Cremona, l’ospite che non vuole più lasciare il b&b. La titolare: «Può contagiare me e la bimba»
Cremona, l’ospite che non vuole più lasciare il b&b.
Fonte
Corriere della Sera
16.5.2020
Cremona, l’ospite che non vuole più lasciare il b&b. La titolare: «Può contagiare m...
Finisce in tribunale la vertenza tra la titolare, neomamma e preoccupata, e il cliente. Il 50enne arrivato il 29 febbraio nell’appartamento a Pizzighettone doveva rimanere fino al 27 marzo: invece non se ne vuole più andare
EmailNon gli sono bastate le numerose lettere di sollecito a lasciare il bed & breakfast dove si è sistemato dal 29 febbraio. Ha persino rispedito al mittente il ventaglio di soluzioni alternative: una quindicina, pur di non lasciarlo per strada. Persino quella di sistemarsi in un albergo di Codogno proprio vicino alla pizzeria in cui lavora. È stata necessaria un’ordinanza del Tribunale di Cremona affinché Sanguino Abbruzzese, 50 anni, traslochi dal Residence Michela, a Pizzighettone. Abusivo, entro il 30 giugno dovrà fare i bagagli.
A trascinarlo davanti al giudice Antonia Gradi,con un ricorso in via d’urgenza, è stata Michela Visigalli, 46 anni, da tre giorni mamma, titolare del b&b. «Il 29 febbraio, la mia cliente ha ricevuto nella sua struttura il signor Abbruzzese. Prezzo pattuito: 450 euro sino al 27 marzo», spiega l’avvocato Alessandro Zontini. Era appena scoppiata l’emergenza sanitaria con Codogno primo focolaio, Pizzighettone sul confine, Michela Visigalli incinta e preoccupata di essere contagiata dal pizzaiolo che continuava a lavorare. Quando il 22 marzo Regione Lombardia ha disposto la chiusura delle strutture ricettive, lei ha avvisato il suo ospite. E gli ha dato 72 ore per dirsi addio. Inutilmente.
Il 25 marzo, la titolare ha informato il funzionario della Provinciache l’indomani avrebbe chiuso, perché da lei non alloggiavano né medici, né infermieri, né pazienti in quarantena. Abbruzzese, invece, ha messo le radici. La donna ha scritto al prefetto, al sindaco, alla Regione Lombardia e all’Asst. La guerra è finita in tribunale. Assistito dall’avvocato Francesca Abbruzzese, il pizzaiolo ha spiegato le sue ragioni. Come «l’impossibilità di reperire un’altra sistemazione in breve tempo e in piena emergenza sanitaria, tenuto anche conto della riduzione dell’orario di lavoro e della conseguente diminuzione del salario». Soprattutto, ha sostenuto di essersi accordato, solo a parole, per una permanenza lunga nel b&b di Pizzighettone.
Nelle undici pagine di ordinanza, il giudice scriveche il pizzaiolo «non era tenuto ad allontanarsi nel termine di 72 ore imposto dall’ordinanza della Regione Lombardia», perché lui che fa consegne a domicilio,«rientrava tra gli ospiti che vi soggiornano per motivi di lavoro». Poteva rimanere «configurandosi una delle deroghe all’obbligo di chiusura». Ma senza il contratto «ci si trova davanti ad una occupazione senza titolo». «È un abusivo che non sta pagando», sottolinea Zontini. «In questa vicenda è mancata umanità da parte della signora — ribatte l’avvocato Abbruzzese —. Il mio cliente chiedeva tempo per trovare un’adeguata sistemazione. Il giudice glielo ha concesso. Ora vedrà degli appartamenti. Per noi la vicenda è chiusa».
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