celebrata anche da Forbes. “Al Paese tuo – ha sottolineato una ragazza, rivolgendosi al corrispondente del Wall Street Journal -– nello scontrino non ti fanno manco scegliere se dare la mancia al cameriere, ti fanno scegliere quanta dargliene, e molto spesso è una maggiorazione del 20% del conto. Altro che sconto”.
Nel suo post, il giornalista non ha mai menzionato il nome del ristorante ligure finito nell’occhio del ciclone social per uno sconto di soli 50 centesimi su un importo di ben 295,50 euro.
Eppure, proprio questa estate la Liguria si è distinta per l’esempio virtuoso del comune di Ospedaletti, dove alcuni commercianti hanno coniato il Pignurin, una moneta contro la crisi post Coronavirus.
Tra le iniziative dell’estate 2020, è spiccato anche il modello di spiaggia libera in stile “Temptation Island” proposto da Genova.

initalia.it
 
03 settembre 2020
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Sente troppo caldo sull'aereo: donna apre lo sportello d'emergenza e cammina sull'ala
Sentiva troppo caldo a bordo e non vedeva l'ora di scendere. Così, appena il volo Ukraine International Airlines dalla Turchia è atterrato a Kiev Boryspil, una donna ha aperto l'uscita di emergenza ed è saltata sull'ala per fare una passeggiata all'aria aperta. Dopo essersi rinfrescata, è tornata a bordo del Boeing 737, aspettando che la facessero sbarcare. La surreale scena è stata catturata in un video diventato subito virale. L'aeroporto internazionale Boryspil di Kiev ha confermato l'incidente, mentre Ukraine International Airlines ha affermato che "la passeggera è stata inserita nella lista nera per grave violazione delle regole di sicurezza aerea e del comportamento a bordo". Secondo il tabloid britannico The Sun, la compagnia aerea ha anche chiesto che la donna paghi una multa elevata. L'autrice dell'assurdo gesto - sottoposta anche a esame tossicologico che ha dato esito negativo - non è stata in grado di fornire una spiegazione per le sue azioni, oltre a dichiarare - per l'appunto - di aver sentito troppo caldo all'interno dell'aereo.

https://video.repubblica.it/mondo/s...66997?ref=RHPPTP-BS-I257387636-C12-P5-S2.3-T1
 
Impossibile spendere i voucher: Blue Air segnalata ad Antitrust
Federconsumatori denuncia il possibile comportamento scorretto della compagnia aerea romena che, oltretutto, risulta irraggiungibile al telefono

di FEDERICO FORMICA

02 Settembre 2020

Nuovi disservizi per i clienti delle compagnie aeree. Stavolta tocca a quelli di Blue Air, vettore romeno che in Italia ha il suo hub nello scalo di Torino Caselle ma è attivo anche su diversi altri aeroporti, con collegamenti interni o per la Romania.

L’associazione Federconsumatori infatti ha inviato una segnalazione ad Antitrust perché tuteli i diritti dei passeggeri. Secondo le segnalazioni arrivate a Federconsumatori, infatti, Blue Air non consente di spendere il voucher maturato a causa dei voli cancellati durante il lockdown. “La procedura di prenotazione di un biglietto sul sito web della compagnia non prevede, in alcun passaggio, la possibilità di inserire il codice del voucher ricevuto né alcuna casella dedicata” spiega l’associazione.


In teoria il buono o i buoni dovrebbero essere caricati sul “Blue Air Wallet”, un portafoglio virtuale dal quale attingere via via che si vuole prenotare un nuovo volo, “ma gli utenti coinvolti hanno riferito di aver effettuato l’accesso al proprio account senza riscontrare alcun accredito”.

Quindi non solo i clienti si sono visti rifilare un voucher anziché il rimborso come previsto dalle normative europee; ora anche il voucher sembra essersi volatilizzato. Una delle ragioni che potrebbero spiegare questo problema è che, a inizio estate, Blue Air ha cambiato il proprio sistema di prenotazioni.
La stessa compagnia aerea spiegache “durante le prime fasi di implementazione del nuovo sistema, i voucher potranno essere usati solo contattando il call center”. Ma il nuovo sistema di prenotazione è online dal 10 giugno, quasi tre mesi fa: si può ancora parlare di “prime fasi”?

