L’annuncio di Conte: proroga misure, riaperture dal 14 aprile e eurobond
Il premier annuncia un nuovo Dpcm con cui vengono prorogate le misure restrittive fino al 3 maggio. Ma dal 14 aprile qualcosa riapre
10 aprile 2020
“Abbiamo appena predisposto un
nuovo Dpcm con cui proroghiamo le misure restrittive fino al 3 maggio”, annuncia
Giuseppe Conte in conferenza stampa in diretta da Palazzo Chigi. Una decisione “difficile ma necessaria”, di cui il premier si assume “ogni responsabilità politica”.
Cosa dicono i numeri
Una decisione assunta dopo diversi incontri con ministri, esperti del comitato tecnico-scientifico, regioni, province, comuni, sindacati, industrie, associazioni di categoria, fa sapere. “Il comitato tecnico scientifico ci ha dato una conferma: i segnali della curva epidemiologica sono incoraggianti.
Le misure di contenimento stanno dando frutti, stanno funzionando”.
Non possiamo certo fermarci ora: questo il sunto di discorso di Conte. Sarebbe da irresponsabili. E dunque le misure di contenimento vengono prorogate fino al 3 maggio. “Non possiamo vanificare gli sforzi sin qui compiuti: se cedessimo ora, rischieremmo di perdere tutti i risultati positivi e dovremmo ripartire dall’inizio. Dobbiamo mantenere alta la soglia dell’attenzione, anche ora che siamo prossimi alla Pasqua. Dobbiamo farlo anche per i ponti del 25 aprile e del primo maggio. Siamo tutti impazienti di ripartire”.
Tutto chiuso fino al 3 maggio
L’auspicio naturalmente è che dopo il 3 maggio si possa ripartire con cautela e gradualità. “Dipenderà dal nostro comportamento, dobbiamo continuare a rispettare le regole”, prosegue il premier.
La proroga del Dpcm vale anche per le attività produttive, perché il Governo continua a mettere “la salute al primo posto” e “consideriamo tutti gli interessi in campo”. L’obiettivo comunque è allentare le misure “il prima possibile” per tutte le attività produttive per far ripartire in sicurezza il motore del Paese a pieno regime. Dobbiamo attendere ancora. Se anche prima del 3 maggio si verificassero condizioni, cercheremmo di provvedere di conseguenza”, dice.
Cosa riapre dal 14 aprile
Ma qualche “piccola variazione” c’è già:
dal 14 aprile riaprono cartolibrerie, librerie, negozi per neonati e bambini. “Il lavoro per la fase 2 è già partito, non possiamo aspettare che il virus scompaia del tutto dal nostro territorio”.
L’Italia insiste sugli eurobond e respinge il Mes
In Europa, intanto, l’Italia
continua a lottare per gli eurobond e dice no al Mes. Il presidente del Consiglio ribadisce la chiara, e netta, posizione italiana in seno alla Commissione Ue. “L’Europa sta affrontando un’emergenza mai vista in tempi di pace”.
Alcune stime dicono che serviranno 1500 miliardi. Negli Stati Uniti il sostegno pubblico già ora è nell’ordine dei 2000-2300 miliardi, numeri mai visti in tempi di pace. Le
proposte messe ieri sul tavolo dei ministri delle Finanze dell’Eurogruppo sono un primo passo verso la risposta europea. Il ministro Gualtieri ieri ha fatto “un gran lavoro”, sottolinea il premier.
Ma è un primo passo che l’Italia giudica ancora “insufficiente” e “su questo sono d’accordo col ministro Gualtieri”. Bisogna lavorare per costruire qualcosa di ancora più ambizioso: la principale battaglia che l’Italia deve condurre sui tavoli europei è quella di
un fondo che deve essere finanziato con una vera e propria condivisione economica dello sforzo, come ad esempio con i “famosi” eurobond.
Il fondo deve avere una “potenza di fuoco proporzionata alle risorse di un’economia di guerra”.
Deve essere disponibile subito, perché se arriveremo tardi sarà una risposta insufficiente. “Sul tavolo sono stati messi strumenti significativi, ma il nostro strumento è l’eurobond, condurremo fino alla fine la nostra battaglia”, rinadisce.
Durissimo attacco a Salvini e Meloni
Poi arriva il tasto dolente: Conte parla del tanto controverso Mes, le linee di credito collegate esclusivamente alle spese per la sanità. ”Vedo che in Italia su questo punto, sin dalla notte, si è creato un dibattito legittimo e vivace. Il governo troverà l’opportunità per informare tempestivamente il Parlamento. È altrettanto importante che il dibattito si sviluppi con chiarezza. Il Mes esiste dal 2012, non è stato istituito ieri, non è stato attivato la scorsa notte come
falsamente è stato dichiarato da Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Non è assolutamente così”.
Conte aumenta il tono di voce e scandisce duramente questa frase: “
Questo governo non lavora con il favore delle tenebre, l’Eurogruppo non ha firmato nulla e non ha istituito nessun obbligo: è una menzogna. Su richiesta di alcuni stati membri, non dell’Italia, l’Eurogruppo ha lavorato alla proposta di questa linea di credito collegata al Mes. Terzo punto: l’Italia non ha firmato nessuna attivazione del Mes, non ha bisogno del Mes, uno strumento totalmente inadeguato e inadatto all’emergenza. L’ho chiarito ai miei omologhi: l’Italia non ha bisogno del Mes, non lo ritiene adeguato”.
Nelle conclusioni finali dell’Eurogruppo
c’è un intero paragrafo destinato ad accogliere la prospettiva italiana degli eurobond: “Non abbiamo ancora un regolamentazione concreta e dobbiamo ancora costruire questo strumento. Ma per la prima volta lo abbiamo messo nero su bianco e gli altri Paesi hanno dovuto accettare di lavorare già da adesso per questo strumento affinché sia immediatamente applicabile. Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti i cittadini italiani, le menzogne e le falsità ci fanno male e ci indeboliscono. Le falsità di questa notte rischiano di indebolire l’Italia”, dice ancora il premier.
“Lotteremo per avere gli eurobond e spiegherò con forza al prossimo Consiglio europeo che la risposta comune o è ambiziosa o non è. Non firmerò finché non avremo un ventaglio di strumenti adeguati. C’è il rischio di non ottenere il risultato in tempi brevi? Se conoscete una scorciatoia, ditemela. Io devo andare al Consiglio europeo per lottare strenuamente, l’unica scorciatoia è andare lì e lottare con dignità affinché questo strumento sia adottato subito. E state tranquilli, ci saranno determinazione e coraggio”, dice battendo la mano sul tavolo.
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