Diciamo subito, ex abrupto, che la via più piacevole del vino è quella che noi gli facciamo percorrere dalla bottiglia al gargarozzo.
E' anche il tragitto più corto, ma non per questo privo di insidie ed incidenti.
Degustare un sorso di vino non è solo rincorrere piaceri epicurei e sensoriali fini a se stessi, ma un viaggio vero e proprio che abbraccia ritualità antiche ricche di simbolismi (basti pensare alla messa cattolica) e miti e culture ataviche che si perpetuano tuttoggi.
Per questo la cerimonialità è centrale, e ben fanno i sommelliers o, semplicemente, i cultori a sottolinearla.
Fondamentale quindi è la tappa che il vino compie tra l'apertura della bottiglia al bicchiere (o dal decanter se si tratta di un rosso).
Già, che tipo di bicchiere?
Chiariamo subito; tutti i vini vanno versati nei calici: inorridite se in qualche ristorante (mi è capitato personalmente) vi versano il vino in un tumbler basso, lo stelo è di rigore.
Per esempio, è più facile che il famoso cammello passi per la cruna di un ago che Lo Psillo brandisca un Collins pieno di Brunello.
Vini rossi stagionati:
Il balloon è quello adatto. Consente al vino di respirare su un'ampia superficie e allo stesso tempo, restringendosi al bordo, incanalarne le fragranze verso l'organo olfattivo.
Vini bianchi:
- i flute per quelli frizzanti, snelli e allungati per permettere al perlage di esibirsi in tutta libertà e conservare più a lungo la temperatura giusta
- i tulipano o sauvignon per i bianchi più corposi per meglio apprezzarne il bouquet
- il classico renano che va bene sia per i bianchi, sia per i rossi e per i rosè.
Correggetemi se ho commesso errori.