In realtà neanche la telefonata al call center è risolutiva. Ancora Federconsumatori denuncia come i clienti abbiano “vanamente” tentato di contattare il servizio clienti, “ma il numero telefonico dedicato all’assistenza risulta non raggiungibile” e “fallimentare” si è rivelato qualsiasi scambio di comunicazioni via email.

Anche in questo caso Blue Air mette le mani avanti, spiegando che a causa dell’alto volume di richieste, i tempi sono “inevitabilmente più lunghi del solito, sia per telefono che per iscritto”, assicurando comunque che “ogni passeggero riceve una risposta al proprio quesito”.
Il problema delle lunghissime attese e dei call center irraggiungibili non è solo un problema di Blue Air, anzi riguarda la maggior parte delle compagnie aeree, che non sono riuscite ad adeguare il proprio servizio clienti al boom legato al Covid. E tra queste c’è anche Alitalia, subissata di proteste anche sulla propria pagina Facebook.
“Si tratta, è evidente, di una condotta che non solo infrange quanto previsto dalla normativa vigente in materia di rimborsi di titoli di viaggio cancellati a causa dell’emergenza sanitaria ma che configura una pratica commerciale scorretta e poco trasparente a danno degli utenti” dice ancora Federconsumatori riguardo a Blue Air. Ora la palla passa ad Antitrust.

repubblica.it
 
Lopalco, virologo politico: “Covid negato al Nord per interessi"
L'epidemiologo si candida con Emiliano per le regionali in Puglia e va all'attacco dei politici del Nord
Pier Luigi Lopalco, ex coordinatore della task force per l’emergenza Covid-19 in Puglia, epidemiologo apprezzato e conosciuto in questi mesi di epidemia, si candida alle elezioni regionali a fianco del governatore uscente del Pd Michele Emiliano e va all’attacco della politica.

Lopalco, l’epidemiologo candidato in Puglia: l’attacco ai politici del Nord
“Se noi abbiamo questa ripresa del Covid 19 è anche per effetto di una propaganda scriteriata di alcune forze politiche del nord che doveva dire che il virus non esiste e che quindi potevamo tornare a curarci nelle cliniche del nord perché sono sicure”, dice in un’intervista al Corriere.

Non solo i politici del Nord, Lopalco se la prende anche con il sistema dell’informazione che avrebbe diffuso false convinzioni sulla fine della pandemia.

“È una bugia – sostiene il ricercatore – che hanno provato a venderci nelle televisioni dicendo che il virus fosse clinicamente morto o si era indebolito: avevano bisogno di far ripartire un mercato che è importantissimo, il mercato della sanità”.

Lopalco, l’epidemiologo candidato in Puglia: “Favorito il mercato sanitario al Nord”
Una narrazione, per Lopalco, tesa quindi a favorire il business delle cliniche private, molto sostanzioso nelle regioni settentrionali: “Per alcune regioni del nord la sanità non è servizio sanitario, ma mercato sanitario. In Lombardia la sanità è una macchina da prestazione. Entri, ti curo e te ne vai velocemente perché… avanti un altro. In questo modo la Puglia, verso le regioni del nord, spende 250 milioni e 100 milioni sono per il privato”.

Già nei mesi scorsi Pier Luigi Lopalco si era reso protagonista di diverse polemiche tra le quali una contro il segretario dellaLega Matteo Salvini per le tesi sostenute dal senatore sui migranti portatori di coronavirus. Il centrodestra in Puglia di contro ha contestato al professore di confondere i ruoli per avere un proprio vantaggio politico. Accusa che l’epidemiologo ha respinto col fatto che da quando ha deciso di correre al fianco del governatore Emiliano collabora alla task force regionale a titolo gratuito.


VIRGILIO NOTIZIE
 
Vissani. "Conte ha preso in giro i ristoratori. Ora lo portiamo in tribunale"
La provocazione dello chef: "Dove sono i soldi della cassa integrazione? Sto pensando a una class action contro il governo. I nostri diritti sono stati calpestati"

07 settembre 2020

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"Io credo semplicemente che ci dobbiamo vergognare. Non mi riferisco certo al viceministro Castelli, che quando ci invitò a cambiare mestiere in realtà non voleva dire cattiverie. Mi riferisco a tutto il resto. Dobbiamo ricevere ancora i soldi della cassa integrazione. Avevo dipendenti che prendevano 1.200 euro al mese e si sono ritrovati con 400: una persona come fa a vivere così? Come lo paga il mutuo, l'affitto, le bollette? Capisco che in Italia non ci siano soldi, ma così è troppo. I soldi per aiutare certe grandi industrie trasferite all'estero li trovano sempre. E da noi certi colleghi che fanno? Si rifanno sui clienti, cercando di recuperare le perdite aumentando i prezzi. È proprio vero che l'individualismo non ha mai fine": a parlare è lo chef Gianfranco Vissani, in un'intervista a Libero.

Una stella Michelin, il cuoco 68enne noto anche per le sue tante presenze in tv ha affermato: "La verità è che Conte ha tagliato fuori l'imprenditoria. Per me sarebbe stato meglio fare un anno bianco. Tasse sospese almeno fino all'anno prossimo. Poi nell'inverno 2021 se ne sarebbe riparlato. Ma la verità è che così Conte ci ha presi un po' troppo in giro. E anche Rutte, quello dell'Olanda, paradiso fiscale. Ma che Europa è questa? Se l'Europa dev'essere unita, sia come gli Stati Uniti d'America: non solo unione economica, anche leggi uguali per tutti. Così non essendo, mi sento di dire che l'Unione europea, per come la conosciamo oggi, è un fallimento. Solo Draghi ci poteva salvare. Se fosse stato presidente del Consiglio, ci avrebbe aiutato non poco. Ora invece con l'associazione Ristoritalia, di cui sono presidente onorario, sto pensando a una class action contro il governo. I nostri diritti sono stati calpestati. I diritti elementari, quelli umani. I bonus, i 600 euro sono stati solo manovre dal sapore elettorale. Ora, a settembre e ottobre, si apre un buco: c'è gente che non sa come farà a sopravvivere. È di loro che mi preoccupo".

repubblica.it
 
Un castello antico giapponese. Per una notte da sogno
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Castello di Ozu. Foto Shoko Takayasu-Kita Management & Seki Co. Ltd

Quella di Ozu, è la prima struttura storica a essere trasformata in albergo. In realtà accade solo perché si tratta di una ricostruzione - fedelissima - dell'originale, la cui ultima versione è del Seicento. Proibitivo il prezzo, eppure c'è una lista di attesa di un anno

di MICOL PASSARIELLO

08 settembre 2020


È il primo castello in legno del paese a diventare hotel. In Giappone, nella prefettura di Ehime, il magnifico maniero di Ozu, con un’opera di delicato restyling, è stato portato agli splendori originali e trasformato in un’eccezionale dimora oggi aperta per la prima volta al pubblico.

Si tratta di una straordinaria testimonianza storica, perché è uno dei pochi castelli a graticcio rimasti in tutto il Sol Levante. Risalente al Trecento, il Castello inizialmente era solo una rudimentale rocca affacciata sul fiume Hiji, utile per sorvegliare la zona da eventuali attacchi nemici. Bisognerà aspettare il 1617 per vederla trasformata in maniero, quando Kato Sadayasu scelse Ozu per la sua residenza reale, mantenendo il controllo del posto, assieme ai suoi Samurai, per ben quasi due secoli e tredici generazioni. Una volta abbandonato, nell’Ottocento, il castello essendo in legno iniziò a deteriorarsi. Dopo la demolizione della struttura originale del maniero nel 1888, la città ha deciso di ricostruire questo simbolo perduto utilizzando proprio il legno. Dello storico maniero per fortuna le yagura, cioè le torri, costruite nel tardo periodo Edo, dichiarate nel 1957 bene storico nazionale, sono rimaste più o meno intatte: all’interno sono state arricchite da cimeli storici, pezzi d’antiquariato e immagini d’epoca, che ripercorrono l’incredibile storia.
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Foto Shoko Takayasu-Kita Management & Seki Co. Ltd



Ricostruita nel 2004, sulla base dei documenti storici della costruzione originale del quattordicesimo secolo, la struttura offre un’esperienza indietro nel tempo grazie a un percorso espositivo fatto di fotografie e modelli in legno, che porta alla scoperta di come si svolgeva la vita all’interno. Nel museo è conservata la testimonianza testuale e fotografica dei lavori di restauro, mentre dal piano più alto si gode la bella vista sulle campagne fiorite (in primavera questa destinazione è famosa per lo spettacolo della fioritura dei ciliegi) e sulla cittadina di Ozu, soprannominata la "piccola Kyoto" di Iyo. Un tempo centro politico nell'era Edo (1603-1868), fiorì durante i periodi Meiji (1868-1912) e Taisho (1912-1926) grazie alla produzione e al commercio di cera e seta. Ma, come molte altre cittadine rurali, ha vissuto un triste declino, e dagli anni Cinquanta la popolazione è diminuita drasticamente, passando sai 79mila abitanti ai 42mila di oggi.

Grazie al Castello, ora la cittadina sta provando a rilanciarsi, attirando turisti e visitatori per fargli scoprire la magia del posto. Fortezze imponenti come questa erano tipicamente costruite in Giappone come sontuose case per signori, a simbolo del loro status. E ora gli ospiti avranno la possibilità di vivere sontuosamente come loro, provando un’esperienza esclusiva fuori dal comune, a partire dal costo: per soggiornare in questa struttura e vivere come signori, si spende a coppia circa 8 mila euro a notte. Il prezzo è proporzionalmente più conveniente (anche se il costo assoluto del pernotto sale) se dai due ospiti si sale al massimo consentito di 12, ma rimane comunque fuori dalla portata dei più. Il benvenuto agli ospiti viene fatto seguendo l’antico cerimoniale giapponese, come si usava all'epoca Edo, che proietta subito nelle atmosfere di un tempo e permette di entrare nello spirito del luogo. Musica, danze e sbandieratori mostrano le antiche arti di cui si godeva a corte, tra spettacoli di spade e concerti di flauti di conchiglie. Si può assistere alle dimostrazioni di fucili con otturatore a miccia, indossando antiche armature.
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Oltre ai pernottamenti, i visitatori all'arrivo sono incoraggiati a indossare i kimono tradizionali da signori o i costumi da guerrieri Samurai, per girare tra gli ambienti, le sale e i giardini della struttura. Tra le esperienze da non perdere, c’è sicuramente l’originale cerimonia del tè, un lungo e accurato rito immerso in un lussureggiante giardino: nel parco sorgono diverse case del tè, eleganti padiglioni affacciati su uno dei punti più panoramici del posto, lungo il fiume Hiji. C’è anche un bel santuario da visitare e un tempio. A completare l’esperienza, vale la pena anche godersi una passeggiata per le strade del centro storico di Ozu, visitando le antiche case dei samurai.

Ma trovare posto non è semplice. Vista la straordinarietà del soggiorno, sono solo trenta gli ospiti ammessi all’anno, mai più di sei per volta. Per assicurarsi il soggiorno, c’è chi si prenota anche un anno prima.

repubblica.it
 
:eek::eek::eek:

Omofobia, coppia in viaggio di nozze denuncia resort: "Lo chef ci ha disegnato un pene sul piatto"
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Marco e Denis


Marco e Denis erano partiti dal Veneto per Fasano. "Se per caso dovesse scapparvi da ridere evidentemente è perché non avete mai sentito bruciare nel petto la rabbia nei confronti di chi vi deride"
ANNA PURICELLA

12 settembre 2020

Marco e Denis sono due uomini di Padova, che dopo la loro unione civile hanno deciso di festeggiare in Puglia l'inizio della loro vita insieme. E qui hanno avuto un'amara sorpresa: lo chef del resort Canne bianche a Fasano, dove soggiornavano, ha disegnato con la salsa la forma di un pene in un piatto destinato alla coppia.

"Ci siamo sentiti umiliati", dicono i due, la cui unione è stata celebrata dal deputato Alessandro Zan, relatore alla Camera del disegno di legge contro l'omofobia. "Pensavo di essere in un piccolo paradiso, ma, nonostante la cura dei dettagli, il personale è evidentemente poco selezionato e omofobo: siamo stati derisi dai camerieri, lo chef con la salsa ha scritto volgarità nei piatti e ridendo con i colleghi voleva farli portare a tavola". Viaggio di nozze rovinato, quindi, e la loro denuncia è arrivata fino a Mixed Lgbti, associazione di Bari che si occupa proprio di tematiche Lgbt e di genere.
"Se per caso dovesse scapparvi da ridere - scrivono in un post su Facebook - evidentemente è perché non avete mai sentito bruciare nel petto la rabbia nei confronti di chi vi deride per chi siete o per chi amate. Vedere un momento così romantico rovinato dall'ignoranza e dallo scherno altrui è davvero squallido e mortificante". Marco e Denis hanno ovviamente lasciato una recensione "non negativa, bensì pessima" al resort: "Ho 35 anni, mi sono unito civilmente con mio marito e non sono mai stato vittima di omofobia o bullismo - precisa Denis - Di certo non lascerò passare la cosa in sordina". E in effetti qualcosa è successo: il proprietario del resort e il figlio - racconta la coppia - hanno chiamato i due ospiti chiedendo scusa, e spiegando che "avevano momentaneamente sospeso lo chef per far sì che tutto ciò non potesse più capitare".
Ma nel pomeriggio del 12 settembre la versione è cambiata e il resort ha respinto tutte le accuse. "Il caso raccontato è completamente falso. Ci addolora fortemente non solo che le gravi false affermazioni arrechino un grave danno ad una struttura alberghiera che sfidando lo stato di grave crisi ha deciso ugualmente di aprire, per mantenere alta e di qualità la ricettività della nostra regione, oramai nota in tutto il mondo, ma che il falso motivo di immagine omofoba affermata si fondi proprio su quanto é totalmente opposto e contrario alla nostra mentalità ed alla nostra cultura". "Fate davvero sorridere", ha replicato Denis.

"Siamo esterrefatti da ciò che è accaduto", concludono Marco e Denis". Quello della coppia veneta è solo l'ultimo degli episodi di omofobia nell'estate 2020, capitati anche in Puglia: "Finché la politica non sarà in grado di innescare una rivoluzione culturale su questi temi non cambierà molto - aggiungono allora da Mixed Lgbti - abbiamo ragione a credere che faranno le stesse cose in altri luoghi di lavoro, o in altri ambiti della vita".

repubblica.it
 
“Covid creato in laboratorio cinese”. La denuncia che fa tremare Pechino
La dottoressa Li-Meng Yan denuncia il governo cinese, accusandolo di essere a conoscenza dell'origine dell'epidemia e di aver nascosto al mondo la minaccia.

14 Settembre 2020

Mentre l’Oms segnala un nuovo preoccupante record di contagi, il coronavirus Covid-19 torna al centro delle cronache per nuove rivelazioni sulle sue origini, che tornano a mettere sotto accusa Pechino ed il governo cinese. Questa volta non da fuori ma dal di dentro, con una denuncia circostanziata che preoccupa gli alti gradi della politica proprio perché proviene dal mondo della scienza.

A sollevare il polverone la dottoressa Li-Meng Yan, che ha lavorato alla Hong Kong School of Public Health e che indica senza mezzi termini il laboratorio di Wuhan come origine del virus. Da lei la denuncia al governo cinese, accusato di essere a conoscenza dell’origine dell’epidemia e di aver nascosto al mondo la minaccia.

Intervistata dal talk show britannico Loose Women sul canale Itv, da un luogo non specificato per ragioni di sicurezza, la scienziata ha annunciato in diretta che presto sarà in grado di pubblicare le prove della natura “sintetica” del virus, nato nei laboratori di Wuhan da dove poi è uscito scatenando la pandemia. “Tutti, anche chi non è uno scienziato e non ha conoscenze di biologia, sarà in grado di capirlo”, assicura.

La versione ufficiale del virus diffuso dai “wet market” di Wuhan, accusa, è “nient’altro che una cortina fumogena creata dal governo di Pechino per nascondere la vera origine del Covid”. Già a luglio, la dottoressa aveva accusato le autorità di essere a conoscenza del potenziale letale del virus fin da subito, ma di aver scelto di nasconderlo alla pubblica opinione e al mondo per timore di rivolte.

Sempre Secondo la virologa, un suo collega aveva avuto conoscenza di casi di contagio da uomo a uomo già il 31 dicembre scorso.

quifinanza.it
 
Giovedì 17 settembre 2020 - 22:52
Tedros: la Thailandia è un esempio di risposta efficace al COVID-19
Investimento nella salute e coinvolgimento della società
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Roma, 17 set. (askanews) – “La risposta della Thailandia al COVID-19 offre un potente esempio di come l’investimento nella salute pubblica e l’impegno dell’intera società può controllare focolai e malattie mortali, proteggere la salute delle persone e consentire alle economie di continuare a funzionare”. Lo ha scritto in serata su Twitter Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità.

http://www.askanews.it/esteri/2020/...posta-efficace-al-covid-19-pn_20200917_00312/
 
In Thailandia un parco rispedisce ai turisti i rifiuti abbandonati: “Sono pericolosi per gli animali”
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Il Ministro dell’Ambiente posta su Facebook le foto dei “pacchi”: «Ti torna indietro»


18 SETTEMBRE 2020

A mali estremi, estremi rimedi. Il popolare parco thailandese di Khao Yai, vicino Bangkok, ha deciso che se i turisti non inizieranno a rispettare le regole e non smetteranno di gettare rifiuti in giro per la riserva se li troveranno davanti alla porta di casa. Lo riporta la Bbc.
Il ministro thailandese dell'ambiente, Varawut Silpa-archa, su Facebook ha postato la foto di un cumulo di rifiuti impacchettati e pronti ad essere spediti. «Hai dimenticato questo», è scritto sulla scatola. «La spazzatura ti tornerà indietro», si legge nel post sotto all'immagine nel quale si ricorda anche che gettare rifiuti in un parco nazionale è un crimine punibile con cinque anni di galera.
Le autorità che gestiscono il Khao Yai hanno spiegato che la spazzatura può essere particolarmente pericoloso per gli animali. Il parco di 2.000 chilometri quadrati, è il più antico della Thailandia ed è famoso per le sue cascate e i suoi paesaggi. La misura anti-inquinamento potrà essere applicata grazie al fatto che al loro arrivo i turisti devono registrarsi lasciando anche il loro indirizzo.
A mali estremi, estremi rimedi. Il popolare parco thailandese di Khao Yai, vicino Bangkok, ha deciso che se i turisti non inizieranno a rispettare le regole e non smetteranno di gettare rifiuti in giro per la riserva se li troveranno davanti alla porta di casa. Lo riporta la Bbc.

Il ministro thailandese dell'ambiente, Varawut Silpa-archa, su Facebook ha postato la foto di un cumulo di rifiuti impacchettati e pronti ad essere spediti. «Hai dimenticato questo», è scritto sulla scatola. «La spazzatura ti tornerà indietro», si legge nel post sotto all'immagine nel quale si ricorda anche che gettare rifiuti in un parco nazionale è un crimine punibile con cinque anni di galera.

Le autorità che gestiscono il Khao Yai hanno spiegato che la spazzatura può essere particolarmente pericoloso per gli animali. Il parco di 2.000 chilometri quadrati, è il più antico della Thailandia ed è famoso per le sue cascate e i suoi paesaggi. La misura anti-inquinamento potrà essere applicata grazie al fatto che al loro arrivo i turisti devono registrarsi lasciando anche il loro indirizzo.

ilsecoloxix.it
 
In Thailandia un parco rispedisce ai turisti i rifiuti abbandonati: “Sono pericolosi per gli animali”
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Il Ministro dell’Ambiente posta su Facebook le foto dei “pacchi”: «Ti torna indietro»


18 SETTEMBRE 2020

A mali estremi, estremi rimedi. Il popolare parco thailandese di Khao Yai, vicino Bangkok, ha deciso che se i turisti non inizieranno a rispettare le regole e non smetteranno di gettare rifiuti in giro per la riserva se li troveranno davanti alla porta di casa. Lo riporta la Bbc.
Il ministro thailandese dell'ambiente, Varawut Silpa-archa, su Facebook ha postato la foto di un cumulo di rifiuti impacchettati e pronti ad essere spediti. «Hai dimenticato questo», è scritto sulla scatola. «La spazzatura ti tornerà indietro», si legge nel post sotto all'immagine nel quale si ricorda anche che gettare rifiuti in un parco nazionale è un crimine punibile con cinque anni di galera.
Le autorità che gestiscono il Khao Yai hanno spiegato che la spazzatura può essere particolarmente pericoloso per gli animali. Il parco di 2.000 chilometri quadrati, è il più antico della Thailandia ed è famoso per le sue cascate e i suoi paesaggi. La misura anti-inquinamento potrà essere applicata grazie al fatto che al loro arrivo i turisti devono registrarsi lasciando anche il loro indirizzo.
A mali estremi, estremi rimedi. Il popolare parco thailandese di Khao Yai, vicino Bangkok, ha deciso che se i turisti non inizieranno a rispettare le regole e non smetteranno di gettare rifiuti in giro per la riserva se li troveranno davanti alla porta di casa. Lo riporta la Bbc.

Il ministro thailandese dell'ambiente, Varawut Silpa-archa, su Facebook ha postato la foto di un cumulo di rifiuti impacchettati e pronti ad essere spediti. «Hai dimenticato questo», è scritto sulla scatola. «La spazzatura ti tornerà indietro», si legge nel post sotto all'immagine nel quale si ricorda anche che gettare rifiuti in un parco nazionale è un crimine punibile con cinque anni di galera.

Le autorità che gestiscono il Khao Yai hanno spiegato che la spazzatura può essere particolarmente pericoloso per gli animali. Il parco di 2.000 chilometri quadrati, è il più antico della Thailandia ed è famoso per le sue cascate e i suoi paesaggi. La misura anti-inquinamento potrà essere applicata grazie al fatto che al loro arrivo i turisti devono registrarsi lasciando anche il loro indirizzo.

ilsecoloxix.it

Il Parco è patrimonio dell'UNESCO
 
Turista rischia due anni per aver stroncato un hotel thailandese su Tripadvisor
Lo statunitense Wesley Barnes è stato arrestato per aver "danneggiato la reputazione" del Sea View Resort, nell'isola di Koh Chang

di Francesco Russo

aggiornato alle 16:3226 settembre 2020

Un cittadino statunitense, Wesley Barnes, è stato denunciato da un resort thailandese per una serie di recensioni negative su TripAdvisor. L'uomo, che vive e lavora in Thailandia, è accusato di aver "danneggiato la reputazione dell'hotel" e di non aver pagato la sovrattassa prevista per chi consuma all'interno della struttura alcolici acquistati all'esterno. Arrestato e rilasciato su cauzione, Barnes, se riconosciuto colpevole, rischia due anni di detenzione, ha spiegato all'agenzia France Presse Thanapon Taemsara, colonnello della polizia di Koh Chang, l'isola dove si trova la struttura.
Con un numero di contagi da coronavirus ancora relativamente basso, l'industria turistica thailandese è ancora attiva, seppure con un numero di presenze molto ridotto.
I proprietari della struttura hanno fatto sapere di aver deciso di procedere per vie legali perché, dopo aver provato a contattare Barnes senza successo, una denuncia era sembrata loro l'unico modo per fermare l'uomo, che da settimane continuava a scrivere recensioni negative del resort su TripAdvisor e altri siti. Nell'ultima recensione, risalente allo scorso luglio, il Sea View Resort era accusato di avere un personale "scontroso" che si comporta "come se non volesse nessuno intorno". Nella prima, poi rimossa perché contraria alle linee guida di TripAdvisor, Barnes aveva scritto che il resort "praticava la schiavitu".

Le leggi contro la diffamazione thailandesi sono state spesso criticate in passato dagli attivisti per i diritti umani a causa della loro severità, che metterebbe in pericolo la libertà d'espressione. La sentenza massima prevista è pari a due anni di prigione e una multa di 200.000 baht (6.300 dollari). Alcuni mesi fa, ad esempio, un giornalista thailandese era stato condannato a due anni per un tweet nel quale rendeva conto di una controversia sulle condizioni di lavoro in un allevamento di galline.

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